Fotografare l'economia circolare. La mostra di Luca Locatelli alle Gallerie d'Italia

di Elisa Medde

28/09/2023

È aperta al pubblico fino al 18 febbraio 2024 alle Gallerie d’Italia – Torino la mostra Luca Locatelli. The Circle. Soluzioni per un futuro possibile, a cura di Elisa Medde, realizzata col supporto specialistico della Ellen MacArthur Foundation – la maggiore fondazione al mondo impegnata a sostenere la Circular Economy – e con la collaborazione della Fondazione Compagnia di San Paolo e della Fondazione Cariplo.

Luca Locatelli (Pavia, 1971) ha vinto nel 2020 il primo premio del prestigioso World Press Photo nella sezione Environment Stories e ha passato molti anni a documentare e ricercare le esperienze più significative nell’ambito dell’economia circolare. Su commissione di Intesa Sanpaolo il fotografo italiano ha viaggiato negli ultimi due anni attraverso l’Europa alla ricerca di pratiche e storie emblematiche e replicabili che aprissero il dibattito sulla transizione ecologica e sullo stato del pianeta.

Il risultato di questa ricerca viene mostrato in anteprima mondiale a Torino nella mostra 
Luca Locatelli. The Circle, che intende esplorare il nuovo paradigma di sviluppo promosso e sostenuto dall’Unione Europea in una prospettiva di crescita economica sostenibile. Il percorso espositivo, con circa 70 opere tra fotografie e contributi video, offre un viaggio attraverso l’Europa della sperimentazione e dell’avanzamento industriale sostenibile, toccando temi come la geotermia, il riciclo tessile, la riconversione di aree industriali dismesse, l’alimentazione. Diciotto storie che raccontano esperienze reali di Nature Based Solutions in Austria, Francia, Germania, Islanda, Norvegia, Romania, Slovenia, Spagna, Svizzera e in Italia, con progetti in Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto, azioni intraprese per proteggere, sostenere e ripristinare gli ecosistemi naturali, che quando applicate ai modelli industriali e produttivi hanno la potenzialità di innescare quella trasformazione culturale necessaria per cambiare il corso delle cose.

Pubblichiamo a seguire il testo della curatrice, Elisa Medde.

Carbon capture machine #3, Islanda, 2022 © Luca Locatelli
Il cerchio è la forma elementare che più facile è da osservare in natura. Basti pensare al sole, o alla luna, alle gocce di pioggia che cadono sull’acqua ferma. Simbolo di forza ed equidistanza, equilibrio e completezza. Immediata raffigurazione del divino, della risoluzione dell’incompiuto: se si chiude il cerchio, si compie il dovere, si risolve l’arcano. Simbolo magico, capace di evocare energie e amplificare frequenze, simbolo spirituale, immagine della risoluzione e del grande equilibrio del tutto. Dopotutto, è così che raffiguriamo anche il nostro pianeta, nella sua accezione tridimensionale di sfera. In realtà è un ellissoide, ma a questo torneremo dopo.
Circular fashion recycle #3, Germania, 2022 © Luca Locatelli
Nel nostro tempo, nell’era della relativizzazione del tutto, il cerchio è anche l’importante rappresentazione di un paradigma filosofico, la circolarità. Naturale distillato di tutte le idee e caratteristiche associate con l’idea del cerchio, la circolarità suggerisce un approccio consono alle immutabili leggi di natura, equilibrato ed equidistante, risolutivo: un’esistenza che chiude il cerchio è un’esistenza completa, compiuta. La circolarità è anche un concetto che ha trovato la sua più importante espressione contemporanea nella teoria economica, come contrapposizione di linearità. Intorno agli anni ’60, in Occidente ci si è iniziati a domandare se il metodo di produzione capitalista basato sulla estrazione di materie prime da trasformare in oggetti e materiali destinati all’abbandono dopo un tempo variabile – ma ineluttabile – fosse sostenibile. Parole come ricircolo, riuso, riciclo hanno iniziato a popolare sempre di più valutazioni e analisi sul lungo termine e potenziale di ricchezza, andando nel tempo ad individuare i punti chiave del problema: come gestire la fine delle risorse primarie? La crescita esponenziale è davvero infinita? Che farne dei rifiuti?
Ice Cave – Vatnajökull, Islanda, 2022 © Luca Locatelli.jpg
Con il passare degli anni ci si è resi conto che questi concetti non fossero pure speculazioni teoriche di macro sistemi economici e politici: ma problemi reali, resi sempre più urgenti dalla consapevolezza di avere non solo dilapidato le risorse naturali e ricoperto il pianeta di rifiuti a beneficio di una minima percentuale della popolazione mondiale, ma così facendo di avere anche gravemente intaccato gli equilibri climatici che rendono il nostro pianeta abitabile. Il movimento della circular economy in maniera concreta negli anni ’90, con l’intento di affrontare i problemi causati dallo sviluppo lineare delle attività economiche, produttive e sociali umane e proporre soluzioni possibili a breve e lungo termine.
Biosphere underwater farming #3, Italia, 2021 © Luca Locatelli
È questo un movimento ambizioso, colmo di contraddizioni e intuizioni geniali. Una nuova utopia, in cui questa volta è la pratica a fornire i presupposti per la teoria – e non viceversa. Composto al suo interno da anime diversissime, provenienti da scienza, economia, agricoltura, alimentazione, fisica, filosofia, ingegneria, diritti umani, meteorologia, educazione e molto di altro, è un movimento che nel suo complesso forma un enorme mente collettiva, transnazionale e poliedrica, che crea nuove connessioni neurali attraverso le esperienze pratiche che condivide. Attori consapevoli di una transizione epocale che propone e promuove la visione di lungo periodo al posto del successo immediato, la condivisione e il ricircolo al posto dell’accumulo, la consapevolezza della responsabilità verso le generazioni future. Un percorso affascinante, travagliato e complesso, che ha anche permesso di puntare un faro sulle grandi contraddizioni e imparzialità che hanno portato l’umanità a questo difficile momento della sua storia: non si può non ignorare il ruolo che, storicamente, gli imperi coloniali hanno avuto nel saccheggio e sperpero delle risorse naturali, le cui conseguenze viviamo ancora oggi, la profonda responsabilità di sistemi economici votati all’accumulo e alla teoria del cosiddetto “gocciolamento” della ricchezza, la grande esclusione del sud del mondo dagli apparati decisionali e gestionali delle risorse. Dopotutto, il nostro pianeta è pur sempre un ellissoide, e l’equilibrio assoluto non è detto sia raggiungibile a prescindere.
Nature power mussels farming #1, Spagna, 2022 © Luca Locatelli
Eppure, nonostante tutte le contraddizioni, forze contrarie, negazionismi e insuccessi, questo grande esperimento di transizione va avanti e fa passi da gigante, con storie apparentemente scollegate tra di loro, inconsapevoli e forse anche in competizione, ma in realtà tutte parte dello sforzo sincronico di chiusura del cerchio e di ricerca del più alto grado di approssimazione possibile per il raggiungimento di quell’equilibrio, quella sostenibilità tra risorse e consumi che ci assicurerebbe un futuro possibile su questo pianeta.
Lac des Toiles – Svizzera, 2022 © Luca Locatelli.jpg

Luca Locatelli ha passato molti anni a documentare e ricercare i percorsi di questo grande percorso collettivo creato dalle esperienze di questa nuova utopia che chiamiamo Circular Economy, Economia Circolare. Nel suo impegno decennale, che si condensa nelle storie commissionate per questa mostra, riesce in un primo, importantissimo passo: mostrare di cosa si tratta. Comunicare le pratiche connesse alla economia circolare, renderle parte di un discorso quotidiano, accessibile ai massimi sistemi cosi come alle economie personali e famigliari, è sempre stato complesso e solo parzialmente efficace: oggi sappiamo tutti che c’è troppa plastica ed è un problema smaltirla, ma a malapena riusciamo ad andare oltre quella grande cortina fumosa che è la differenziazione dei rifiuti. Cosa succede dopo? E prima, nella produzione della plastica?

Ferropolis – Germania, 2022 © Luca Locatelli.jpg
La selezione di pratiche e storie che compongono questo progetto offre una sorprendente possibilità: avvicinarsi, toccare con mano una rivoluzione che sta già avvenendo, e in qualche modo farne parte. Le immagini di Locatelli raccontano esperienze e realtà in cui altissima ingegneria, artigianato e sapienza ancestrale vanno di pari passo per creare uno spazio in cui la Natura torni sovrana, in cui la conoscenza e la sapienza umana si pongono al servizio delle forze ambientali per poter beneficiare della loro potenza, senza cercare di addomesticarle e imprigionarle: quelle Nature Based Solutions che più di tutte le altre ci offrono le maggiori possibilità di riuscita. Ci mostrano come la tecnologia più avveniristica e l’intuizione autoprodotta possano entrambe contribuire allo stesso scopo – la chiusura del cerchio, la possibilità di un sistema perpetuo. La possibilità di una riuscita.

Tag:  economia circolareEllen MacArthur FoundationFondazione CariplofotografiaGallerie d'ItaliaIntesa SanpaoloLuca LocatelliTorino

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