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A Ecomondo l’Italia della Green Economy
A Ecomondo l’Italia della Green Economy
di Redazione
08/11/2023
In corso a Rimini, nell'ambito di Ecomondo, anche la 13^ edizione degli Stati Generali della Green Economy, organizzata dal Consiglio Nazionale della Green Economy composto da 68 organizzazioni di imprese, in collaborazione con il MASE e la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. Nella sessione plenaria di apertura è stata presentata la Relazione 2023 sullo stato della green economy in Italia che approfondisce il rapporto fra costi e benefici economici della transizione ecologica e aggiorna le performance delle tematiche strategiche green.
Gli Stati Generali della Green Economy 2023 si focalizzano su un tema di cruciale importanza: “L’economia di domani: una green economy decarbonizzata, circolare e rigenerativa”. Perché lo stato di salute della green economy in Italia registra difficoltà, ritardi, e pochi dati positivi. La decarbonizzazione non è in linea rispetto ai nuovi target europei. Le emissioni di gas serra sono aumentate dal 2019 al 2022. Nel 2022 l’energia rinnovabile è diminuita e il trend non è al passo con gli obiettivi europei. Buono il livello per il tasso di riciclo dei rifiuti. Il tasso di utilizzo di materia proveniente dai rifiuti, pur restando positivo, è diminuito. L’Italia è al diciannovesimo posto nella UE per le aree protette di terra.
La fotografia dell’Italia delle green economy è contenuta nella Relazione sullo Stato della Green Economy presentata in apertura degli Stati Generali della Green Economy 2023.
“Un maggiore impegno nelle misure per la transizione ecologica all’economia di domani – ha detto Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – potrebbe contribuire in modo decisivo al rilancio dell’economia italiana, a promuovere innovazioni e investimenti. Dalle semplificazioni ad un quadro normativo più certo per la decarbonizzazione, da una riduzione dei costi energetici con un più forte sviluppo delle fonti rinnovabili, più economiche e più sicure alla penetrazione elettrica, da un rafforzamento della circolarità della nostra economia, ad un rafforzamento delle filiere industriali nazionali della transizione, potremmo promuovere il rilancio dell’economia italiana che invece, senza nuove prospettive, sta entrando in una fase di preoccupante stagnazione”.
Dal 2015 al 2022 le emissioni nette di gas serra sono state ridotte solo del 4% e dal 2019 al 2022 sono aumentate del 2%. La riduzione delle emissioni in atto nella prima parte del 2023 – per ragioni climatiche e di rallentamento dell’economia – non basta ad allinearci con l’accelerazione richiesta dai target europei. Nel 2022 l’energia rinnovabile è diminuita dal 21 del 2021 al 19% del fabbisogno: il trend è molto lontano dal target del 40% al 2030.
Per quanto riguarda l'economia circolare, la produttività delle risorse nel 2022 è ancora fra le migliori nell’UE, al 3,3 euro di PIL per Kg di risorsa consumata, ma è in calo rispetto ai 3,5 del 2019. La percentuale del riciclo di tutti i rifiuti nel 2020 è stata ad un buon livello: del 72 %, a fronte di una media europea del 58%. Nel 2021 il tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo è stato pari al 18,4%, un buon livello rispetto alla media europea, ma di diminuzione rispetto al 2020. Si segnalano, infine, nel 2023 rilevanti difficoltà nel mercato di alcune materie prime seconde, in particolare di quelle plastiche
Benché l’Italia sia ricca di biodiversità, tutela nel complesso solo il 21,4% del proprio territorio e il 6,9% del proprio mare, valori inferiori alla media della UE del 26,4% e del 12,1%. Per le aree protette a terra siamo al 19°posto nella UE. Il monitoraggio ha evidenziato uno stato di conservazione sfavorevole del 54% della flora, del 53 % della fauna e l’89 % degli habitat terrestri tutelati dalla Direttiva Habitat.
Ha scritto l’Agenzia Internazionale dell’Energia nel suo ultimo World Energy Outlook 2023: “Le azioni chiave necessarie per ridurre le emissioni fino al 2030 sono ampiamente conosciute e nella maggior parte dei casi molto convenienti”. L’attuazione in Italia del pacchetto europeo “Fit for 55” per la decarbonizzazione al 2030 comporterebbe, in 10 anni, maggiori costi cumulati di 136,7 miliardi, generando un aumento del valore aggiunto di ben 689,1 miliardi e un risparmio di costi, per il solo settore energia, di ben 66 miliardi con maggiori entrate per lo Stato di ben 529,5 miliardi. L’attuazione delle misure europee per l‘economia circolare consentirebbe all’Italia, al 2030, di risparmiare 82,5 miliardi di materiali importati, di aumentare di 4 miliardi il valore delle attività di riciclo dei rifiuti e di ridurre i costi dello smaltimento di rifiuti in discarica di 7,3 miliardi.
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