“Più bello del Salento c’è solo quello che il Salento sa fare”. Un modello economico orientato alla sostenibilità e al recupero e riutilizzo della materia e della materia prima seconda, in cui le tradizioni artigiane e produttive del Salento sposano innovazione, ricerca, cultura e qualità per una crescita che tenga insieme competitività, valorizzazione del capitale umano e rispetto dell’ambiente, produttività e coesione sociale.
Poi è vero che il Salento è anche mare, natura, accoglienza, gioia di vivere, mangiar bene, arte, cultura. Ma questa frase ha iniziato a tormentarmi la testa mentre rientravo da uno splendido viaggio alla scoperta della Puglia che non ti aspetti. Ospite del Tour dell’Abitare, accolto con sapienza dall’Agenzia del Turismo Pugliapromozione per vedere e raccontare una terra autentica e contemporanea attraverso le proposte ideate dall’Associazione datoriale Confartigianato Imprese Lecce, ho scoperto un autentico patrimonio troppo spesso invisibile al turista poco attento.
Vi consiglio di andare adesso. A settembre. Si respira meno folla e avete più tempo di visitare e conoscere il patrimonio spesso invisibile del saper fare artigiano che sposa la tradizione di una terra antica con l’innovazione e l’attitudine alla sostenibilità.
Perché da queste parti il saper fare è soprattutto una questione di rispetto che si deve a chi c’era prima di noi e a chi verrà dopo. In mezzo c’è il lavoro e il senso di gratitudine verso la bellezza che solo quella terra riesce a donarti. Ho chiesto spesso alle persone che incontravo se potevano fare le cose che facevano anche da qualche altra parte. Tutti mi hanno risposto di no. La qualità è anche una questione di appartenenza, territorio, cura.