Develoopments / Moda tra Geometrie e Avanzi: Nicoletta Fasani e la Scartoria

Taccuino di Alberto Improda sull'Innovazione per la Sostenibilità

05/06/2024


L’Abbigliamento è uno dei settori industriali che trova maggiori difficoltà nell’entrare in sintonia con il Paradigma della Sostenibilità

Questo si traduce in una situazione per qualche verso paradossale. 
Da un lato, larga parte dei consumatori, soprattutto tra le fasce dei più giovani, mette sempre di più la Sostenibilità al centro del proprio universo valoriale e delle proprie scelte d’acquisto. 
Dall’altro lato, le aziende della Moda, particolarmente vincolate proprio all’aspetto identitario e alle aspettative ideali delle persone, fanno grande fatica a rispondere ai dettami di questo ormai imprescindibile principio.

In un simile quadro, appare di peculiare interesse l’iniziativa d’impresa che fa capo a Nicoletta Fasani
La stilista ha nel suo DNA la passione per l’artigianalità e la manualità, probabilmente ereditate da una nonna sarta e da un nonno che confezionava scarpe fatte a mano. 
Nicoletta Fasani, dal momento in cui ha avviato il proprio atelier a Milano, in Via Paolo Mantegazza 36, nello storico quartiere di Villapizzone, ha fatto propria la massima: “Il Bello è la conseguenza del Giusto”. 
Si tratta di un detto giapponese, tradizionalmente utilizzato nell’arte dell’Origami, per significare che la bellezza (la forma) è il risultato di una regola giusta (il metodo, le istruzioni). 

La designer ha dunque posto la Sostenibilità al centro della propria Azienda, facendo ad essa costante riferimento nella sua attività, vera e propria stella polare alla quale guardare nell’indirizzare le iniziative dell’impresa. 
All’inizio, inevitabilmente, la stilista acquistava i tessuti da lavorare nei mercati oppure da stocchisti, ma molte stoffe erano sintetiche e prodotte con metodi altamente impattanti sull’ambiente. 

È lei stessa a raccontare: "All'inizio, usavo tessuto stock e giacenze di magazzino. Ricordo che, srotolando un tessuto per stenderlo sul tavolo, le mie mani erano diventate blu. Da allora mi sono interrogata su quello che stavo acquistando e ho cercato solo fornitori che fossero certificati". 
E ancora: “Di pianeta, però, ce n’è uno solo e tutti dobbiamo fare la nostra parte per rispettarlo. Così mi sono messa a cercare delle alternative ai tessuti sintetici. Ho iniziato a prediligere le fibre naturali e biologiche, per esempio la seta, il cotone organico e la fibra di bamboo. O ancora la canapa e l’ortica, che sono isolanti e proteggono sia dal caldo che dal freddo. Un altro tessuto che amo è il cupro: deriva dal rame, somiglia alla seta ed è perfetto per i clienti vegani, che vogliono vestirsi senza sopprimere i bachi”. 

Oggi in azienda i materiali vengono scelti con cura e si caratterizzano per l’alta qualità e la provenienza sicura, sia dal punto di vista sociale sia da quello ambientale: cotoni biologici certificati, velluti, seta, lana, viscosa. 
L’impresa raccoglie anche tessuti di fine pezza della grande distribuzione tessile: cotone organico, lino, canapa, cupro, lana biologica, seta comasca, jeans certificato biologico e mischie ampiamente sostenibili, prive di derivati plastici. 

La Sostenibilità svolge un ruolo importante nell’attività di Nicoletta Fasani sotto diversi ulteriori aspetti. 
Le sue collezioni, infatti, si contraddistinguono anche sul versante della sostenibilità economica e dell’inclusività sociale. 

L’azienda propone abiti componibili e trasformabili, basati su geometrie semplici e lineari, che si possono indossare in vari modi: un innovativo modo per vestirsi in maniera diversa, ma indossando lo stesso abito. 
In linea di principio si ricorre a forme basiche come il rettangolo e il quadrato, che – a seconda delle dimensioni e delle cuciture - si trasformano in capi di varia tipologia: top che diventano gonna o abito, tubino che diventa maglia o sciarpa, etc. etc. 
Accanto alle collezioni più sperimentali e innovative esistono anche linee maggiormente tradizionali, però sempre caratterizzate da forme geometriche semplici e confortevoli, nonché da una spiccata vocazione all’inclusività, in quanto indossabili da donne di tutte le taglie. 

Sostenibilità e Circolarità sono palesemente i principi ispiratori dai quali è scaturita l’esperienza dei laboratori di “Scartoria”. 
In questi workshop la stilista insegna come recuperare le stoffe di scarto della sua produzione, creando originali accessori senza utilizzare ago e filo, ma soltanto le mani
Vale la pena di sottolineare che gli scarti prodotti dall’azienda sono minimi, in quanto in fase di progettazione si utilizza il principio dell'ecodesign, per realizzare abiti senza zip e senza bottoni, in modo da avere modelli molto geometrici, con una percentuale estremamente ridotta di avanzi. 

Ad ogni modo, con la Scartoria si apprende, attraverso una tecnica di tagli e nodi, come realizzare accessori utilizzando esclusivamente forbici, fantasia e materiali forniti dall’impresa: scampoli di tessuto di diversa grandezza e di differenti tipologie materiche.
La metodologia del laboratorio si basa sulla naturalità dell'imparare e dell'esprimersi, secondo un metodo di 'congetture e confutazioni', prove ed errori, senza irregimentare la creatività. 
È la stessa Nicoletta Fasani a commentare, con contagioso entusiasmo, l’intelligente e originale iniziativa: "Tutte le volte si ottengono risultati stupendi. Non è necessario avere una creatività specifica o una manualità particolare. Il tessuto e la tecnica portano alla nascita di un prodotto”.
 

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