Develoopments / Il caso Aliva

Taccuino di Alberto Improda sull’Innovazione per la Sostenibilità

16/05/2023


Capita che l’Innovazione prenda le mosse dalla Tradizione, rivisitandola secondo i dettami della Sostenibilità e disegnando una traiettoria all’insegna della più virtuosa Circolarità.
È il caso della fresca ed intelligente esperienza imprenditoriale di Aliva.

L’albero dell’Ulivo rappresenta un elemento fortemente tradizionale della nostra cultura e l’Olio costituisce uno storico caposaldo dell’immagine dell’Italia nel mondo.
La potatura è una lavorazione tipica dell’olivicoltura, che richiama pratiche antiche ed evoca sensazioni vagamente arcaiche.

In Calabria, terra di grandi difficoltà e interessanti fermenti, quattro giovani hanno creato Aliva, azienda che crea oggettistica utilizzando quale materia prima i residui della potatura.
Dagli scarti della lavorazione degli alberi si ricavano complementi di arredo naturali ed ecologici, strettamente legati al territorio.

Il progetto di Aliva si basa su un grande rispetto per la Natura: nessun albero viene abbattuto e la potatura è effettuata solo se necessaria alla pianta, affidando il lavoro a potatori certificati.
Dice Antonio Centorrino, Operation Manager e Designer dell’impresa: “Oggi Aliva crea complementi di arredo con questa speciale materia e li dedica alle regioni da cui arriva il legno: Calabria, Sicilia e Puglia. Ma il nostro obiettivo è ancora più ambizioso. Vogliamo creare dei pannelli di compensato da destinare poi ai settori più comuni, quali l’arredamento e l’edilizia. Questo consentirà di creare con il legno senza abbattere gli alberi”. 
Spiega Gabriel Gabriele, Ingegnere Informatico e Web Developer di Aliva: “Abbiamo pensato che la legna proveniente dalla potatura doveva in qualche modo essere riutilizzata. È diventata così materia prima per i nostri complementi d’arrivo. Certifichiamo ogni singolo prodotto, in modo tale da avere certezza dell’albero che ha donato la sua legna”.

L’operazione rappresenta un caso di attività d’impresa ispirata al paradigma della Sostenibilità a tutto tondo.
Le componenti economiche e ambientali del progetto risultano di palmare evidenza, ma forti sono anche le motivazioni sociali che ne caratterizzano lo sviluppo.
Una parte dei profitti di Aliva viene destinata a corsi di formazione gratuiti, destinati a contadini e aziende agricole, per informarli e sensibilizzarli rispetto alle minacce per la salute degli ulivi.
L’impresa opera anche a sostegno del territorio salentino, martoriato dalla piaga della Xylella, che ha causato la morte di 21 milioni di alberi dal 2013 ad oggi.
Grazie al progetto di Aliva il legno degli ulivi, alberi a volte secolari, patrimonio identitario, storico e naturalistico del territorio, continua – in forma diversa – ad accompagnare il percorso degli uomini.

L’iniziativa evoca istintivamente, per una semplice associazione di idee, una peculiare espressione del Design contemporaneo: il Biomimetismo.
Carlo Santulli, docente di Ingegneria dei Materiali, parlando dell’argomento, ebbe a dichiarare: “Lo scopo della disciplina non è imitare una certa forma, ma capire qual è l’obiettivo che la Natura si è posta nell’utilizzarla e per il quale ci ha detto, in parole povere: questa è la risposta. Sta a noi, dedurre la domanda” (L’Espresso, 4 luglio 2012).
La vicenda che qui stiamo commentando è distante dai canoni e dai principi della biomimetica, però riguarda pur sempre il rapporto tra il Design e la Natura.

Nel caso di Aviva possiamo in qualche modo leggere un atto di amore verso i frutti della Terra, della quale si accolgono come un dono anche i materiali di scarto, sotto forma di legno di risulta dalla potatura degli ulivi.
Legno al quale si dona una nuova vita, senza dedurre domande e senza pretendere risposte, ma facendo leva sulla bellezza, sul sentimento e sulla creatività.
 

Tag:  AlivaDeveloopmentseconomia circolarelegno

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