Consorzio Detox e Patto per il Tessile. Prato sceglie sostenibilità ed economia circolare

di Claudia Ceccarelli

17/02/2020

Prato è il primo distretto tessile d’Europa con oltre 6.500 unità locali, più di 33.000 addetti complessivi tra tessile e abbigliamento, e un fatturato stimato intorno ai 5 miliardi di euro. Lo è anche dopo la crisi del settore che qui ha colpito duramente, complice l’abbassamento di qualità e costi che il pronto moda ha imposto con l’inevitabile uscita dal mercato di molte imprese. Ma, da sempre votato ad una produzione industriale intensiva, sostenuta soprattutto da aziende di piccole e medie dimensioni, tra le quali moltissime realtà multietniche (nel 2018 Prato è risultato il primo comune italiano per incidenza di stranieri sulla popolazione residente), il distretto ha saputo interpretare e governare la propria specifica vocazione, con le criticità e le complessità che presenta, offrendo una risposta del tutto innovativa. 

Una risposta che, partendo da una tradizione consolidata, può affrontare la sfida della riduzione dell’impatto ambientale del settore tessile, rendendo Prato il centro di una rivoluzione eco-sostenibile grazie alla scelta di aderire alla campagna Detox, promossa nel 2011 da Greenpeace. Per il distretto pratese un’occasione di rilanciare la produzione all’insegna della qualità e della ricerca, raccogliendo l’esigenza di una maggiore sostenibilità ambientale e di un maggiore controllo di un comparto produttivo, che si segnala come il secondo più inquinante al mondo dopo quello petrolifero. 

Lo scopo dell’iniziativa su scala mondiale di Greenpeace è quello di giungere alla eliminazione dalle produzioni tessili di tutte le sostanze pericolose per l’uomo e per l’ambiente, più di 400 secondo l’elenco stilato dall’associazione ambientalista.

Il Consorzio Italiano Implementazione Detox 

Così Confindustria Toscana Nord, nel 2016, prima associazione di categoria al mondo ad intraprendere questa strada, ha creato un vero e proprio Consorzio, costituito inizialmente da 27 aziende apripista, dalle tintorie alle rifinizioni, dai lanifici ai produttori di filati, e che oggi ne comprende una quarantina.
Fondamentale l’impegno di Andrea Cavicchi, imprenditore del gruppo tessile Firple Idea, presidente della sezione Sistema moda dell’associazione e oggi  Presidente del Consorzio Italiano Implementazione Detox, che di questa iniziativa si è fatto fautore fin dal 2014 . 
“L’obiettivo del Consorzio Detox è promuovere un modello di produzione tessile sostenibile ed innovativo a livello nazionale ed internazionale - spiega Cavicchi -. Il consorzio è composto da imprese italiane che svolgono varie fasi della filiera produttiva, non solo del distretto pratese, e che sono impegnate in progetti di sostenibilità nel processo di produzione tessile, a partire dall’impegno di eliminazione delle sostanze pericolose dai propri cicli produttivi secondo i principi Detox di Greenpeace”.
 
Le aziende che aderiscono a Detox, che utilizzino materia vergine o recuperino materia prima seconda (tessuti rigenerati), secondo i principi dell’economia circolare, di cui Prato è capofila, si sono impegnate a rinunciare a tutti quei prodotti chimici che si depositano nell’ambiente fino ad entrare nella catena alimentare. E dunque via i coloranti che contengono ammine, o i Pfc, impiegati per rendere impermeabili tessuti e pelli, o ancora i tensioattivi usati per sgrassare le lane. 
L’adesione al consorzio passa per la sottoscrizione da parte dell’azienda di un protocollo molto dettagliato, che vale anche per fornitori e sub fornitori, l’indicazione delle sostanze nocive che si intendono eliminare, e la pianificazione di un programma di controlli e analisi periodici per verificare il raggiungimento degli obiettivi prefissati. 

La transizione eco-compatibile spesso comporta adeguamenti tecnico-produttivi anche complessi. Per questo le aziende del Consorzio possono contare sull’assistenza fornita dal Comitato scientifico interno. Ma a Prato esiste anche un’altra realtà locale di eccellenza a livello europeo a cui fare riferimento: il Buzzi lab. Da qualche mese al centro di un’inchiesta per irregolarità gestionali, che ne stanno determinando una temporanea riduzione delle attività e molte contestazioni all’attuale dirigenza, il Buzzi lab è una struttura all’avanguardia che conduce analisi chimiche, ricerche e prove industriali, da oltre 100 anni al servizio delle imprese del distretto – così come di griffe dell'alta moda, da Gucci a Louis Vuitton passando per Ferragamo e Prada- e, da quando si è costituito, anche del Consorzio Detox. Per conto del quale esegue periodiche analisi di monitoraggio della qualità dell’acqua dell’acquedotto industriale di Prato, in accordo con GIDA (Gestione Impianti Depurazione Acque della provincia).  

Il Patto per il Tessile 

Ma sono molti i passi decisivi che il distretto pratese sta compiendo per fare del nuovo paradigma produttivo sostenibile e circolare un volano di sviluppo capace di traghettare il settore fuori dalla crisi. Ultimo, in ordine di tempo, il Patto per il Tessile, siglato il mese scorso da Regione Toscana, Comune di Prato, Alia servizi ambientali e, per il distretto, Confindustria Toscana Nord, Cna toscana, Confartigianato Toscana e Astri (Associazione del tessile riciclato). Un protocollo “finalizzato a favorire la formazione di filiere certe e stabili da sviluppare dalla lavorazione fino alla destinazione degli scarti e al reimpiego o, laddove questo non sia possibile, agli impianti di incenerimento o alle discariche”. 
In sostanza, un modo per colmare il vuoto normativo in attesa della modifica ministeriale sui cosiddetti Decreti "End of waste", tanto invocati per sbloccare lo sviluppo di buone pratiche di economia circolare.

A seguire, infatti, la Giunta regionale predisporrà anche le linee guida per l’applicazione del regime di sottoprodotto nell’industria tessile. Dunque cascami di lana, di cotone, di fibre sintetiche, di tessitura o di finissaggio e i ritagli non saranno più considerati rifiuti, ma diventeranno materia prima seconda per altre lavorazioni. Contando che oggi i rifiuti tessili prodotti sono circa 50 mila tonnellate all’anno, l’applicazione del Patto e delle sue linee guida consentirà di riutilizzarne almeno 20-30 mila, con una significativa riduzione delle emissioni di CO2 connesse allo smaltimento.

“Il documento che abbiamo firmato - ha dichiarato il presidente della regione Toscana Enrico Rossi - ribadisce la grande competitività internazionale, non solo europea, di questo distretto produttivo dentro una logica del futuro, quella del riuso, del riciclo, così da evitare quanto più possibile l’impatto delle produzioni, utilizzando materia seconda e certificando produzioni della Toscana".
 
Time is Now! New Citizen 1.5

Ma non solo di tessuti, non solo di processi produttivi, non solo di recupero e riciclo. Quando si parla di Detox si parla anche di idee creative per promuovere una moda più sostenibile. L’attenzione all’impatto ambientale può e deve essere capace di fondersi con i capisaldi del Made in Italy, e dunque qualità, creatività e bellezza. Bello, fatto bene e ecocompatibile possono intrecciarsi in un'unica trama di innovazione al passo con i tempi.     . 

Da qui nasce The Time Is Now! New Citizen 1.5, un progetto promosso da Consorzio Detox, Greenpeace Italia e Istituto Europeo di Design, arrivato oggi alla sua quarta edizione, per coniugare la sostenibilità ambientale della filiera produttiva con una visione del design di moda che possa incidere su cultura e comportamenti di chi la moda la crea e di chi l’acquista. 

Perciò nei prossimi mesi, alcuni studenti di IED saranno incaricati di realizzare sei capsule collection di moda uomo sostenibili, per il cosiddetto New Citizen 1.5, il cittadino del futuro, consapevole che queste due cifre indicano l’aumento massimo possibile della temperatura media mondiale, come sottoscritto all’interno dell’Accordo di Parigi, da realizzare entro il 2030. 
Le collezioni The time is now! New citizen 1.5 saranno realizzate con i tessuti forniti dalle aziende del Consorzio, selezionate per i processi attenti all’ambiente: A Zeta Filati, Antilotex Flock, Berto Industria Tessile, Candiani Denim, Filati Be.Mi.Va., Filati Biagioli Modesto, Filatura Papi Fabio, Furpile Idea, Ilaria Manifattura Lane, Industria Italiana Filati, Lanificio Bellucci, Lanificio dell’Olivo, Lanificio Europa, Manifattura Emmetex, Marini Industrie, Miroglio, Pecci Filati, Tessilfibre, Texmoda Tessuti e Toscofilati.
Il lavoro degli studenti selezionati, sotto la direzione creativa del fashion designer Italo Marseglia, sarà presentato al pubblico nel giugno 2020, in occasione dell’edizione estiva di Pitti Uomo. 

E chissà se alcuni dei tessuti utilizzati o dei modelli progettati da questi giovani creativi potrà trovare spazio nella sezione dedicata alle produzioni contemporanee del distretto in mostra tra le ricchissime collezioni storiche del Museo del tessuto di Prato. 
 

Tag:  Consorzio italiano Implementazione DetoxDistretto tessile di Pratoeconomia circolaremoda sostenibilePatto per il tessilericiclorisparmiare risorse naturaliSostenibilità ambientalesviluppo sostenibiletessile sostenibileTime is Now! New Citizen 1.5

Sigla.com - Internet Partner
Condividi linkedin share facebook share twitter share