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Chi produce tailor made può o no incamminarsi verso un fare più pulito?
Chi produce tailor made può o no incamminarsi verso un fare più pulito?
di Irene Ivoi
02/11/2021
Foto di Free-Photos da Pixabay
È un tema su cui mi sono fatta nel tempo parecchie domande.
Ho iniziato a confrontarmi con questo mondo di creativi, autoproduttori, designer e artigiani da sempre per deformazione professionale e interessi personali.
È un mondo quasi autoreferenziale e che spesso sfugge a logiche di sistema perché gioca da solo: è costituito da outsider che non fanno massa.
È un comparto cioè polverizzato, costituito da attori che non sono abituati a confrontarsi tra loro, ciascuno è un’isola che raramente diventa arcipelago e chissà se mai sarà penisola.
Lo scambio con ciascuno di loro è quindi quasi sempre one to one per cui il risultato è accurato ma anche lento.
Ho quindi apprezzato molto la richiesta da parte di
Artigianato e Palazzo
, nota manifestazione fiorentina di promozione dell’artigianato storico e di qualità, di sviluppare
una linea guida per artigiani che vogliono intraprendere un cammino sostenibile
.
Perché è a mio avviso un’occasione di parlare a più persone, un tentativo di aggregare più soggetti che magari sanno un po’ di un argomento, un po’ meno di un altro e quindi può esser utile offrire loro un vassoio di antipasti vario e capace di aprire la mente.
Non ho riscontrato infatti nelle mie navigazioni digitali offerte simili di contenuti o spunti green per questa categoria di produttori originali e polverizzati.
Esistono conoscenze disponibili in modo disordinato su sorgenti diverse ma non una linea guida sintetica e divulgativa.
Infatti lo specifico intento della richiesta di Artigianato e Palazzo era questo:
sollecitare gli artigiani su quanto possono fare per essere anche loro attori del cambiamento orientato a minori impatti
.
D’altronde appaiono ormai come scelte non più rimandabili e che non esonerano nessuno.
L’output, presentato a Firenze, si chiama “
Gentilezza e sostenibilità
” ed è
disponibile in rete
. Esso ha così arricchito i contenuti dell’edizione 2021 della manifestazione e resta ad appannaggio di tutti, munito anche di un piccolo glossario. Descrive in modo sintetico
quali scelte un artigiano può compiere
: ci sono quindi idee su cosa fare nel proprio laboratorio dall’individuazione del distributore energetico, agli arredi, attrezzature e come selezionare i propri fornitori, fino poi a suggerire materiali anche alternativi da impiegare per la propria creatività, come invitare ad una manutenzione corretta, come comunicare verso l’esterno facendo attenzione al digitale che non è privo di impatti sull’ambiente, come orientarsi quando serve scegliere un imballaggio (tema attualissimo sempre) e anche che logistica preferire.
La presentazione dell’iniziativa è stata anche un’occasione per parlare di sfumature diverse della sostenibilità in questo perimetro con gli ospiti invitati: Marco Mazzoni di Lampoon che ha puntualizzato la necessità del rigore e dell’attenzione a tutti i livelli, Pilar Lebole di Oma, responsabile progetto OMA della fondazione CR di Firenze, che ha ribadito l’importanza del ruolo della formazione, Perla Gianni presidente di ADI Toscana che riconosce al design un ruolo da protagonista e interprete anche della sostenibilità, l’assessore fiorentina Cecilia Del Re che sa bene quanto anche nelle politiche pubbliche si possa lavorare per coinvolgere attivamente la categoria, Davide Crippa di Repubblica del Design che ha testimoniato con il progetto milanese “da Cosa Nasce cosa” quanto le produzioni artigiane siano in prima linea nell’interpretare le nuove esigenze green urbane, Giuseppe Meduri di Alia - public utility fiorentina - che ha riconosciuto il valore del linguaggio e della comunicazione divulgativa necessaria affinché la sostenibilità non diventi un sapere autoreferenziale e incomprensibile e Neri Torrigiani, curatore insieme a Sabina Corsini della manifestazione, che ha rilanciato per il 2022 un impegno maggiore finalizzato a nuove iniziative da concretizzare e mettere a disposizione degli artigiani e di chiunque avrà orecchie per sentire.
"Gentilezza e sostenibilità" quindi non finisce qui.
Resta un format gentile perché non obbliga alcuno ma continuerà a suscitare domande, si spera nuove riflessioni lasciando poi la libertà di accoglierle e interpretarle, con la promessa di offrire approfondimenti più generosi nel 2022.
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Tag:
artigianato
Artigianato e Palazzo
Gentilezza e sostenibilità
sostenibilità
Autori
Irene Ivoi
Designer industriale, si occupa di ricerca e comunicazione di politiche di prodotto e strategie di prevenzione impatti ambientali.
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Salvare il mondo per salvare il portafoglio o salvare il portafogli per non salvare il mondo?
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