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I Comuni Ricicloni tengono botta anche durante la pandemia
I Comuni Ricicloni tengono botta anche durante la pandemia
di Redazione
12/07/2022
Gli effetti della pandemia si sono fatti sentire sulla produzione dei rifiuti del 2021 nei comuni italiani. L’obbligo di conferire nell’indifferenziato tutti i rifiuti prodotti all’interno di mura domestiche dove il virus ha contagiato gli occupanti, ha inciso infatti sulla gestione dei rifiuti nel suo complesso, diminuendo la percentuale di raccolta differenziata e aumentando la produzione pro-capite di rifiuto da avviare a smaltimento.
Nell’edizione 2022 di Comuni Ricicloni (dati 2021) si confermano comunque 590 Comuni Rifiuti Free (quelli in cui la produzione pro-capite di rifiuti avviati a smaltimento è inferiore ai 75 Kg), tornando all’incirca ai livelli dell’edizione 2020 (quando ad essere premiate erano 598 amministrazioni comunali). Contiamo infatti 33 virtuosi in meno nelle graduatorie dei Ricicloni 2022 rispetto all’edizione 2021, con una percentuale di popolazione coinvolta solo leggermente diminuita (dal 6,4% al 5,9% sul totale della popolazione italiana).
Una fotografia puntuale di quanto gli italiani e le singole comunità si stiano impegnando nella raccolta differenziata per un corretto smaltimento dei rifiuti: torna con la sua 29esima edizione Comuni Ricicloni, lo storico dossier di Legambiente che premia i migliori risultati nella gestione dei rifiuti, patrocinato dal Ministero della Transizione Ecologica, con la collaborazione di Conai, Comieco, CoReVe, CoRePla, CiAl, Ricrea, Rilegno, CIC – Consorzio Italiano Compostatori, Biorepack e i partner Novamont e Eurosintex.
Nell’edizione del 2022, che raccoglie i dati del 2021, sono 590 i Comuni Rifiuti Free, cioè quelli in cui la produzione pro-capite di rifiuti avviati a smaltimento è inferiore ai 75 Kg, tornando all’incirca ai livelli dell’edizione 2020 (che premiava 598 amministrazioni comunali).
Rispetto alla scorsa edizione trentatré virtuosi in meno nelle graduatorie, con una leggera inflessione nella percentuale di popolazione coinvolta che passa dal 6,4% al 5,9% sul totale della popolazione italiana. A pesare sul risultato soprattutto gli effetti della pandemia che ha obbligato a conferire nell’indifferenziato tutti i rifiuti prodotti dai contagiati, portando da un lato alla diminuzione della percentuale di raccolta differenziata, dall’altro all'aumento della produzione pro-capite di rifiuto da avviare a smaltimento (compreso tra 1 e 5 Kg/pro-capite/anno, con qualche punta intorno ai 10 Kg/pro-capite/anno). Effetti che non hanno però fermato la costante crescita del Sud Italia, che conta 167 Comuni Rifiuti Free (+5 rispetto allo scorso anno), merito anche dei dati offerti quest’anno alla classifica da ARPA Campania. Il primato resta però del Nord Italia (391 comuni), anche se segna una decrescita rispetto al numero dello scorso anno (-32 comuni). Il Centro resta marginale: 32 comuni (-6 rispetto lo scorso anno).
Ancora quattro i capoluoghi di provincia più meritevoli: Trento, Pordenone, Treviso e Belluno. Oltre a questi, rientrano nelle classifiche dei Comuni Rifiuti Free per Comuni oltre i 30mila abitanti: Carpi (MO), Castelfranco Emilia (MO), Misilmeri (PA), Bra (CN) e i comuni veneti di Montebelluna (TV), Castelfranco Veneto (TV), Conegliano (TV), Mira (VE) e San Donà di Piave (VE).
“Il primo cantiere dell’economia circolare si deve realizzare nelle nostre case, con una buona raccolta differenziata e la riduzione di rifiuti indifferenziati che finiscono in discarica e i 590 Comuni Rifiuti Free premiati oggi ce lo dimostrano. – ha commentato Giorgio Zampetti, direttore nazionale di Legambiente – Amministrazioni, Sindaci e cittadini protagonisti di un nuovo approccio, sostenibile e strategico, nella raccolta dei rifiuti, spesso reso possibile da un unico gestore e da una buona pianificazione. Raccolte differenziate porta a porta, impianti per l’avvio a riciclaggio, ma anche acquisti di beni, opere e servizi, che valorizzano i materiali recuperati da raccolta differenziata: sono queste storie virtuose che premiamo oggi a darci una speranza per il futuro, augurandoci che queste esperienze puntuali, possano presto divenire una concreta buona prassi nazionale di economia circolare”.
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