Designing Happiness: un nuovo modello di business

di Francesco Morace

16/10/2019

Il tema Designing Happiness che abbiamo scelto per il Tour 2020 e che lanceremo a Milano nella tre giorni del Festival della Crescita dal 17 al 19 ottobre, propone una nuova visione in cui felicità personale e valore economico possano convivere. Per farlo è necessario approfondire il cambio di paradigma che il digitale comporta. Con l’affermazione della Rete, intesa come madre e matrice di tutte le informazioni e conoscenze, siamo portati ad adottare un modello estrattivo del valore, abbandonando la modalità trasformativa che implica invece un attraversamento della diversità che richiede ingegno, saper fare, creatività, e soprattutto responsabilità nelle scelte. Questo cambiamento ha un impatto decisivo anche nella dimensione di una nuova economia e su nuovi modelli di business: non è più sufficiente parlare in modo generico di Sharing economy o di capitalismo delle piattaforme digitali. È necessario approfondire con spirito critico la pervasività del digitale e comprendere i possibili rischi di controllo e influenza sull’esperienza di ciascuno, che vengono ormai segnalati in particolare proprio da chi il Web lo ha creato come Tim Berners-Lee, e nutrito come Lawrence Lessig, pensando a un ampliamento delle nostre libertà.

Ma allora cosa è successo? La risposta sta nelle differenze tra un modello estrattivo e un modello trasformativo del valore: cerchiamo di spiegarlo in breve. Il modello estrattivo - che si incarna anche nella tecnica di manipolazione dei Big Data - implica che il valore sia già presente nel sottosuolo del web, e che vada solo estratto (nel peggiore dei casi sottratto a nostra insaputa, violando la privacy) dall’enorme mole di dati a disposizione, attraverso l’uso di algoritmi che diventano le trivelle e pompe del web, esattamente come avviene nell’estrazione del gas o del petrolio. Nel cambiamento digitale della vita online in cui siamo immersi, emerge un rischio che bisogna evitare: la perdita di valore delle cose, delle persone, della loro profondità, come effetto apparentemente inevitabile di comportamenti veloci, ricorsivi, automatici, verso cui inconsapevolmente l’intera società si sta orientando. Nei nostri comportamenti e attitudini digitali spesso ci limitiamo a riprendere, rilanciare, ri-twittare, condividere e poi discutere e alimentare convergenze e conflitti sulla base di ciò che si è estratto. Nel corso della tappa milanese del Festival affronteremo questo tema il 17 ottobre nel pomeriggio di apertura, in particolare con Antonio Nicita di AgCom che ha appena pubblicato il libro Big Data. Come stanno cambiando il nostro mondo e Cosimo Accoto che nel suo libro Il mondo ex Machina. Cinque brevi lezioni di filosofia dell’automazione approfondisce una riflessione proprio sui nuovi automatismi nel conoscere, lavorare, organizzare, distruggere e governare.

Sintetizzando questi contributi e anticipando le conclusioni del mio libro Il bello del mondo. Battiti locali per un respiro globale possiamo affermare: è pericoloso limitarsi a estrarre, senza elaborare i propri pensieri seguendo un’Etica. Perché lo facciamo? Perché è più semplice, più veloce e non ci costringe allo stress del prendere posizione: che è l’unico modo di introdurre al pensiero morale, decidendo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. È così che rischiamo di perdere il senso delle cose e delle nostre vite: è invece qui che l’Etica deve riconquistare il suo ruolo.  Di questo parleremo anche nella sessione di venerdì 18 alle 17.30 dedicata ai Territori Sostenibili con Caroline Corbetta (Art Curator), Paolo Corvo (Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo), Paolo Marcesini (Italia Circolare) e Luca Zanini (Corriere della Sera).
 

Tag:  modello economico sostenibile

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