Dalla gestione dei rifiuti all’innovazione industriale, Il Piemonte è sempre più circolare

di Giovanni Franchini

09/02/2021


La nuova legge sulla gestione dei rifiuti in Piemonte è solo l'ultimo tassello di una regione che punta decisamente sui temi dell'economia circolare. L'attenzione della regione per la sostenibilità era già stata certificata alla fine del 2020 in occasione della quinta edizione di Circonomìa, il Festival dell’economia circolare e delle energie dei territori, che aveva premiato proprio il Piemonte e tutto il Nord Ovest per il suo eccellente approccio sostenibile. In particolare era finito sul podio l'eccellente risultato piemontese del tasso di riciclo dei rifiuti, arrivato al 73% oltre a collocarsi nelle prime posizioni anche per quota di motorizzazioni alternative a benzina e diesel (metano, Gpl, ibrido, elettrico) del totale del parco auto circolante (8,1%).

Risultati lusinghieri che hanno spinto la regione a fare sempre di più e meglio, puntando decisamente verso l'obiettivo della nuova legge sui rifiuti, approvata di recente, che si pone l'obiettivo di rifiuti zero, spingendo decisamente verso la raccolta differenziata e l’economia circolare.

Tre gli obiettivi della nuova legge anche la necessità di creare impiantistica che permetta al Piemonte di diventare autonomo nello smaltimento, l’abbassamento entro il 2025 del quantitativo di indifferenziati prodotti pro capite, fissato in 126 kg per abitante (159 per Torino), il riutilizzo di quei rifiuti che non si possono differenziare con termovalorizzatori sicuri e di ultimissima generazione.

L'Assessore all’Ambiente Matteo Marnati: "La partita dei rifiuti non è solo una questione ambientale ma anche economica, ci saranno nuovi investimenti, nuove assunzioni. Dovremo creare impianti a chilometri zero perché abbiamo bisogno di non dipendere da altri, siano essi in Piemonte o al di fuori. La Regione fa proprio il concetto di economia circolare incentivando lo scambio o la cessazione gratuita di beni per il loro riutilizzo. Abbiamo presentato numerosi progetti a valere sul Recovery Fund per il miglioramento dell’impiantistica, per riciclare la plastica e ideare nuove soluzioni per produrre materiali riciclabili. E lo faremo con i nostri atenei puntando sulla ricerca e sull’innovazione”. 

Non solo rifiuti dunque, ma attenzione all'economia circolare su ogni fronte, a partire proprio dall'innovazione. Lo prevede il nuovo bando sui giovani agricoltori che stanzia 6,2 milioni di euro di fondi Psr per l'insediamento di nuove imprese agricole di qualità per la produzione e valorizzazione di prodotti bio. Settore che è già a buon punto con il progetto Piemonte Agri Qualità, una vetrina digitale dei prodotti bio piemontesi, certificate della Regione Piemonte. Il "Sistema di qualità biologico", che funge da vetrina web in cui sono presenti quasi 2.500 produttori biologici certificati, si pone l'obiettivo di favorire l'incontro tra agricoltori e allevatori, senza dimenticare i consumatori e i commerciali che cercano cibi bio certificati, acquistandoli direttamente dalle aziende agricole. 

Dall'agricoltura all'energia sostenibile, con il progetto Saturno che ha l'obiettivo di creare una una bioraffineria per la conversione dei rifiuti organici e della CO2 in biocarburanti, bio-fertilizzanti e biochemicals. La bioraffineria rappresenterà un esempio pratico di economia circolare a livello urbano grazie alla creazione di nuovi processi e nuovi prodotti, con particolare attenzione al recupero e riuso della CO2. Il progetto vede riuniti 20 attori piemontesi di eccellenza uniti in una piattaforma tecnologica di bioeconomia, cofinanziato dalla Regione Piemonte con fondi POR FESR 2014/2020.
Una volta a regime, la Bioraffineria Saturno convertirà i rifiuti organici e della CO2 in biocarburanti, bio-fertilizzanti e biochemicals. Da un lato, la conversione dei rifiuti organici urbani in materie prime di utilizzo per diversi settori (chimica industriale e dei rifiuti, carburanti ed automotive, agricoltura, biochimica e biotecnologie industriali e cementifici); dall’altro il recupero e la conversione della CO2 attraverso lo sviluppo, l’applicazione e la validazione di metodologie innovative.
Il progetto mira, tra gli altri obiettivi, a ridurre le emissioni di anidride carbonica attraverso lo sviluppo e la validazione di differenti tecnologie di recupero e di riutilizzo, in linea con la nuova legislazione EU, il cui obiettivo è la riduzione del 30% delle emissioni di anidride carbonica per industrie quali automotive, edilizia e rifiuti.

Tra i partner del progetto Saturno c'è anche la novarese Novamont di Catia Bastioli, eccellenza italiana e mondiale nelle bioplastiche e azienda trainante dell'innovazione piemontese, che di recente ha ultimato una delle sue periodiche fasi di shopping innovativo rilevando la norvegese Bio Bag. 
"Ho cominciato a sviluppare il concetto di bioraffineria integrata nel territorio - ha raccontato Catia Bastioli al Corriere della Sera - quando, nel 1996, con un piccolo team di ricercatori uscii da Montedison per iniziare il nostro percorso imprenditoriale. Pensavo che il modello che volevamo realizzare attraverso la reindustrializzazione di siti chimici con le nostre tecnologie sui bioprodotti a basso impatto potesse essere una risposta valida ai problemi che già allora avevamo sotto i nostri occhi".
Con le idee di bioraffineria integrata nel territorio muove i primi passi anche l’economia circolare. Attualmente Novamont è un campione della filiera: 270 milioni di fatturato e 458 dipendenti, tutti impegnati, dalla Sardegna al Veneto trasformandoli in fabbriche sostenibili. 

Il Piemonte è sempre più circolare anche grazie alla Novamont. Ma questa è un’altra storia. Che presto racconteremo.
 

Tag:  agricoltura biologicabioraffineriaCirconomiaeconomia circolareenergia sostenibileNovamontPiemontePiemonte Agri QualitàProgetto Saturnosmaltimento dei rifiutisostenibilità

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