Città libere di respirare? Con il 5% di veicoli elettrici in più.

di Andrea Begnini

30/03/2021

Immagine tratta dal sito di Motus-E

Uno studio appena pubblicato dall'Istituto per l'Inquinamento Atmosferico del CNR in collaborazione con Motus-E, l'associazione che si occupa di promuovere lo sviluppo della mobilità sostenibile in Italia, evidenzia quanto l'introduzione nelle città di veicoli elettrici potrebbe diminuire l'inquinamento. Due gli scenari: il primo, al 2025, con la penetrazione di almeno il 5% per i veicoli commerciali e del 4% delle auto private, il secondo, al 2030, con aumenti del 20% per i veicoli privati e del 15% per quelli commerciali.

“Dai risultati ottenuti è evidente come, all’interno di uno scenario più ampio di ricambio del parco veicolare privato, la penetrazione di una percentuale di veicoli elettrici (4% -veicoli privati- e del 5% -veicoli commerciali leggeri per lo scenario al 2025 e 20% -veicoli privati- e il 15% veicoli commerciali leggeri- per lo scenario al 2030) giochi un ruolo fondamentale nella riduzione delle concentrazioni degli inquinanti locali, in particolare di NO2 e PM10. Significativa sarebbe anche la riduzione del numero dei morti per città come Milano, Roma e Torino in relazione alle concentrazioni di NO2 e PM10 e il relativo costo sociale associato al numero di morti evitate, legate ai cambiamenti di concentrazioni di PM10 e NO2  dovute al solo contributo del traffico, che si verificano nei diversi scenari ipotizzati, e che varia tra circa 140 milioni e circa 2 miliardi di euro allo scenario 2025, e circa 222 milioni e 3 miliardi allo scenario 2030”.

Se ciò si realizzasse, assieme ad adeguate politiche sul traffico urbano e all'introduzione di fondi per l'elettrificazione del trasporto pubblico, Il taglio delle emissioni potrebbe essere davvero significativo: “Nel caso della NO2 (biossido di azoto), il taglio andrebbe dal -47% di Bologna al -62% di Roma, nello scenario al 2025. Mentre se si prende in considerazione la proiezione al 2030, la riduzione potrebbe salire al -74% di Palermo al -89% di Roma”. Il tutto, inquadrato in uno scenario che, secondo lo studio commissionato dall’European Public Health Alliance (EPHA) nel 2018, “riporta Roma, Milano e Torino tra le prime 25 città europee per costi sociali in assoluto relativi all’inquinamento atmosferico. Il traffico veicolare rappresenta quasi ovunque la causa principale di questo inquinamento, con contributi variabili dal 40% all’80% a seconda dei diversi contesti territoriali geografici. Il parco veicolare risulta ancora per larga parte costituito da vetture Euro 4 o categorie inferiori, mentre una quota rilevante delle nuove immatricolazioni (circa il 58%) è rappresentato da vetture diesel”.

Il documento sviluppa anche delle proposte interessanti: “Con l’obiettivo di aumentare il benessere dei cittadini in termini di qualità dell’aria e quindi di salute, l’elettrificazione della mobilità cittadina rappresenta una fra le soluzioni tecnologiche da applicare con decisione e un valido contributo alla decarbonizzazione del settore trasporti rispetto ai combustibili fossili. È dunque necessario mettere in campo azioni nuove e più incisive a livello nazionale e locale: fissare un termine ultimo per la vendita delle auto a combustione interna; potenziare le reti cittadine (della distribuzione elettrica, di trasmissione dati, stradali, del trasporto pubblico locale, di ricarica dei veicoli) seguendo un modello di Smart City e inter-connetterle nei loro nodi di scambio in quanto sono decisivi sia per l’elettrificazione del trasporto passeggeri sia per quello merci; mantenere la struttura attualmente prevista per l’ecobonus, prorogandone la validità sino al 2025 e mantenendo la forma dell’incentivo diretto all’acquisto; abbassare il tasso di motorizzazione, oggi fra i più elevati del mondo (65 auto ogni 100 abitanti); provvedere a un ricambio della flotta nel trasporto pubblico locale su gomma con mezzi a zero emissioni che ASSTRA e ANEV stimano essere il triplo dello stanziamento del Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile, che già ammonta a 3,9 miliardi fino al 2033; predisporre una logistica urbana sostenibile delle merci a basso impatto e con veicoli elettrici di intesa con gli operatori; realizzare infrastrutture di ricarica nei centri logistici e nei rimessaggi dei veicoli merci, accompagnando il trend di elettrificazione del trasporto merci, in una prima fase dei veicoli merci leggeri della logistica urbana e in una seconda fase dei camion per medio e lungo raggio”.
 

Tag:  auto elettricaCNRinquinamento atmosfericomobilità elettricamobilità sostenibileMotus-E

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