È tempo di cambiare l’economia. Portate una ciambella

di Giovanni Franchini

27/05/2020

Una ciambella è fatta di due cerchi. Nel centro abbiamo le risorse necessarie per vivere: cibo, acqua pulita, alloggi, energia, reddito, istruzione, standard minimi igienico sanitari. Chi sta al centro del primo cerchio è sotto il livello minimo, mentre chi è nello spazio intermedio tra i due cerchi, vive in uno stato ottimale, dove i bisogni essenziali sono soddisfatti. Al di fuori del secondo cerchio ci sono i limiti ecologici, quelli al di là dei quali non si dovrebbe andare per non danneggiare il pianeta: il clima, il suolo, gli oceani, lo strato di ozono, l’acqua dolce e la biodiversità.

La metafora della ciambella è alla base di un libro uscito nel 2017, "L'economia della ciambella", scritto da Kate Raworth, docente di economia all'Università di Oxford che, dopo essere atterrato sulla scrivania di sindaci, urbanisti, sociologi e capi di stato, sta conoscendo una nuova vita grazie alla città di Amsterdam che già da un anno ha contattato l'economista britannica per studiare un piano per la città olandese e che è stato presentato proprio durante la quarantena dovuta al Covid-19.

“Ovviamente quando abbiamo contattato Kate Raworth non pensavamo che avremmo affrontato una pandemia - ha detto il vice sindaco e assessore alla sostenibilità di Amsterdam, Marieke van Doorninck -, tuttavia questo particolare momento carica ancora più di significato e di urgenza l'adozione di uno stile di vita più sostenibile soprattutto per il futuro delle successive generazioni. Come governo ne abbiamo il dovere”.

La Ciambella immaginata da Eawort fissa dei limiti ambientali planetari e riconosce che dei nove livelli, tre sono già stati pericolosamente attraversati: cambiamento climatico, perdita di biodiversità e l'uso di azoto. Allo stesso tempo, gran parte dell'umanità vive ancora molto al di sotto delle fondamenta sociali: il 13% delle persone nel mondo è denutrito, il 19% non ha accesso all'elettricità e il 21% vive con meno di 1,25 dollari al giorno. “È un'indicazione straordinaria di quanto sia profondamente ineguale e insostenibile l'attuale percorso di sviluppo globale”, ha affermato Raworth.

Ma come si applica un modello come la Ciambella ad una città? Nello scorso anno un team di esperti nominato dalla Rawort ha lavorato alla creazione di “Amsterdam City Donut”, una “ciambella” esclusiva per la città olandese che tra l’altro già si è posta l’obiettivo di diventare città circolare entro il 2050.

Il progetto per Amsterdam ha previsto una prima fase di ascolto, attraverso dei seminari dedicati, di enti e associazioni locali sui principali temi urbani: cibo, alloggi, salute, educazione, energia, occupazione, cultura, connettività digitale, ai fini di creare un ritratto di partenza e uno ideale a cui tendere. Il progetto vero e proprio si concretizza nella creazione di una road map di politica, buone pratiche e strumenti per attuare “l’azione trasformativa” della città.

Nel caso della città olandese il “ritratto di città” si è concretizzato attraverso una rete di 30 organizzazioni tra cui gruppi di comunità, organizzazioni basate su beni comuni, PMI, imprese, università e governo locale. A tutti è stato chiesto di compilare un questionario su come immaginano una città più “prosperosa” e la risposta dei cittadini si è concentrata sul verde e sulle minori emissioni di C02 attraverso “maggior coinvolgimento con la natura”. Molti hanno espresso il desiderio di un minor numero di auto e di più spazi verdi in città, al fine di migliorare salute fisica e mentale per aiuta la biodiversità e per la possibilità di incontrare altri cittadini.

Un altro bisogno emerso è quello dell’housing sociale coniugato ad una maggiore integrazione tra cittadini. I partecipanti hanno evidenziato l’importanza di alloggi a prezzi accessibili per garantire il benessere cittadino: “Nel nostro quartiere le persone si guardano l'un l'altro – si legge nel “Ritratto di Città” - Adoriamo i festival dove tutte le culture si incontrano e si incontrano, ma di recente queste occasioni di incontro interculturale sono state tagliate dai finanziamenti comunali ed è sbagliato. Abbiamo bisogno del sostegno della città per avere un posto dove incontrarci dove possiamo organizzare attività sociali, perché la solitudine è anche un grosso problema qui”.

Alla fine dell’analisi, il Ritratto fissa una serie di raccomandazioni sul metodo da adottare per realizzare una città maggiormente attrattiva in tema di sostenibilità: “Riconoscere i ruoli potenziali di famiglia, beni comuni, mercato e stato - e loro molte sinergie - nel trasformare le economie”; “Assicurarsi che la finanza serve il lavoro piuttosto che guidarlo”. “Coltiva la natura umana. Promuovi la diversità, la partecipazione, la collaborazione e reciprocità”. “Rafforza le reti comunitarie”; “Lavora nello spirito del design aperto e condividi il valore creato con tutti coloro che lo hanno co-creato”; “Fai attenzione a potere centrale cercando di ridistribuirlo per migliorare l'equità tra le parti interessate”; “Sii rigenerante. Cerca di lavorare con e all'interno dei cicli di mondo vivente. Sii un collaboratore, un riparatore, un rigeneratore”; “Riduci i viaggi, minimizza i voli”; “Cerca di prosperare piuttosto che crescere e non lasciare che la crescita diventi un obiettivo in sé”.

Insomma è tempo di riscrivere l’economia globale. C’è molto da lavorare. Portate una ciambella.
 

Tag:  AmsterdamCovid-19economia circolareKate RaworthL'economia della ciambellaSostenibilità ambientale

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