Eppure qualcosa si muove

di Andrea Begnini

05/10/2019

Una buona notizia: sembra che il nuovo Governo abbia introdotto la sostenibilità nella sua agenda politica. Ora, però, servono i fatti. Questa la posizione del presidente dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile Pierluigi Stefanini esposta in occasione della recente presentazione del rapporto annuale Asvis. Di fronte al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il report è stato discusso assieme alla possibilità di proporre una legge annuale per lo sviluppo sostenibile già in questa Legge di Bilancio, così da impegnare i ministri ad attuare l'Agenda 2030 per i rispettivi ambiti come fatto dalla presidente della Commissione Ue.

“L'Italia deve prepararsi adeguatamente per poter beneficiare delle risorse che la Ue investirà nella direzione della sostenibilità”, ha dichiarato Enrico Giovannini, professore ordinario di Statistica presso l'Università Tor Vergata di Roma, già ministro del Lavoro e delle Politiche sociali e portavoce di Asvis, di cui è tra i fondatori. 

Sottolineando come le linee programmatiche del governo includano alcune proposte avanzate da ASviS, dall'inserimento in Costituzione dello sviluppo sostenibile alla valutazione dell'impatto economico-sociale-ambientale dei provvedimenti legislativi, dal taglio dei sussidi dannosi all'ambiente alla legge per annullare i differenziali retributivi tra uomini e donne, Giovannini ha aggiunto: "A questi annunci devono seguire azioni concrete per mettere l'Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile”, osservando al contempo come per 21 dei 169 target previsti dall'Agenda 2030, il cui raggiungimento è fissato entro il 2020, il Rapporto ASviS 2019 riveli l'Italia essere un paese in evidente ritardo.

Per quanto riguarda l'economia circolare, Giovannini ha invece spiegato come “dobbiamo anche cambiare i criteri di valutazione delle imprese. Se un’impresa o un settore passasse a un’economia circolare che abbattesse drasticamente il costo dei materiali, materie prime e beni intermedi, questa innovazione potrebbe non cambiare affatto l’indicatore principe di competitività, che è dato dal costo del lavoro per unità di prodotto”. 

In occasione della recente presentazione del suo libro L'Utopia sostenibile (Saggi Tascabili Laterza), Enrico Giovannini è sceso più nel dettaglio sull'impatto dell'economia circolare: “In estrema sintesi, accanto al modello di economia lineare, ormai ritenuto inadeguato perché non tiene conto della necessità di una gestione integrata di tutto il processo produttivo, dallo sfruttamento delle materie prime allo smaltimento dei rifiuti, si sta confermando l’economia circolare, sistema che prevede il riutilizzo dei rifiuti e la loro re-immissione nel processo produttivo, limitando al massimo gli scarti e l’impatto sull’ambiente. Questo sistema, oltre ad offrire nuove opportunità, anche occupazionali, è vantaggioso anche per il nostro Paese perché consente una minor dipendenza dai rifornimenti di materie prime dall’estero. È certamente un modello più sostenibile dell’attuale e va verso quel cambiamento di paradigma auspicato fin dal 1987 quando il Rapporto Brundtland introdusse il concetto di sviluppo sostenibile, individuando i quattro pilastri su cui si fonda il concetto di sostenibilità, cioè l’ambiente, l’economia, le istituzioni e la società. A novembre un gruppo di imprese italiane leader del Made in Italy hanno presentato in Confindustria un Manifesto a sostegno di un’economia circolare in grado di favorire l’affermazione di nuovi modelli di business più efficienti e sostenibili, coinvolgendo numerosi attori lungo l’intera catena del valore. Insomma, qualcosa si sta muovendo”.

https://asvis.it/ 

















 
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