#Green&Circular Tech / Ecco il progetto MARLIC. Quando le Marche corrono verso l'innovazione circolare

di Simona Giuliano

15/03/2024


Una sfida importante per le aziende che producono beni è quella di gestire i sottoprodotti che derivano dalla lavorazione, come scarti e sfridi.
Questi materiali possono essere ingombranti, inquinanti e costosi da eliminare.
Tuttavia, con un approccio di DFD – Design for Demanufacturing e DFR – Design for Recycling, è possibile trasformare gli scarti in risorse per altre attività produttive, previa adeguata lavorazione.

Un caso di successo di un progetto di ricerca “De-Manufacturing” è quello realizzato da Delta srl e Simonelli Group, nell’ambito della piattaforma MARLIC (Marche Applied Research Laboratory for Innovative Composites) della Regione Marche, che ha esplorato diverse soluzioni di recupero (chimiche, meccaniche e termiche) e riutilizzo degli scarti di materiali compositi.
Delta s.r.l. fa parte del gruppo Plados Telma, uno dei maggiori produttori al mondo di lavelli da cucina in materiale composito.
Simonelli Group è un’azienda leader nella produzione di macchine per caffè espresso professionali.
Grazie alla sinergia tra le due aziende, i materiali di scarto della Delta sono diventati una nuova materia prima per la Simonelli Group.

I materiali compositi, impiegati in vari settori industriali, sono difficili da riciclare e spesso finiscono in discarica.
La tecnologia adottata per il recupero del composito usato da Delta è quella meccanica: fatto per il 70-80% da carica minerale (quarzo) e per il resto da resina metacrilica, il materiale non può essere recuperato con la normale via termica.
La sfida tecnica è stata quella di macinare un prodotto di questo tipo, poiché, usando un impianto di triturazione bi-albero, la massa si scalda a causa della parte polimerica.
Per rendere il composito più frantumabile è stato, quindi, usato azoto riuscendo a ottenere macinazioni diverse dal grano più grosso al più fine.

La collaborazione tra Delta e Simonelli Group ha permesso di trasformare gli scarti di produzione di alcuni prodotti in nuove materie prime per altri.
In particolare, il colatoio di un lavello Plados Telma è stato riciclato per creare il coperchio della campana caffè del macinino Mythos, grazie a un processo di fresatura e livellamento.
Allo stesso modo, i materiali compositi dei prodotti Delta sono stati riutilizzati per stampare i pannelli laterali della macchina da caffè professionale Eagle One di Victoria Arduino.
Questi pannelli hanno delle caratteristiche molto interessanti: sono antibatterici, hanno una durezza superficiale altissima e quindi lunga durata, il colore rimane inalterato e stabile nel tempo.

Il progetto DFD dimostra le potenzialità della simbiosi industriale: lo scarto di un’azienda non chiude il suo ciclo di vita divenendo rifiuto, ma si inserisce nuovamente nel ciclo produttivo, diventando materia prima per la produzione di un’altra azienda.

Sinergie virtuose come quella descritta necessitano di studio, ricerca e sperimentazione.
Motore trainante di tutte queste attività è stata senza dubbio l’Università di Camerino, che ha condotto analisi e caratterizzazione chimico/fisica degli scarti e dei prototipi ottenuti.
La prova dell’innegabile importanza della sinergia tra mondo della ricerca e mondo delle imprese.
 

Tag:  #Green&CircularTechDelta srlDe-Manufacturingeconomia circolareinnovazione circolareMARLICregione MarcheSimonelli Group

Sigla.com - Internet Partner
Condividi linkedin share facebook share twitter share