Home
Storie
Idee
News
Chi siamo
Contatti
Storie
>
gliAironi e il lato circolare del riso
gliAironi e il lato circolare del riso
di Francesca Martinengo
28/05/2020
Al centro di tutto c’è il Riso. E intorno a questo prodotto della terra abbiamo costruito e ideato l'azienda. Stiamo parlando de gliAironi, eccellenza italiana del food sostenibile e di qualità, uno degli interpreti più autorevoli della filiera circolare di un alimento fondamentale per descrivere le abitudini alimentari degli italiani.
Tra febbraio e aprile 2020, infatti, il consumo di riso italiano è aumentato di 74mila tonnellate. Lo dice una recente indagine dell’Ente Nazionale Risi: sull’aumento, anzi sul boom dei consumi pesano da un lato la domanda dei consumatori, dall’altro la consistente diminuzione di importazioni provenienti dal Sud Est asiatico.
Secondo il presidente dell’Ente, Paolo Carrà, gli Italiani, chiusi i ristoranti e costretti a casa per più settimane, hanno riscoperto il piacere di cucinare piatti tipici e di tornare a preparazioni anche lunghe: dolci, prodotti di panificazione e anche risotti, con molte ricette che da sempre fanno parte della nostra tradizione culinaria.
Quella del riso italiano è una storia antica: con circa 220mila ettari coltivati tra Piemonte e Lombardia, l’Italia è il maggiore produttore europeo. I consumi annui per persona si attestano sui 5-6 chili per persona.
La versione più attendibile della storia, fra le ‘leggende’ sull’arrivo di questo cereale in Italia, narra che il riso venne portato dall’Oriente nel XIV dai monaci benedettini nella zona paludosa tra Lombardia e Piemonte, che stavano bonificando per l’allestimento di importanti orti medici. Tuttavia “quando pensiamo alla risicoltura in Italia non possiamo non citare – racconta Gabriele Conte, co-owner de gliAironi, a Italia Circolare – la grande opera del Conte Camillo Benso di Cavour, appunto il Canale Cavour, che dal 1863, attingendo risorse idriche dai fiumi Po, Dora Baltea, Sesia, Ticino e dal Lago Maggiore, e irrigando con esse un comprensorio di circa 400.000 ettari, rese ‘industriale’ la produzione del riso in Italia”.
Attraverso la sua produzione gliAironi letteralmente percorre la strada perfetta della circolarità. A partire dalla sostenibilità: “La filiera della nostra azienda parte dalla terra, cioè dalle risaie, ancora irrigate da quel reticolo di canali e canaletti creati dall’opera di Cavour, a cui noi applichiamo tecniche di agricoltura di precisione che rappresentano la nuova ‘frontiera’ della sostenibilità nel settore agricolo e che ci consentono di ‘spianare’ il terreno evitando buche e infossamenti. Questo ci permette di ricoprire le risaie usando un livello minimo di acqua e pochissime sostanze chimiche per parassiti e ‘malerbe’. Il nostro riso cresce in un ambiente libero, salubre e naturale. Per questo sono tornati gli aironi, da cui il nome della nostra azienda (in particolare gli Aironi Cenerini, che erano stati dati in estinzione negli anni ‘80 tanto da essere l’emblema e il titolo della rivista ufficiale del WWF, ndr), e con loro gli ibis, le rane… insomma, si è ricreato un ecosistema naturale”.
Importantissimo per definire la circolarità, il riutilizzo dell’acqua: “Questo è un problema che già a metà Ottocento lo stesso Cavour aveva affrontato, consapevole fin da allora di quanto l’acqua fosse un bene prezioso e al tempo stesso essenziale per la vita del riso. Perché è l’acqua che protegge la piantina dall’escursione termica giorno/notte e dagli sbalzi di temperatura stagionali. Oggi tutta l’acqua attinta dai bacini fluviali viene restituita: infatti nelle risaie non ‘stagna’, ma scorre lungo tutti gli 85 km di estensione delle risaie grazie ai soli 5 cm di inclinazione del terreno, misurati nel 1860 dagli agrimensori di Cavour. In questo modo l’acqua ‘torna’ attraverso le falde acquifere ma soprattutto la maggior parte riconfluisce nel Ticino all’altezza di Gallarate”.
Parliamo adesso di circolarità degli scarti: per la serie, del riso non si butta via niente. D’altronde il riso si presta particolarmente: “Da sempre, noi cediamo gli scarti della lavorazione del cereale ad altre aziende, che ne fanno svariati utilizzi. Le glumelle che proteggono il chicco, e che vengono eliminate nella prima fase di lavorazione, sono ricchissime di silicio e per questo, già negli anni ’70-’80 venivano sfruttate per fare le schede madre dei pc. Sono inoltre state molto richieste dalle aziende di prodotti per animali per alcuni componenti delle lettiere per gatti e cani. Oggi il grande impiego di questo sale è nella bioedilizia, per la produzione di materiale insonorizzante e termoisolante. Nella fase in cui entra in riseria, poi, il chicco (che fin qui è integrale) viene ulteriormente lavorato. “Noi eseguiamo una sola sbiancatura, infatti il nostro è un riso semi-integrale, dal colore opalescente. L’attenzione che riserviamo alle tematiche ambientali si evidenzia anche da questa fase di ‘lavorazione morbida’ dei chicchi, che mantengono sulla superficie la parte di proteine e vitamine del gruppo A D E K, cosa che l’industria di grandi gruppi risicoli non può fare poiché, non controllando la filiera (spesso il grande brand compra prodotto, ma non possiede risaie), non può garantire che non ci sia un accumulo di prodotti chimici sulla parte esterna del chicco di riso. È comunque in questa fase, che, togliendo la parte superficiale del riso, otteniamo il farinaccio, impiegato in cosmesi naturale per creme e scrub. Dai chicchi spezzati otteniamo invece la farina, che si utilizza in svariate ricette dolci e salate”.
Sotto il ‘cappello’ della sostenibilità anche la ricerca e l’innovazione che contraddistinguono la policy aziendale de gliAironi: “Dopo aver lanciato sul mercato le Rice Bar, le prime barrette di riso artigianali prodotte in Italia (ai frutti rossi e con nocciole, fave di cacao e semi di linolutine, senza zuccheri aggiunti né glutine), frutto di una collaborazione con il divulgatore scientifico Marco Bianchi, nella squadra del professor Umberto Veronesi, abbiamo deciso di utilizzare anche il nostro riso nero (Penelope), facendolo fermentare e unendolo a erbe tipiche della ricetta del vermouth, ottenendo il primo sakè italiano”.
A questo punto, facciamo un bel sor(riso) e aspettiamoci altre buone nuove: la food economy circolare in Italia è una realtà che cammina veloce. Come il volo di un airone su una risaia.
07/11/2024
Parte a Verona la nona edizione di All Routes lead to Rome per lanciare una nuova sfida al futuro sostenibile della nostra economia.
Costituita nel 2019, la Società Italiana professionisti della mobilità e del turismo sostenibili ...
07/11/2024
Per una visione sostenibile della gestione dei rifiuti. Il Gruppo Dimensione Ambiente presenta il suo primo Bilancio di Sostenibilità.
Il Gruppo Dimensione Ambiente ha presentato a Ecomondo 2024 il suo primo Bilancio di Sostenibilità: ...
06/11/2024
Pichetto: "Il piano di adattamento ai cambiamenti climatici non è su un binario morto"
"Il piano di adattamento ai cambiamenti climatici non è finito su di un binario morto. È ...
Tag:
economia circolare
gliAironi
industria agroalimentare
riso
precedente:
La terza rivoluzione industriale è l’elettronica ricondizionata
successivo:
È tempo di cambiare l’economia. Portate una ciambella
Storie
Autori
Tag directory
Partnership
Top ricerche
Site map
Condividi
Copyright © 2019-2024 ITALIA CIRCOLARE
Sede legale Via Carlo Torre 29, 20141 - Milano
P.IVA 10782370968 - REA 2556975
Italia Circolare è una testata giornalistica iscritta al registro della stampa presso il Tribunale di Milano.
Iscrizione N. 167 del 02/08/2019
Direttore Responsabile
Paolo Marcesini
[Privacy e Cookie Policy]
x
Questo sito web utilizza i cookie. Maggiori informazioni sui cookie sono disponibili a
questo link
. Continuando ad utilizzare questo sito si acconsente all'utilizzo dei cookie durante la navigazione.
Condividi