Cosa sono e quanto valgono i rating ESG?

di Christian Sansoni

06/03/2024


Partiamo da una doverosa premessa: così come il rating bancario è un’indicazione di probabilità che l'azienda ripaghi o meno il prestito nella sua interezza, allo stesso modo il rating ESG è un’indicazione di probabilità relativamente alle performance di sostenibilità di un’azienda o di un investimento.
Più il valore del rating è alto più l’azienda sta rispondendo in maniera positiva alle sfide che la sostenibilità impone.

I rating ESG dovrebbero guidare gli investitori verso imprese etiche, ma non sempre questo accade.
Il valore del rating ESG di Tesla (il colosso di Elon Musk) è pari a meno della metà di quello di Philip Morris (il colosso del tabacco), secondo l’agenzia di rating ESG che ha valutato ambo le aziende. Perché?

Il rating ESG si basa su 3 pilastri: (E) rispetto dell'ambiente, (S) inclusione completa del posto di lavoro, (G) governo societario. A seconda del tipo di azienda di cui viene chiesto un rating ESG, si opta per dare maggior risalto a uno dei tre pilastri, ad esempio nelle società finanziarie, a scarso impatto ambientale, le voci S e G saranno preminenti rispetto alle E.

Il problema è che mancano al momento delle metodologie condivise a livello internazionale per la loro elaborazione. Questo implica che, per una stessa azienda, le diverse agenzie di rating possono fornire punteggi ESG molto differenziati e ciò costituisce un ostacolo alla loro confrontabilità.

Il punteggio ESG di Tesla è stato penalizzato per gli aspetti relativi all'ambiente di lavoro con presunte accuse di mobbing, a presunte accuse di discriminazione e alla sicurezza del sistema di guida autonoma.
Capite che in questo modo non si fa molta strada. Le aziende, conoscendo il sistema di valutazione delle varie agenzie presenti sul mercato, possono liberamente scegliere quella che più si integra con la propria linea di business trovando quindi giudizi più allineati alle aspettative.

Come vengono assegnati i punteggi?


I punteggi o score si basano su diversi tipi di metodologie e approcci, che possono spaziare in vari ambiti:
- Dati pubblici incrociati con indici di screening e integrazione (MSCI);
- Dati pubblici uniti all’invio di questionari (S&P Global);
- Questionari e benchmarking di aziende su temi o indici specifici (EcoVadis);
- Dati pubblici e benchmarking di aziende su temi o indici specifici (Bloomberg)

Da qui si evince che la mancanza di uniformità nei modelli e nelle metodologie di valutazione sono un’arma a doppio taglio tanto affilata quanto superficiale per la quantità di analisi effettuata, al punto tale da non leggere tra le righe di un bilancio, che sia un'azienda, un ente o peggio uno Stato. 

Lo scorso Novembre 2023 una nota agenzia aveva provveduto a confermare il massimo rating di solvibilità economica alla Germania, salvo il giorno dopo uscire l’annuncio della Corte dei Conti tedesca avvisando della presenza di un buco in bilancio di 60B di euro, che potrebbe essere solo la punta dell’iceberg di un ammanco monstre da circa 700B di euro. 

Proprio a tal proposito lo scorso 5 febbraio è stato approvato il primo set di regole sui rating ESG.

In base alle nuove norme, i fornitori di rating ESG dovranno essere autorizzati dall’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA), essere soggetti alla sua vigilanza e rispettare gli obblighi di trasparenza, in particolare per quanto riguarda la metodologia utilizzata e le fonti di informazione. 
I fornitori di rating ESG più piccoli potranno godere di un regime agevolato per un periodo di transizione di 3 anni. Se lo riterrà opportuno, l’ESMA potrà anche scegliere di esonerarli da alcuni requisiti, valutando caso per caso. 

Inoltre, e fattore di grande importanza, i rating ESG complessivi, intesi come somma di tutte e tre le componenti, devono rendere obbligatoriamente esplicita la ponderazione dei fattori E, S, G del loro punteggio totale.
Infine, per quanto riguarda i fornitori di rating ESG che offrono servizi di consulenza, audit e rating del credito, è stato raggiunto l'accordo di obbligo di predisposizione di un soggetto giuridico distinto tra il rating ESG e il resto.

Il regno dei rating ESG è un labirinto di complessità.


Esistono 2 studi del MIT che possono aiutare in questo labirinto, ma mostrano un panorama rovinato dall'incoerenza e dalla soggettività. I 2 studi sono recenti, entrambi del 2022, il primo si chiama A compass without direction, mentre il secondo si intitola Aggregate confusion: the divergence of ESG ratings.

Il tema centrale di entrambi gli studi è la sfida dell’integrità dei dati. Mettono in dubbio l’affidabilità dei rating ESG nel riflettere accuratamente gli sforzi di sostenibilità di un’azienda. La correlazione tra i rating e i risultati aziendali tangibili è debole, suggerendo un divario tra ciò che i rating ESG dichiarano di misurare e ciò che effettivamente catturano. 
La soluzione sta in un approccio unificato. Il settore ha bisogno di metodologie standardizzate, solide pratiche relative ai dati e processi di rating trasparenti. Fondamentale è anche il coinvolgimento nelle discussioni normative con le Autorità per stabilire un quadro coerente e convergente. 

Noi in ecosostenibile.eu proponiamo un approccio completamente basato sulla Carbon Footprint di organizzazione, basata sulla norma ISO 14064-1, che abbiamo implementato nella nostra soluzione proprietaria eCO2, con la quale possiamo dare una misura veritiera e corretta dell’azienda, fornendo anche un report completamente certificabile da un qualsiasi Ente Terzo.

La misura esatta di tutti i parametri ESG dell’azienda è la condizione necessaria affinché un rating ESG possa essere preso in considerazione da tutti i soggetti chiamati a valutare, controllare, monitorare o verificare le attività che l’azienda svolge.
Basarsi su di una stima significa mettere a rischio reputazione e brand per un minimo errore di valutazione, e finché i criteri non saranno univoci, i rischi di sbagliare saranno troppi.
 

Tag:  ecosostenibile.euESGESMArating ESG

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