Ne è convinto
Matteo Venturi, Presidente Delegazione Massa Carrara di Confindustria Livorno Massa Carrara e Vice Presidente di Fondazione Marmo Onlus: “Come Associazione sottoscriviamo con entusiasmo il Manifesto. Lo facciamo a conferma dell’impegno di tutte le imprese del comparto che da tempo hanno raccolto la sfida della sostenibilità. Negli ultimi anni abbiamo deciso di redigere il Bilancio di Sostenibilità del Settore Lapideo di Massa Carrara, i cui dati hanno contribuito a definire alcuni aspetti economici del Manifesto stesso. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli del codice di comportamento che deve “vestire” chiunque lavori il marmo, una materia che rappresenta un unicum del nostro “made in Italy”, capace da sola di rappresentare storia e futuro, arte e creazione, natura e professionalità in perfetta simbiosi con il territorio e la sua comunità. Da Vice Presidente della Fondazione Marmo Onlus porto anche l’adesione convinta della Fondazione, che ritrova in molti dei temi proposti dal Manifesto le ragioni che ne definiscono l’identità e il suo ruolo attivo a sostegno di tutto il territorio”. “Essere marmo” è l’occasione per stringere un nuovo patto tra le imprese, la comunità e le istituzioni attraverso l’obiettivo dello sviluppo sostenibile e costruire una nuova infrastruttura di ricerca e sviluppo, creativa e formativa in grado di rendere Carrara il centro all’avanguardia della Produzione, dell’Innovazione, dell’Economia Circolare, della Tecnologia, della Cultura, della Formazione, dell’Arte, del Design e dell’Artigianato del Marmo”.
Un obiettivo, quello della sostenibilità, che ha bisogno di essere misurato, certificato, ingegnerizzato.
Claudia Chiappino, Ingegnere minerario: “Da tempo noi tecnici siamo convinti che il Marmo sia esempio di “vera” sostenibilità, in relazione non solo alle qualità intrinseche del materiale ma anche alle peculiarità del suo ciclo produttivo: quasi totale assenza di sostanze chimiche nel processo, limitati impatti ambientali su aria ed acqua, emissioni di CO2 praticamente ridotte al minimo, limitate al trasporto della materia prima tra i siti di estrazione e lavorazione. Questa in sintesi è una chiave di lettura ingegneristica sulla Sostenibilità del Marmo. Per dare sostanza all’affermazione, in modo da confermare e superare la percezione qualitativa, riteniamo che si debba quantificare l’impatto complessivo che una lastra di Marmo – il nostro prodotto finito – e i suoi derivati hanno sull’ambiente; ecco perché ci siamo lanciati in una sfida tecnica che si prefigge come obiettivo numeri in grado di spiegare “perché siamo sostenibili, o più sostenibili”, ad esempio dei materiali concorrenti. La sfida è rappresentata dall’Analisi del Ciclo di Vita (Life Cycle Assessment/LCA) delle lastre prodotte, i risultati rappresentano le performance ambientali nel corso dell’intero ciclo produttivo, dalla cava al deposito”.
Le imprese firmatarie del Manifesto verranno invitate a definire il know how delle loro migliori pratiche in termini di innovazione, circolarità e sostenibilità economica, sociale e ambientale per la creazione del primo Report di Innovazione e Sostenibilità del settore lapideo apuano, un ulteriore strumento di valorizzazione della qualità e dell’unicità delle imprese del settore e della comunità che le rappresenta.
Per leggere il testo integrale del Manifesto,
esseremarmo.it