Crisi climatica: le raccomandazioni dell'ASviS per un futuro sostenibile. Cominciando da una legge nazionale sul clima

di Redazione

27/03/2023


ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, presenta il suo primo Policy brief che illustra dieci proposte per migliorare il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) su cui è in corso una consultazione pubblica, avviata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE).

È quanto emerge dal Policy brief dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), dal titolo “Dieci proposte sul Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici”, presentato dal Direttore scientifico dell’ASviS Enrico Giovannini, in cui si sottolinea l’estrema gravità della situazione  ed evidenzia come gli interventi per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici siano decisivi per guidare la transizione dell’Italia verso un modello di sviluppo sostenibile. 

Il 28% del territorio nazionale mostra evidenti segni di desertificazione, il 94% dei Comuni è a rischio dissesto idrogeologico, il 42% dell’acqua potabile viene disperso dalle reti idriche. 

Il Policy Brief illustra concrete raccomandazioni per migliorare il PNACC, valorizzando le specificità dei territori, delle comunità e delle filiere produttive. “Il Pnacc è uno strumento fondamentale per integrare le politiche nazionali e locali per lo sviluppo sociale ed economico con la tutela dell’ambiente e va approvato il prima possibile”. Occorre migliorarlo “completando, con un’urgenza rapportata alla gravità della situazione, le analisi di rischio e di vulnerabilità su tutto il territorio nazionale e rendendolo operativo al più presto, evitando rinvii a processi attuativi complessi e lunghi, che svuoterebbero il Piano della necessaria operatività”.

Il Pnacc, redatto dal MASE con il supporto scientifico dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), va finalizzato il prima possibile, in piena coerenza con il nuovo Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (Pniec), che il Governo deve predisporre entro giugno. 

L’ASviS raccomanda di migliorare il Pnacc definendo una gerarchia delle priorità delle misure di adattamento e prevedendo incentivi per le azioni di delocalizzazione di insediamenti civili e industriali a rischio. Vanno poi privilegiate le soluzioni nature based specialmente nella rigenerazione delle aree urbane, lungo le coste e lungo i percorsi dei fiumi e dei torrenti, e definite meglio le regole, i ruoli e soprattutto le responsabilità della governance del Piano, precisando compiti, responsabilità e finanziamenti delle amministrazioni regionali e locali. “Per affrontare la crisi climatica – conclude Enrico Giovannini – bisogna arrivare al più presto all’approvazione di una Legge per il clima, al pari di quanto fatto da altri Paesi europei che hanno già adottato politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici, come previsto dalla Legge europea del 2021, indirizzando al meglio gli ingenti finanziamenti nazionali ed europei disponibili, a partire da quelli per le politiche di coesione per il periodo 2021-2027”. 

Le raccomandazioni dell’ASviS: 

- Assicurare la coerenza generale di tutte le politiche sul clima, sulla biodiversità e sulle transizioni ecologica e digitale, nonché delle politiche sociali.
- Dare rapida attuazione alla revisione del PNIEC e, in sinergia con il PNACC, procedere all’approvazione di una Legge italiana sul clima. 
- Completare, con un’urgenza rapportata alla gravità della situazione, le analisi di rischio e di vulnerabilità su tutto il territorio nazionale alle diverse scale. 
- Rendere operativo il PNACC nei tempi urgenti della crisi climatica che i territori già sperimentano. 
- Concordare tra Governo e Parlamento una gerarchia delle priorità delle misure di adattamento e degli interventi da attuare in funzione delle specificità dei territori e delle risorse disponibili. 
- Privilegiare le soluzioni nature based in tutto il quadro delle misure, in particolare nella rigenerazione delle aree urbane, lungo le coste e lungo i percorsi dei fiumi e dei torrenti. 
- Definire le regole, i ruoli e soprattutto le responsabilità della governance del Piano, precisando compiti, responsabilità e finanziamento delle amministrazioni regionali e locali. Utilizzare il settore assicurativo per l’implementazione di politiche di trasferimento del rischio e per la condivisione delle perdite finanziare collegate ai danni climatici. 
- Correggere e ridurre sostanzialmente le diseguaglianze che, anche a livello sociale, sono dovute alle caratteristiche diverse del clima e dei territori in Italia.
- Regolare la partecipazione della società civile e delle parti sociali, escluse dall’Osservatorio, e del pubblico, anche adottando i principi e le pratiche del débat public. 
- Istituire percorsi di formazione di quadri e di tecnici, anzitutto della pubblica amministrazione, per la lotta ai cambiamenti climatici.
 

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