Il Gruppo Fedrigoni rappresenta un virtuoso esempio di contaminazione fra Tradizione e Innovazione. L’Azienda vanta radici antiche, un forte legame con il territorio veronese e una storia piena di fascino. Giuseppe Fedrigoni, dopo una lunga esperienza nel commercio della carta, nel 1888 fonda la Cartiera di Verona, prima cartiera industriale della città. Gianfranco Fedrigoni, nipote di Giuseppe, nel 1938 rileva la Cartiera del Varone a Trento e la aggiunge agli impianti di Verona. La Cartiera di Verona, sul finire della Seconda Guerra Mondiale, viene completamente distrutta durante un bombardamento. La famiglia Fedrigoni e alcuni dipendenti, nel 1945, ne finanziano la ricostruzione utilizzando i propri risparmi, senza ricevere fondi dallo Stato o dal Piano Marshall. Gianfranco Fedrigoni, di ritorno dagli USA, nel 1965 fa installare nello stabilimento di Varone la prima macchina per la produzione degli autoadesivi. E la storia prosegue, con un crescendo di successi e di sviluppi, sia a livello nazionale sia su scala internazionale, fino ad arrivare ai giorni nostri, con il Gruppo che rappresenta una eccellenza nella produzione di carte speciali e di materiali autoadesivi. L’Azienda, forte della propria risalente e prestigiosa storia, si caratterizza oggi per uno spiccato impegno nell’Innovazione per la Sostenibilità. Il Gruppo promuove la Sostenibilità con approccio ispirato al “Making Progress”, vale a dire un processo di cambiamento e miglioramento continuo, che coinvolge il suo intero ecosistema – brand, stampatori, converter, grafici e fornitori – per la creazione e l’implementazione di una filiera effettivamente responsabile e sostenibile. Nei processi produttivi di Fedrigoni, per la realizzazione delle carte speciali e dei materiali autoadesivi, si rispettano i principi dell’economia circolare, riducendo l’impronta di carbonio e migliorando la gestione delle materie prime, dell’acqua e dei rifiuti. I prodotti del Gruppo vengono progettati secondo i più avanzati principi dell’eco-design, implementando costantemente tecnologie all’avanguardia e sperimentando senza sosta materiali innovativi. L’Azienda, che sviluppa Innovazione soprattutto nel proprio Innovation Center di Verona e nel Centro di Ricerca e Sviluppo a Voiron in Francia, è attualmente molto impegnata – tra l’altro – sul processo cosiddetto “Plastic to Paper”. Si tratta di un insieme di tecnologie finalizzate a sostituire la plastica con la carta, in particolare nelle applicazioni che richiedono specifiche caratteristiche di robustezza, idrorepellenza e igiene. Dice Micaela Di Trana, Vicepresident Innovation and Sustainability del Gruppo: “Oggi siamo in grado di produrre carte di qualità ad alto valore aggiunto che resistono all’umidità, all’unto, agli strappi, alle pressioni e che trovano applicazione in tutti i settori merceologici, nel food & beverage come nella cosmesi, nella ristorazione, nella logistica”. L’impegno per l’Innovazione di Fedrigoni, che vanta un significativo patrimonio di Proprietà Intellettuale, si sviluppa davvero a tutto tondo, anche grazie a originali e lungimiranti forme di partnership con imprese operanti in settori diversi, dall’Abbigliamento ai prodotti per la Casa. Questa costante tensione verso l’Innovazione, che da sempre caratterizza la storia dell’Azienda, oggi in particolare risulta improntata al paradigma della Sostenibilità ed emerge con chiarezza dalle parole di Marco Nespolo, CEO del Gruppo: “L’innovazione in Fedrigoni si può declinare sotto due aspetti. Innanzitutto, innovazione di prodotto, a partire dai materiali, che devono essere sostenibili anche in ambito self-adhesives, dove la sfida è ovviamente maggiore rispetto alla carta (l’obiettivo al 2030 è realizzare solo prodotti riciclabili al 100%, quando possibile sostituendo la plastica con la carta attraverso soluzioni altrettanto performanti). In questa direzione vanno alcune acquisizioni e partnership che abbiamo chiuso di recente, come la joint venture con Tecnoform che ha dato vita a Éclose, un nuovo brand per veicolare prodotti termoformati totalmente a base di polpa di cellulosa in sostituzione degli attuali in plastica (ad esempio i vassoi interni alle confezioni di cosmetici o profumi), oppure l’accordo con Albini, tra i principali produttori europei di camicie, per la realizzazione di Futura, una carta composta al 25% da fibre ottenute con gli scarti tessili. O ancora, Re-Play, che prevede l’upcycling dei supporti siliconati staccati dalle etichette, recuperati presso i clienti e riciclati con un processo nobilitante: invece di essere buttato, lo scarto diventa parte integrante del frontale dell’etichetta. In secondo luogo, vanno innovati i processi: sono più di 20 anni che facciamo ricerca e sviluppiamo soluzioni per ridurre l’impatto ambientale della nostra filiera, ma dal 2018, con l’ingresso di Bain Capital nell’azionariato, è stata impressa un’accelerazione alla trasformazione completa del processo produttivo, così da renderlo sempre più efficiente e sostenibile in tutti i nostri 52 siti produttivi e centri distributivi nel mondo. Tra i nostri obiettivi al 2030, oltre a un’ulteriore riduzione dell’uso di energia elettrica attraverso soluzioni alternative come gli impianti di cogenerazione, c’è l’abbattimento del 30% delle emissioni di CO2, la restituzione in ambiente di oltre il 95% di acque pulite (siamo già al 97%) e il recupero del 100% di rifiuti in ottica circolare (siamo all’89%)”. In un contesto dove Innovazione e Sostenibilità a volte sono parole vuote, utilizzate in guisa di specchietti per le allodole, l’impegno di Fedrigoni si distingue meritoriamente per concretezza ed effettività. Il Gruppo, dunque, ben potrebbe fare sue le parole del Cavaliere dalla Triste Figura, Don Chisciotte della Mancia: “Lascia parlare la carta e la lingua taccia”.
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