Develoopments / Salone del Mobile, Fuorisalone e Mondi Connessi

Taccuino di Alberto Improda sull'Innovazione per la Sostenibilità

02/04/2025


Il Salone del Mobile di Milano, in programma nel capoluogo meneghino dall’8 al 13 aprile 2025, organizzato da Federlegno Arredo Eventi, rappresenta un evento di centrale importanza e una vetrina di rilievo internazionale per l’intero settore dell’Arredamento e dell’Illuminazione. 

L’Edizione numero 63, peraltro, attesta che la manifestazione costituisce ormai una iniziativa che trascende il ruolo di mera fiera espositiva, avendo assunto la dimensione di autentico e significativo evento culturale. 
L’Economia della Complessità, tipica del nostro Tempo, ancora sfugge a una definizione pacifica e cristallizzata, ma possiamo affermare – in linea con gli insegnamenti provenienti soprattutto dalla scuola del Santa Fe Institute – che essa si caratterizza per una peculiare quantità di interconnessioni tra elementi diversi e per “la diffusa interazione fra agenti eterogenei che interagiscono localmente in un certo spazio” (John Barkley Rosser Jr., Voce Complessità Economica, Enciclopedia Italiana, VII Appendice, 2006). 
Si tratta di una realtà che implica un tipo di conoscenza estremamente nuovo ma molto antico, improntato ai principi di trasversalità e multidisciplinarietà, riconducibili a quanto indicato da Leonardo da Vinci più di cinquecento anni fa: “Sì come ogni regno, in sé diviso è disfatto, così ogni ingegno diviso in diversi studi si confonde e indebolisce” (Scritti Letterari, 2007, 6). 

In questo contesto, lo strumento del Design assume una inedita centralità e una primaria importanza, nella Società e nell’Economia, ponendosi come insostituibile “mediatore di saperi”, quale “disciplina che si insedia a metà strada tra quattro sistemi di conoscenze (in-put) tra di loro difficilmente dialoganti: le “humanities” e la tecnologia/ingegneria su un asse, e l’arte/creatività e l’economia e la gestione su un altro asse perpendicolare al primo” (Flaviano Celaschi, Il Design come mediatore di saperi, in Uomo al centro del progetto – Design per un nuovo umanesimo, 2008, 20). 
D’altronde, “il porsi a cerniera tra questi antichi e ricchi saperi specialistici strutturati, non in antitesi ma come catalizzatore di contenuti e sintetizzatore di effetti, fa del design un sapere di grande potenzialità contemporanea, pervasivo ed efficace, relazionante e mutante, e straordinariamente adeguato a pontificare la relazione tra teoria e prassi, tra possibile e realizzabile” (ibidem). 

La valenza culturale della articolata manifestazione trova una plastica conferma nel tema conduttore dei “Mondi Connessi”, che caratterizza la dinamica realtà del Fuorisalone

Il concetto di Mondi Connessi sintetizza mirabilmente come il Design consenta oggi di rispondere in modo costruttivo all'evolvere delle relazioni, degli spazi e delle tecnologie, in un mondo sempre più complesso e interconnesso. 
Il principio travalica l'idea di semplici tecnologie integrate e abbraccia la visione di oggetti e spazi che favoriscono interazioni fluide e empatiche, creando ambienti più sempre intelligenti e sostenibili, in linea con i nuovi bisogni degli individui e della collettività. 
Siamo dinanzi, in pratica, a una nuova modalità del progettare, nell’ambito della quale il Design tiene conto dell’interconnessione e della contaminazione tra tutti gli elementi della vita quotidiana: dalle persone agli spazi, dalle tecnologie agli oggetti, sempre mantenendo al centro i bisogni dell’Uomo. 

Donald Norman autorevolmente parla di “design antropocentrico, o human-centered design (HCD), un’impostazione che parte dai bisogni, capacità e comportamenti umani, adattando poi la progettazione a quei bisogni, quelle capacità e quei comportamenti” (La caffettiera del masochista, 2017, 26). 
Secondo lo studioso statunitense, “il design antropocentrico, o HCD, è una filosofia progettuale. Vuol dire partire da una buona conoscenza degli esseri umani e dei bisogni che il progetto intende soddisfare” (ibidem, 27). 

Il concetto di Mondi Connessi implica anche un approccio all’Innovazione Tecnologica che si incentri su applicazioni non invasive e predominanti, bensì progettate per integrarsi armoniosamente con l’ambiente circostante, migliorando la qualità della vita delle persone. Rispondono a questo tipo di impostazione, ad esempio, i sistemi di illuminazione intelligente, che si regolano in base alle specifiche necessità degli utenti, oppure i mobili con funzioni integrate, che rispondono a determinati comandi vocali o sensoriali. 

Il tema dei Mondi Connessi riguarda particolarmente da vicino anche il paradigma della Sostenibilità e il rapporto tra l’Uomo e l’Ambiente
In questa prospettiva, risulta nel pieno del focus della manifestazione la sempre maggiore diffusione di materiali ecologici, l'utilizzo ad ampio raggio di risorse rinnovabili e il rispetto dei dettami dell'Economia Circolare
Le piante, le installazioni floreali e gli spazi verdi integrati nel Design degli interni, ad esempio, saranno sempre più presenti e funzionali al progetto, non solo per il loro valore estetico, ma anche per il loro impatto positivo sulla salute e sul benessere. 

Il Salone del Mobile di Milano, con il Fuorisalone all’insegna dei Mondi Connessi, diventa un grande laboratorio sul Contemporaneo, con una specifica attenzione alle largamente inesplorate e spesso spiazzanti interazioni tra persone, ambienti, e tecnologie che caratterizzano il nostro Tempo. 
La manifestazione, in questa ottica, risulta anche un esteso, diffuso e multiforme centro di sperimentazione del Design come abilitatore di prodotti e servizi per il miglioramento della qualità della vita, in virtuoso equilibrio tra Estetica e Funzionalità. 

La fiera meneghina, in buona sostanza, ferma restando la sua assoluta centralità per il settore dell’Arredamento e dell’Illuminazione, diventa un rilevante evento culturale in senso lato, utile per leggere in modo olistico le più attuali tendenze in atto nella Società.
Perché il Design, in ultima istanza, “è la chiave che ci permette di comprendere il mondo fatto dall’uomo (Deyan Sudjic, Il linguaggio delle cose, 2015, 37).
 

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