Develoopments / Proteso, con la schiena dritta, verso la Sostenibilità

Taccuino di Alberto Improda sull’Innovazione per la Sostenibilità

14/11/2023


La Sostenibilità Sociale rappresenta il versante più scivoloso, enigmatico e impegnativo del paradigma della Sostenibilità.

Un grande tema, nell’ambito della Sostenibilità Sociale, è costituito dalle questioni attinenti al mondo del Lavoro e in particolare del Lavoro Manuale.
Nel corso degli ultimi decenni si è assistito a un evidente e progressivo declino del valore sociale del Lavoro Manuale.
Solo fino agli Anni Ottanta la figura dell’Operaio e del Contadino rappresentavano dei caposaldi del nostro sistema economico e sociale, autentici punti di riferimento nell’immaginario collettivo e nella elaborazione politica e culturale.

Oggi, invece, le occupazioni dell’Operaio e del Contadino godono di un apprezzamento pubblico sempre più modesto, anche agli occhi degli stessi lavoratori che svolgono quelle mansioni.
Eppure, malgrado la profonda crisi del valore sociale di questo tipo di lavoro, parliamo di attività che – al contrario di quanto si potrebbe credere – sono attualmente molto richieste e spesso ben remunerate.

Tuttavia, malgrado l’alto indice di disoccupazione che contraddistingue l’attuale frangente storico e la necessità da parte delle aziende di reperire risorse umane per le mansioni in oggetto, le nuove generazioni dimostrano scarso interesse per questo genere di lavoro.
Alla base di questa contraddizione, con tutta probabilità, si trovano le medesime ragioni che danno luogo al fenomeno della cosiddetta Great Resignation, vale a dire l’abbandono in massa – da parte soprattutto dei giovani – di posti di lavoro senza apparente motivo.
Per larga parte di noi adulti risulta inspiegabile che qualcuno lasci uno stipendio sicuro senza una vera ragione, senza avere incontrato il rifiuto di avanzamenti di carriera o di retribuzione, senza poter contare su altre certezze o lavori sostitutivi.

Una chiave di lettura dello scarso appealing del Lavoro Manuale, così come del fenomeno della Great Resignation, può essere individuata nella inedita e condivisibile centralità che le ultime generazioni attribuiscono alla componente qualitativa del lavoro.
I giovani lavoratori sono disposti a correre rischi importanti in termini di stabilità e di tranquillità economica, pur di preservare il proprio benessere e di difendere l’integrità della propria persona.
In questo discorso rientrano senz’altro anche gli aspetti della salute individuale, della sicurezza sul posto di lavoro, del rispetto per il proprio corpo.

Una forte attinenza con le questioni del Lavoro Manuale e della Sostenibilità Sociale, alla luce di quanto sopra, viene rivestita dal progetto d’impresa di Proteso.
Proteso è una start-up tecnologica e innovativa, nata dalla collaborazione tra l’INAIL – Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro e l’IIT – Istituto Italiano di Tecnologia.

La giovane azienda è specializzata nella realizzazione di esoscheletri collaborativi ad uso industriale, progettati per proteggere i lavoratori dai problemi creati dallo svolgimento delle mansioni di sollevamento ripetitivo di pesi e di carichi.
Un esoscheletro di Proteso consente, grazie a un meccanismo sia attivo sia passivo e alla alimentazione di motori elettrici, di svolgere attività ripetitive di movimentazione di carichi riducendo il rischio di infortuni sul lavoro, in virtù di un aiuto meccanico fornito alla schiena dell’operatore.

Il dispositivo, agevolmente indossabile, agevola lo sforzo del lavoratore senza ostacolarne i movimenti ed è dotato di sensori in grado di interpretarne autonomamente le azioni, al fine di fornirgli un supporto adeguato allo sforzo, mediante l’attivazione dei motori elettrici integrati.
Si tratta di un esoscheletro collaborativo, realizzato con materiali leggeri, dotato di motori e sensori tecnologicamente avanzati, che supporta le capacità fisiche dell’operatore nello spostamento manuale dei carichi, riducendo così le patologie da sovraccarico biomeccanico.

La finalità di questo strumento, fortemente innovativo e ad alto contenuto tecnologico è quella garantire un miglioramento delle condizioni di sicurezza e della qualità della vita per coloro che svolgono lavori manuali.
Il positivo impatto del trovato sul versante della Sostenibilità Sociale può essere davvero considerevole: potrebbero godere dei suoi benefici, stando ai più recenti dati dell’INAIL, circa cinque milioni di lavoratori, tra gli addetti all’attività di movimentazione dei carichi in settori come l’edilizia, la logistica, la sanità e il manifatturiero.

Una personalità particolarmente impegnata nella valorizzazione, nel rilancio e nella tutela del Lavoro Manuale è Brunello Cucinelli.
Ha detto il lungimirante imprenditore umbro: “Come possiamo cambiare il lavoro operaio? Siamo un Paese manifatturiero, abbiamo bisogno di persone che vengano a lavorare nelle nostre imprese se vogliamo garantire il futuro delle nostre fabbriche. Curiamo il lavoro operaio, investendo un punto di profitto netto possiamo rendere più belle le nostre fabbriche e renderle più attraenti per chi viene a lavorare da noi. E parlo proprio dei lavori manuali che oggi gli italiani non vogliono più fare”. 
E ha dichiarato anche: “Chi verrà a lavorare da noi? A fare certi lavori da operai, da artigiani o di pulizia? Abbiamo il 7% di disoccupazione ma voi mandereste i vostri figli a fare gli operai? Quindi dobbiamo per forza cambiare qualcosa”. 

L’iniziativa in esame porta sicuramente il cambiamento nella direzione giusta.
L’Innovazione di Proteso è dedicata proprio alla salvaguardia della salute dell’Operaio e del Contadino, contrastando così il discredito del Lavoro Manuale e svolgendo una importante funzione in termini di ampliamento dell’Occupazione e di Sostenibilità Sociale.
 

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