17 giugno: Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione. In Italia il 42% di dispersione

di Andrea Begnini

17/06/2021

Foto di suju-foto da Pixabay
A oggi 2,1 miliardi di persone non hanno accesso costante ad acqua sicura, con oltre 844 milioni che non hanno nessuna disponibilità di acqua potabile. In questo contesto globale, il nostro Paese presenta una fotografia abbastanza preoccupante della risorsa idrica, così come evidenziato dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, realizzato nell'ambito delle "Iniziative a vantaggio dei consumatori", finanziate dal Ministero dello Sviluppo economico. In riferimento ai soli capoluoghi di provincia italiani, gli ultimi dati Istat disponibili fanno emergere come a livello nazionale vada dispersa il 42% dell'acqua immessa, con evidenti differenze fra le aree geografiche e le singole regioni: si va da oltre il 48% sia al Sud e isole che al Centro, a circa il 35% al Nord. In testa per livelli di dispersione l’Abruzzo con il 55,6%, segue l’Umbria con il 54,6% e il Lazio con il 53,1%, la più virtuosa la Valle d’Aosta con il 22,1%.

Spiega Tiziana Toto, responsabile politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva: “Sono ancora molte le criticità che affliggono il servizio e la risorsa idrica. Differenze territoriali rilevanti in termini di adeguatezza delle infrastrutture, qualità e tariffe sono note dolenti, alle quali si aggiunge anche la scarsa fiducia dei cittadini nei confronti dell’acqua di rubinetto e l’adozione di comportamenti d’uso poco consapevoli e responsabili. Rispetto al recupero del divario territoriale il PNRR avrebbe potuto rappresentare una grande opportunità ma le risorse previste non ci sembrano sufficienti e il meccanismo delle progettualità potrebbe addirittura lasciare ancora indietro le aree con maggiori necessità e con più difficoltà ad esprimere progetti adeguati”. 

I cittadini pensano di consumare meno acqua di quello che i dati ci dicono: il 73% degli intervistati sostiene di consumare tra i 50 e i 100 litri di acqua al giorno mentre sappiamo che un italiano utilizza circa 240 litri al giorno, una media che ci colloca al primo posto in Europa con un consumo pari a circa il doppio degli altri paesi. Anche sul contenimento degli sprechi idrici, potremmo fare molto di più: il 94% dei cittadini della nostra indagine afferma di adottare accorgimenti per contenere gli sprechi di acqua, ma nel dettaglio scopriamo che meno della metà ripara immediatamente guasti che provocano perdite e solo uno su tre ha installato miscelatori d’aria ai rubinetti e/o allo scarico del water. Quasi inesistenti le scelte di acquisto dei prodotti sulla base della loro impronta idrica. 

Prosegue Tiziana Toto: “Per quanto riguarda il livello di fiducia dei cittadini verso l’acqua di rubinetto, sicuramente non aiutano notizie come l’ultimo deferimento dell’Italia (9 giugno 2021) alla Corte di Giustizia Europea per la fornitura di acqua potabile non sicura in alcune aree del viterbese. Ci auguriamo che le novità introdotte dalla nuova Direttiva europea (2020-2184) possano contribuire ad aumentare la fiducia verso questa risorsa, anche grazie alle previsioni di maggiori informazioni rivolte ai cittadini”. 

Da una doppia consultazione civica effettuata da Cittadinanzattiva nel corso del 2020 su un totale di circa 6000 cittadini, le persone sono mediamente soddisfatte del servizio idrico, con valori sotto la sufficienza in Sicilia, Sardegna, Basilicata e Calabria. Il 46,4% degli intervistati dichiara di consumare prevalentemente acqua di rubinetto e dà una buona valutazione dell'acqua che beve. Il 43,7% consuma invece acqua imbottigliata (il 62% in plastica) e lo fa prevalentemente perché non gradisce il sapore di quella di rubinetto o non si fida dei controlli sulla potabilità. Anche se le informazioni a disposizione dell’utenza in tema di qualità dell’acqua di rubinetto sono ritenute inadeguate nel 60% circa dei casi e la bolletta è stata indicata quale strumento preferibile per ottenerle. Oltre il 70% dei cittadini non conosce il bonus sociale idrico, il 65% non sa quale sia la tariffa applicata dal suo gestore, il 30% non sa chi effettua i controlli sull'acqua. Effettivamente alcune di queste informazioni non sono reperibili nelle Carte della qualità dei servizi, di cui dispone la gran parte dei capoluoghi di provincia italiani e reperibili sui siti web dei gestori. 

Per quanto riguarda i costi, 448€ è la cifra spesa nel 2020 da una famiglia per la bolletta idrica, con un aumento del 2,6% rispetto al 2019. Frosinone balza in testa alla classifica dei capoluoghi di provincia più cari con una spesa media a famiglia di 845€, mentre Milano conquista la palma di capoluogo più economico con 156€. Gli incrementi più elevati si registrano a Isernia (+27,5%), che nel 2019 era la città più economica, e a Vibo Valentia (+21,5%). Le regioni centrali si contraddistinguono in media per le tariffe idriche più elevate e una spesa media annua a famiglia di 614€ (+3,2% rispetto al 2019). Con un uso più consapevole e razionale di acqua, quantificabile in 150mc invece di 192mc l’anno, una famiglia risparmierebbe in media 120€ circa a livello nazionale. Ad esempio, in un anno si possono risparmiare 42mc di acqua con questi piccoli accorgimenti: sostituendo, una volta su due, la doccia al bagno (risparmio di 4,5mc), riparando un rubinetto (21mc), usando lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico (8,2mc), chiudendo il rubinetto mentre si lavano i denti (8,7mc).
 

Tag:  acquaCittadinanzattivadispersione dell'acquaGiornata mondiale per la lotta alla desertificazione

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