Bisognerebbe ribellarsi alla dittatura del quarto uomo, l’arbitro che sta a bordo campo e, aggiornando regole antiche ai tempi social che viviamo, alza un cartello che indica a tutti i minuti di recupero. O forse, visto che le partite si sono ormai allungate così tanto da non finire nei 90 minuti regolamentari, dovremmo concentrarci proprio sul concetto di recupero: cosa succede, negli stadi e agli stadi, quando anche l’ultimo dei giocatori, dei giornalisti, del cameramen tv e dei tifosi se n’è andato?
In altri termini, possiamo ancora permetterci degli impianti che vivono solo 90 minuti ogni due settimane in quelle città dove la squadra di serie A è una sola e non gioca le Coppe?
Se durante la settimana uno vuole vivere un’emozione speciale, dovrebbe proprio visitare uno stadio vuoto per apprezzarne la magia, l’aura addirittura. Non scalfita neanche dal fatto che durante la settimana i nostri campi si fanno la lampada, come noi comuni mortali, per curare l’erba, farla crescere e ricrescere.
Stefano Boeri una sua idea l’ha presentata partecipando, senza vincere, al concorso di idee per un nuovo San Siro a Milano: ha disegnato un impianto che invece di avere un tetto è coperto da un bosco, un luogo speciale dove andare anche a correre.
Anni fa, lavorando come responsabile comunicazione del Bologna, mi presentai in Comune con questa idea: perché non facciamo crescere un Bosco Bologna, sfruttando la legge Rutelli che impegna le amministrazioni pubbliche a piantare un albero per ogni nuovo nato, chiedendo la collaborazione dei genitori cittadini e tifosi? Il bosco cominciammo a farlo crescere per davvero, e adesso che si festeggiano i 90 anni della Serie A, una vera passione nazionale, sarebbe bello che ci fosse anche un’altra celebrazione utile: un albero piantato per ogni gol realizzato.
Torniamo all’inizio, ai campi che fanno la lampada grazie a file di fari mobili. Davvero non si trova il modo, con la stessa logica, e con tecniche oggi accessibili, di far diventare nei i mega parcheggi attorno agli stadi delle centrali che producono energia pulita?
Intanto le squadre di calcio vanno già in campo con divise realizzate riciclando bottiglie di plastica. Quello che manca è un gioco di squadra più grande con società, partner, tifosi che impegni il calcio a essere quello che il quarto uomo ci ricorda a ogni partita: un’industria tra le più importanti del Paese, di sicuro la più partecipata, che non finisce al novantesimo minuto.
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