Empowerment femminile: una forza economica e culturale per una società sostenibile 

di Claudia Ceccarelli

27/08/2021

Per la prima volta nella storia del G20 l'Empowerment femminile è stato al centro di una Conferenza che ha visto la partecipazione dei ministri responsabili per le Pari opportunità dei Paesi membri e di quelli ospiti insieme ai rappresentanti di organizzazioni internazionali, come UN Women, Oil, Ocse, e del settore privato. 
Si è trattato di una conferenza speciale, unica per il tema che ha sviluppato, fortemente voluta dalla Presidenza italiana, che ha posto la questione femminile “come uno degli asset fondamentali per l'azione del nostro Governo", ha sottolineato la ministra delle Pari opportunità Elena Bonetti in apertura dei lavori.  

Obiettivo del G20, ha spiegato Bonetti, nella cornice di Villa Durazzo a Santa Margherita Ligure, deve essere "valorizzare il protagonismo delle donne nelle nostre società a partire dai temi della formazione, ma anche una valorizzazione maggiore e compiuta nel mondo del lavoro, in particolare con un accento sull'imprenditoria femminile". 
Due i focus della conferenza: "Stem [insieme delle discipline tecnico-scientifiche], competenze finanziarie e digitali, ambiente e sostenibilità", ed “Empowerment lavorativo ed economico e armonizzazione dei tempi di vita". Ma i lavori non hanno potuto prescindere dalla questione afghana, con il ritorno del regime talebano e quelle che potranno essere le pesanti conseguenze soprattutto per la condizione di vita delle donne afghane.

“Dobbiamo difendere i diritti delle donne ovunque nel mondo, soprattutto dove sono minacciati”. Queste le parole del premier Mario Draghi in apertura della conferenza. “L’Italia è pienamente impegnata nella lotta contro le disuguaglianze di genere e riteniamo che il G20 possa svolgere un ruolo fondamentale nel sostenere le donne in tutto il mondo. Durante la presidenza italiana, abbiamo adottato misure concrete per migliorare la posizione delle donne nel mondo del lavoro, promuovere la loro emancipazione e rimuovere gli ostacoli che frenano le loro carriere”, ha sottolineato Draghi.

Il premier ha anche ricordato i risultati della conferenza tenutasi a Catania nel giugno scorso sui temi del lavoro e delle politiche sociali, con l’adozione di una roadmap per il raggiungimento e il superamento dell'Obiettivo di Brisbane, “che prevede di ridurre del 25% entro il 2025 i divari di genere nel tasso di partecipazione alla forza lavoro nei Paesi del G20.”
 A questo scopo sono stati individuati degli indicatori dell’empowerment femminile utili per misurare realmente la capacità della singola donna, come individuo, e delle donne collettivamente di determinare un cambiamento personale e quello sociale, politico e istituzionale correlato. Con il termine di empowerment infatti si vuole dar rilievo alla dimensione della cosiddetta agency delle donne, cioè il protagonismo, l’esercizio di una cittadinanza piena ed attiva con implicazioni di emancipazione, trasformazione della società e realizzazione dei diritti umani.

Ed ora è più che mai il momento delle proposte concrete. Sia per favorire la partecipazione femminile al mondo del lavoro, senza disparità salariali e con la possibilità di armonizzazione dei tempi di vita, coniugando esigenze familiari ed esigenze professionali, sia per azzerare il divario con il genere maschile nei ruoli di leadership. Tra le proposte avanzate per abbattere il cosiddetto “soffitto di cristallo”, quell’invisibile e insormontabile freno alle carriere femminili in ruoli inferiori rispetto alle competenze acquisite, c’è quella sottoposta al World Economic Forum e all’FMI di considerare la leadership femminile uno dei criteri chiave per valutare l’effettivo grado di competitività dei Paesi. Ne è convinta Paola Mascaro, Presidente di Valore D, associazione di imprese che promuove l’equilibrio di genere e una cultura inclusiva per la crescita delle aziende e del paese, e del G20 Empower: “La presenza di donne nelle posizioni di leadership è fondamentale per la crescita economica di qualsiasi Nazione. È comprovato da numerose ricerche che una maggiore partecipazione di donne in posizioni apicali fa bene al mondo delle imprese e di conseguenza all’economia: sia in termini di una maggiore capacità innovativa, che di risultati finanziari”.

La necessità di migliorare l’accesso, le possibilità e le condizioni di lavoro delle donne in termini di occupazione, retribuzione e crescita professionale è avvertita come fondamentale, soprattutto nel periodo pandemico che stiamo vivendo che ha visto le donne pagare il prezzo più alto, e che potrebbe segnare un preoccupante regresso nel difficile cammino verso la parità di genere. D’altra parte, sono numerose anche le esperienze positive e di successo di lavoratrici e imprenditrici, soprattutto in relazione alle imprese creative e culturali, al settore finanziario e tecnologico, all’economia circolare, green e sostenibile. Tutte esperienze che devono essere valorizzate anche per aprire la strada a nuove iniziative. Come ha annunciato la viceministra dello Sviluppo economico Alessandra Todde, il governo Draghi già da settembre “attiverà il Fondo a sostegno dell'imprenditoria femminile, per stimolare la nascita di start up e imprese sostenibili guidate da donne". 

Non bisogna però mai dimenticare il lavoro culturale da condurre a monte nella società per abbattere quelle “norme sociali discriminatorie, stereotipi di genere e pregiudizi inconsci, compresi quelli potenzialmente catturati nelle nuove tecnologie,” che “producono una distorsione in tutti gli aspetti della vita che rafforza e sostiene le disuguaglianze di genere nell'istruzione, nel posto di lavoro, nella famiglia e nella società in generale”. Su questo si è concentrato in modo particolare il Women20, il gruppo di lavoro guidato da Linda Laura Sabbadini sulla parità di genere.

L’invito formulato ai governi è quello di elaborare dei veri e propri piani nazionali per affrontare gli stereotipi di genere entro i prossimi tre anni, sostenere le organizzazioni che affrontano questi problemi e stanziare fondi per l'attuazione delle politiche. Si parla di programmi e campagne di apprendimento permanente per affrontare gli stereotipi di genere nell’ambito dello studio, dei diritti, dell’educazione finanziaria, dei ruoli lavorativi, nell’uso critico di Internet, dei social media e dell'intelligenza artificiale, e per combattere il sessismo e i pregiudizi di genere a tutti i livelli. 
Tutti questi temi saranno fra gli altri discussi al G20, in programma a Roma dal 30 al 31 ottobre 2021, che sarà dedicato a Persone, Pianeta e Prosperità.
 
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