Develoopments / A Ravenna un insolito connubio tra Cozza Selvaggia e Piattaforme ENI

Taccuino di Alberto Improda sull'Innovazione per la Sostenibilità

13/08/2024


Ravenna è il punto di un incontro, per qualche verso sorprendente, tra due storie di Innovazione per la Sostenibilità provenienti da universi apparentemente molto distanti e che l’istinto di primo acchito non porterebbe a collegare tra di loro. 

Da un lato abbiamo il Gruppo ENI, che nella bella città romagnola ha avviato il progetto Ravenna CCS – Carbon Capture and Storage
L’iniziativa consiste nella realizzazione di un’infrastruttura di stoccaggio nella quale l'anidride carbonica emessa viene catturata all'origine, trasportata e immagazzinata nei giacimenti a gas esauriti dell’Adriatico. 
L’hub di stoccaggio della CO2 di Ravenna, in virtù dell’ammissione da parte della Commissione Europea del progetto nella lista dei Progetti di Interesse Comune, avrà un ruolo chiave nella creazione di una filiera internazionale ad alto contenuto tecnologico nel settore della decarbonizzazione. 
L’ammissione in questo importante elenco consente al progetto il potenziale accesso al CEF - Connecting Europe Facility Fund, concernente finanziamenti a fondo perduto per supportare gli studi e lo sviluppo di infrastrutture per la ricezione, il trasporto e lo stoccaggio della CO2. 

Dall’altro lato abbiamo un mitile che cresce a largo della costa romagnola e rappresenta un’autentica eccellenza del territorio: la Cozza Selvaggia di Marina di Ravenna
Questa cozza, prodotto di altissimo pregio, viene raccolta a mano dai pescatori del territorio, i cosiddetti “cozzari”, che si immergono fino a 15 metri di profondità. 

Il punto d’incontro tra ENI e Cozza Selvaggia è dato dal fatto che questa varietà di mitile cresce in maniera spontanea e particolarmente felice proprio alla base delle piattaforme metanifere
Qui, infatti, si creano le particolari condizioni che ne favoriscono lo sviluppo, garantiscono la qualità in termini organolettici e determinano un ridotto impatto ambientale. 
La Cozza Selvaggia cresce solo dove l'acqua è più pulita, ancorandosi ai piloni delle piattaforme ENI, posizionate in mezzo al mare Adriatico. 

Queste strutture industriali, integrandosi con l'ambiente marittimo circostante, creano infatti intorno a sé delle ampie e atipiche aree protette, dove la pesca non è consentita e quindi la biodiversità prolifera. 
Intorno alle piattaforme, insomma, si produce un habitat perfetto per le cozze, che si ancorano in modo spontaneo ai piloni sommersi, senza la necessità di quei supporti in plastica che vengono utilizzati negli allevamenti e spesso risultano rilasciati in mare, con le ovvie conseguenze in termini di inquinamento. 
La vicinanza alla costa, poi, consente poi un costante apporto di acque dolci, che forniscono elementi nutritivi preziosi per permettere a questi mitili di proliferare grossi e saporiti. 

La Cozza Selvaggia rappresenta un prodotto ad alto indice di Sostenibilità, con un impatto sull’ambiente sostanzialmente nullo, sotto diversi aspetti. 
In primo luogo, per la sua raccolta non occorrono le retine di contenimento in plastica dislocate nei campi di allevamento, che costituiscono uno dei rifiuti di più difficile smaltimento in ambiente marino. 
In secondo luogo, grazie al ricambio costante di acqua intorno alle piattaforme, le correnti marine assicurano in modo del tutto naturale al mitile anche una velocità di crescita ottimale
In terzo luogo, la Cozza Selvaggia viene raccolta a mano e in un ambiente salubre, che la rende immediatamente pronta per il consumo, in quanto non bisognosa di trattamenti artificiali per la depurazione. 

Siamo davvero in presenza di una vicenda esemplare, che coniuga virtuosamente la tutela dell’ambiente, lo sviluppo produttivo e il benessere del territorio. 
Emblematico, per indicare in maniera plastica le sinergie sviluppatesi sul tema, è l’accordo intervenuto in data 21 settembre 2021 tra Comune di Ravenna, Eni DICS – Distretto Centro-Settentrionale, CIFLA – Centro per l’Innovazione di Fondazione Flaminia, CESTHA – Centro Sperimentale per la tutela degli Habitat, le cooperative di pesca La Romagnola e Nuovo Conisub, Slow Food Ravenna e agenzia Tuttifrutti. 
L’intesa annovera tra i suoi firmatari un insieme di enti e aziende che, da punti di vista differenti, vedono tutti nella Cozza Selvaggia di Marina di Ravenna un elemento chiave per la promozione e la valorizzazione del territorio. 
I vari soggetti, coerentemente con le rispettive missioni, si sono reciprocamente impegnati a rispettare e promuovere i principi esplicitati nell’accordo, a condividere informazioni di utilità legati alla valorizzazione del prodotto. 

La vicenda del mitile romagnolo è davvero emblematica di come il Paradigma della Sostenibilità conduca talvolta a guardare con occhi diversi il mondo che ci circonda, scoprendo opportunità nuove e inaspettate. 
La raccolta della Cozza Selvaggia, tenacemente ancorata ai piloni delle piattaforme, inizialmente era legata alla normale attività di pulizia e manutenzione delle piattaforme dell’azienda energetica. 
Solo in un secondo momento il prodotto è passato dal rappresentare un elemento di scarto e di disturbo per le attività dell’impresa a costituire una risorsa pregiata, un fiore all’occhiello del territorio e un prezioso volano per lo sviluppo della sua comunità.
 

Tag:  Cozza SelvaggiacozzeDeveloopmentsEniinnovazionemitilicolturamitilicoltura sostenibileRavennaRavenna CCS – Carbon Capture and Storagesostenibilità

Sigla.com - Internet Partner
Condividi linkedin share facebook share twitter share