Amsterdam, città circolare entro il 2050

di Andrea Begnini

11/04/2020

Il College of Mayor and Alderpersons di Amsterdam ha presentato una serie di misure con cui la città intende dimezzare l'uso di materie prime entro il 2030 e raggiungere l'obiettivo di un'economia completamente circolare entro il 2050. Il pacchetto di misure spazia da interventi sui residenti (sprecare meno cibo, riparare gli oggetti invece che sostituirli, favorire le compravendite di seconda mano) che sulle imprese (aumentare i requisiti di sostenibilità per l'edilizia). A proposito delle misure, il vice sindaco Marieke van Doorninck, responsabile per la sostenibilità urbana, ha dichiarato: “Nessuno di noi vuole vivere in una società usa e getta. Ma per cambiare dobbiamo iniziare a guardare la nostra economia in un modo fondamentalmente diverso, esaminando il modo in cui consumiamo, produciamo e trasformiamo i materiali”. Nel dettaglio, il senso di queste parole coinvolge la responsabilità diretta delle persone e delle aziende nella produzione di oggetti di qualità superiore così che possano essere riutilizzati, nell'attitudine a riparare le cose invece di buttarle via e nella condivisione dei prodotti piuttosto che nel loro possesso. Il vice sindaco ha proseguito: “Solo così preserveremo le materie prime di cui abbiamo così tanto bisogno e ridurremo anche il nostro consumo di energia”.

Il primo step in agenda sarà quello di monitorare e verificare i vari flussi di materiali, dal loro inizio nella catena di approvvigionamento fino alla lavorazione, per capire dove e come si possa intervenire per cominciare a usarne di meno. Ogni anno in Olanda vengono buttati via in media 41 chilogrammi di cibo commestibile per persona. Per ridurre questo spreco, Amsterdam implementerà nuove politiche rivolte a settori specifici come hotel e ristoranti, per garantire che il cibo in eccesso non venga sprecato e arrivi alle persone che ne hanno più bisogno. La città lancerà in questo senso anche specifiche campagne di comunicazione con l'obiettivo di coinvolgere i residenti e dimezzare questo tipo di problematica del 50 percento entro il 2030. Un altro aspetto determinante da affrontare sarà quello legato alla collaborazione con aziende, iniziative locali, università e istituti di ricerca per la creazione di un'infrastruttura ben funzionante e facilmente accessibile di piattaforme di condivisione: negozi di seconda mano, mercati online e servizi di riparazioni.

L'idea davvero potente per avviare il motore della circolarità urbana è presto spiegata dal vice sindaco Van Doorninck, ovvero: “Spostare l'imposta sul lavoro alle materie prime e all'energia. Ciò ridurrà il costo delle riparazioni, mentre i nuovi prodotti diventeranno più costosi”. 
Per quanto riguarda, invece, il settore delle costruzioni, Amsterdam sta aumentando i requisiti di sostenibilità nella pubblicazione delle offerte. Dovranno essere utilizzati materiali più circolari e gli edifici saranno tenuti a mantenere un passaporto dei materiali costruttivi così da documentare esattamente quali materiali sono stati utilizzati e come possono essere rimessi in circolo quando si tratterà di rinnovarli o di demolirli. Un esempio in questo senso è già stato avviato nella zona di Buksloterham, dove è attualmente in fase di sviluppo il primo distretto urbano circolare.
Infine, Amsterdam ridurrà anche i consumi delle sue strutture amministrative del 20 percento entro il 2030, intervenendo innanzitutto sui materiali, sugli arredi e sugli accessori degli edifici municipali. La città sta inoltre lavorando con aziende e istituti di ricerca sullo sviluppo produttivo di circa 200 prodotti per contribuire all'economia circolare.
 

Tag:  Amsterdameconomia circolare

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