Gruppo Fileni. La Sostenibilità come visione e responsabilità 

di Redazione

19/11/2020

Come si possono far coincidere redditività, competitività e responsabilità ambientale e sociale? Una via è quella tracciata da Fileni, Gruppo agro alimentare marchigiano, terzo player nazionale nel settore delle carni avicole e leader in Italia nelle carni bianche da agricoltura biologica, e raccontata nel Bilancio di Sostenibilità 2019, il documento di rendicontazione non finanziaria dedicato all’impegno per la sostenibilità dell’azienda.

Non mancano i dati economici, illustrati nella giornata di ieri, in un evento on line, che descrivono un Gruppo con 1834 dipendenti, un fatturato di filiera pari a 452 milioni di € (+6% vs. 2018), 7 stabilimenti produttivi, 918.439 m2 di superficie destinati all’allevamento, di cui il 30% dedicati all’agricoltura biologica, e investimenti per 90 milioni di euro programmati nei prossimi anni.  
Ma soprattutto vuole raccontare come si possa essere un’azienda competitiva e leader di mercato in un una congiuntura economica delicata come l’attuale senza scendere a compromessi rispetto alle scelte già incardinate nelle strategia di crescita aziendale e relative allo sviluppo di pratiche ispirate all’economia circolare, all’attenzione al benessere degli animali e al rispetto per l’ambiente e il territorio in cui si opera.

Ed è nella combinazione tra innovazione e tradizione che risiede la ricetta “semplice” di Fileni. La tradizione, attualizzata, è chiaramente leggibile nell’importanza assegnata al benessere animale: i polli sono allevati a terra, alimentati con solo mangime di origine vegetale e ospitati in strutture modello per aerazione e illuminazione, dotate di strumentazioni che consentono un costante monitoraggio dei parametri di benessere degli animali.
Un esempio dell’innovazione sostenibile promossa da Fileni lo si trova, invece, nei due packaging ecocompatibili lanciati dall’azienda negli ultimi due anni: da una parte l’ecovassoio Fileni Bio, capace di abbattere del 90% l’utilizzo della plastica in favore della carta, grazie al vassoio realizzato in cartoncino ottenuto da foreste gestite in modo sostenibile secondo i parametri FSC e certificato ATICELCA per la riciclabilità. Dall’altra, il primo packaging completamente compostabile del settore che si può conferire direttamente nella raccolta domestica dell’umido dato che la confezione è composta da un vassoio e da un film protettivo realizzato in bioplastica.

Sul piano della responsabilità ambientale, gli indicatori parlano di una gestione delle risorse sempre migliore. Nel 2019 il consumo di energia è aumentato soltanto del 3% a fronte di un incremento nella produzione pari al +6,6%. Questo vuol dire che l’indice di intensità energetica delle attività produttive è diminuito del 3,2% a parità di perimetro. Il fabbisogno energetico aziendale è coperto al 100% da fonti rinnovabili e a basso impatto, sia acquistate, con garanzia d’origine sia auto-prodotte (fotovoltaico e gas naturale). Da giugno 2020, inoltre, è entrato in funzione il digestore anaerobico presso lo stabilimento di Castelplanio (AN) che ricava biogas dai fanghi di depurazione dalle acque reflue. E il biogas viene utilizzato per alimentare un impianto di cogenerazione che fornisce energia elettrica e termica alle linee di lavorazione. Un impianto analogo è in fase di realizzazione nello stabilimento di Cingoli (MC).

Sul fronte dell'impatto ambientale, nel 2019 in relazione ai due stabilimenti, i due mangimifici e gli allevamenti di proprietà del Gruppo si riscontra una riduzione del – 8% delle emissioni di CO2 rispetto all’anno precedente. Il passaggio alle sole fonti energetiche rinnovabili, anche in autoproduzione, ha evitato l’emissione di 16.792 tonnellate di CO2, riducendo l’indice di intensità emissiva del 1,4%. 
Non mancano significativi miglioramenti nel corretto smaltimento dei sottoprodotti e rifiuti generati, che avviene in accordo con il sistema aziendale di gestione ambientale ISO 14001. La produzione di sottoprodotti e rifiuti nel corso del 2019 si è attestata a 7.971 tonnellate, valore sostanzialmente analogo a quello registrato nel 2018. Va precisato che il 99,8% dei sottoprodotti e rifiuti è classificato come non pericoloso e, soprattutto, che il 97,2% viene destinato al riciclo. Si tratta perlopiù di fanghi di depurazione, oggi riutilizzati per la produzione di biometano, e di imballaggi in carta, cartone e plastica, destinati anch’essi al riciclo. Gli scarti di lavorazione del pollame, invece, sono trasferiti a un consorzio, dove subiscono una lavorazione che li rende utilizzabili per la produzione di petfood.

Sul piano della sostenibilità sociale, infine, Fileni promuove l'occupazione femminile che costituisce circa il 40% del totale in tutte le mansioni produttive, mentre considerare la formazione di personale qualificato come strategica per la crescita dell’azienda ha comportato l'erogazione di oltre 7.600 ore di formazione professionale, di cui il 59% rivolte agli operai. Per supportare e favorire il benessere delle persone sono state attivate nel corso degli anni varie iniziative di welfare aziendale: dalle convenzioni per prestazioni sanitarie, CAAF e patronati ai servizi di lavanderia e alle borse di studio per i figli dei dipendenti.
 

Tag:  Bilancio di SostenibilitàFileniGruppo Filenisostenibilitàsostenibilità ambientale economica e socialesostenibilità del sistema agroalimentare

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