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Ener2crowd offre a tutti la possibilità di investire in progetti sostenibili. Il crowdfunding energetico è la nuova frontiera dell’Economia Circolare
Ener2crowd offre a tutti la possibilità di investire in progetti sostenibili. Il crowdfunding energetico è la nuova frontiera dell’Economia Circolare
di Giorgio Mottironi
07/01/2020
Il Green New Deal ha bisogno di un nuovo linguaggio e di nuovi strumenti partecipativi e remunerativi. Davvero.
Nonostante il dibattito sulla sostenibilità ambientale sia all’ordine del giorno, e nonostante si sia capito che questa rappresenti uno dei termini dell’equazione del progresso, quello fondamentale per giunta, per i singoli, gli individui, ciascuno di noi, non è facile capire cosa si debba o si possa fare effettivamente, nella quotidianità, per contribuire al consolidamento del percorso green.
Si deve consumare di meno? Sicuramente. Si deve consumare meglio? Certamente. Si deve quindi costruire una cultura e un’informazione che metta al centro la comprensione di quanto le nostre scelte impattano sulla saluta del Pianeta? Assolutamente sì.
Ma nella norma, ovvero nella storia dell’essere umano, raramente consigli virtuosi, piuttosto che obblighi morali o pesanti punizioni sono stati in grado di ingenerare cambiamenti radicali. E, questo caso, non fa differenza.
L’evoluzione della nostra storia è legata a quella della crescita delle nostre conoscenze: cambiamenti nei paradigmi delle scienze o della cultura che hanno prodotto nuove o migliori tecnologie, strumenti con cui abbiamo cercato di costruire un maggiore benessere e infine un’opulenza esagerata (attraverso il predominio militare ed economico sulle risorse che la natura ci concede). La chiave è tutta qua: se non si mettono in moto delle dinamiche in grado di produrre benefici, reali o percepiti, l’uomo non si desta.
A chi serve quindi maggiore sostenibilità? La risposta, ancora una volta, sembrerebbe essere banale: tra venti o cinquant’anni, a tutti. Eppure in pochi sono disposti a fare qualcosa, mentre gli altri non riescono a elaborare alternative o, addirittura, non credono si debba – questi ultimi, fortunatamente, sempre in minor numero -.
Perché? Perché oggi, e forse anche domani, la situazione è la seguente.
Siamo abituati a una vita individualistica, quasi egoistica, e al di là dei momenti di aggregazione in cui si levano cori di richieste di cambiamento - sempre attorno a figure individuali che si pongono quasi come eroi guida -, il nostro ritrovarci a essere individui soli, alla sera o lontano dalle luci delle manifestazioni, è uno dei più grandi limiti: sappiamo che solo assieme possiamo fare qualcosa, ma alla fine siamo soli, o ci sentiamo tali.
A ciò si aggiunge l’onda lunga e travolgente della tragedia comunicativa riconducibile al “Climate Change”: devastazioni, morte, popolazioni straziate, luoghi flagellati dalla forza di una natura che ci presenta il conto e ci ricorda quanto, infine, siamo solo suoi ospiti. Un’ansia mai vissuta prima nei confronti di un futuro sempre più incerto e rappresentato con pennellate grigio fumo, se non nero carbone. Un’ansia e una paura che ci spingono a vivere sempre più con lo sguardo chino verso il basso – molti giornali ci rappresentano metaforicamente come struzzi, con la testa infilata nel terreno per non dover assistere allo scempio o far finta di ripararci dal pericolo -, sempre meno in grado di pensare a strategie di lungo termine, e più comodamente ed egoisticamente orientati a vivere il presente, prendendo il più possibile, anche se quel possibile è sempre meno, per difendere la nostra esistenza. “Hic et nunc” direbbero i latini.
E così, mentre tutti dichiarano a gran voce che il coinvolgimento fino all’ultima persona è la vera soluzione per garantire una piena transizione dell’economia e dei sistemi produttivi verso la sostenibilità ambientale, nelle nostre vite solitarie facciamo i conti con la comodità di poterci continuare a comportare come prima, con la necessità di doverci istintivamente difendere dal futuro incerto, con l’impossibilità di fare scelte, se non rinunce, e con la convinzione che tanto il capitale continuerà a inquinare, oppure, per i più fini di ragionamento, che quando ci verrà proposto di partecipare, finanziariamente, sarà perché la portata principale è già stata ben distribuita tra i soliti ignoti.
Oggi manca ciò che serve a ciascuno di noi per essere un consumatore migliore, una persona migliore, un essere migliore. O meglio, mancava, perché quelli elencati sono proprio i motivi per cui abbiamo fondato, creato e reso perfettamente funzionante Ener2Crowd, la prima piattaforma Italiana che permette a tutti di partecipare, attraverso un prestito collettivo, a progetti di grandi aziende Italiane che hanno lo scopo di trasformare l’economia in una dimensione rispettosa dell’ambiente: generazione da rinnovabili, efficienza energetica, sostenibilità gestionale o comportamentale. Tutti progetti che non solo faranno la differenza quando tra venti o cinquant’anni contabilizzeremo l’andamento delle emissioni, ma che soprattutto producono benefici economici oggi. Esatto, adesso conviene a tutti, anche ai più pigri, o agli irriducibili della crescita senza “se” e senza “ma”. Conviene anche a quelli abituati a investire nelle grandi società il cui “core business” sono fonti energetiche fossili, oggi oggetto di pesanti downgrading in borsa, banalmente perché il futuro dell’economia non è più quello.
Oggi alla domanda che sottilmente si snoda attraverso tutto questo testo, “ma la sostenibilità, “cui prodest” (a chi conviene)?” La risposta è, a tutti e da subito.
Già perché in un mondo dove gli istituti bancari spendono milioni di euro in comunicazione per racimolare capitali a cui offrono l’1% di rendimento lordo per periodo limitati - sei mesi magari -, con un futuro in cui si prevedono tassi di rendimento negativi per i conti corrente, investire nella sostenibilità paga, e paga molto bene, fino al 7% lordo annuo.
Ecco perché serviva una piattaforma per gli investimenti diretti, collettivi, semplici e trasparenti nella sostenibilità ambientale; perché se dobbiamo impegnarci oggi, tutti quanti, per un domani vivibile, quello nostro e dei nostri figli, allora è giusto essere anche remunerati oggi per i nostri sforzi, non più solo a parole.
Giorgio Mottironi è CoFounder & CSO di Ener2crowd
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