I funghi per costruire reti di calcolo, sensori e mattoni di edifici organici

di Andrea Begnini

04/03/2021

Foto di Tomasz Proszek da Pixabay

Sono robusti, durano nel tempo, resistono al fuoco, hanno capacità rigenerativa e sanno costruire reti viventi sotto terra: i funghi rappresentano un “materiale” di assoluto interesse per i ricercatori che, come anche appena pubblicato su Biosystems, ne considerano le notevoli capacità che li rendono in grado di percepire stimoli chimici ed elettrici e di inviare risposte. Qualcosa di simile a un computer che potrebbe in futuro rendere i funghi delle vere e proprie reti elettriche come dei circuiti di calcolo oppure, ancora, dei sensori ambientali. Il tutto, secondo una piena sostenibilità e circolarità perché i funghi potrebbero sostituire circuiti, cavi e materiale elettronico in diverse applicazioni come per la realizzazione di batterie o altro, essendo composti di cellulosa, materiale totalmente biodegradabile. Lo studio, tra l'altro, ha per esempio analizzato la madre dell'aceto, una colonia batterica che è in grado di produrre dei veri e propri substrati di cellulosa sperimentati in chirurgia per recuperare i danni provocati dalle ustioni, materiali che potrebbe anche in futuro essere utilizzato per realizzare dispositivi indossabili capaci di avvertire e misurare la pressione oppure produrre risposte nei confronti della luce. Inoltre, essendo i funghi degli organismi collettivi collegati tra loro, con le loro reti di interscambio e di calcolo, paragonabili al web, che si estendono nel sottosuolo anche per centinaia di chilometri potrebbero fornire indicazioni molto utili sulla possibilità di trasferire informazioni e di scambiarle, potendo ispirare la realizzazione di veri e propri calcolatori biologici.

I funghi, soprattutto per la loro capacità di autoripararsi e di produrre ridotte emissioni di carbonio o altre sostanze inquinanti, rappresentano un materiale di studio anche nel settore dell'edilizia. Sul magazine della Commissione Europea per ricerca e innovazione Horizon, gli esperti della Columbia Graduate School of Architecture, Planning and Preservation  hanno presentato un modo per utilizzare i funghi come materiale da costruzione ecosostenibile in grado, forse, di sostituire il cemento nella produzione di mattoni. Oltre a ridurre sensibilmente le emissioni di CO2 nel settore delle costruzioni, i materiali così prodotti potrebbero degradarsi in modo biologico nella demolizione di un edificio. Il progetto ha visto la realizzazione di mattoni ottenuti combinando il micelio dei funghi con rifiuti agricoli come paglia o scarti di mais. Il composto, una volta che la paglia viene colonizzata dai funghi, è infine trattato con il calore per uccidere il fungo con il risultato di mattoni del tutto simili a quelli tradizionali ma costituiti da solo materiale organico. Il lavoro, prodotto nell'ambito del progetto FUNGAR (Fungal Architectures), lanciato nel 2019, parte dalal considerazione di come l'edilizia sia responsabili di quasi il 40% delle emissioni di CO2 a livello globale.
 

Tag:  bioediliziaeconomia circolarefunghimateriali

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