Il 2023 è l’Anno Internazionale del Miglio, un cereale antico, nutriente e sostenibile   

di Redazione

03/01/2023


Un cereale resistente, nutriente e molto adattabile, per queste caratteristiche l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2023 l’“Anno Internazionale del Miglio” (in inglese International Year of Millets, IYM 2023), o meglio dei diversi tipi di miglio, secondo un plurale che purtroppo nella traduzione italiana rischieremmo di perdere, ma che molto ha a che fare con le ragioni di questa scelta. 

“Sono incredibili colture ancestrali con un alto valore nutrizionale. Il miglio può svolgere un ruolo importante e contribuire ai nostri sforzi collettivi per dare potere ai piccoli agricoltori, raggiungere uno sviluppo sostenibile, eliminare la fame, adattarsi al cambiamento climatico, promuovere la biodiversità e trasformare i sistemi agroalimentari”, ha detto Qu Dongyu, Direttore Generale della FAO, durante la cerimonia di apertura dell’Anno Internazionale del Miglio 2023 (IYM) presso la sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO).
La proposta è stata avanzata dall’India, che detiene la tradizione produttiva più antica di questo cereale: il miglio, infatti, è stato tra i primi raccolti ad essere addomesticato e nella valle dell’Indo esistono diversi reperti storici che attestano il suo consumo.
Attualmente il miglio è coltivato in più di 130 Paesi, ed è considerato cibo tradizionale per oltre mezzo miliardo di persone in Asia e Africa, mentre la coltivazione nei Paesi occidentali è sporadica e in quantità limitate.  

L’obiettivo dell’ONU è favorire la conoscenza di questo cereale, dei suoi benefici nutrizionali per la salute e della sua adattabilità a condizioni climatiche e ambientali mutevoli e promuoverne una coltivazione sempre più ampia. L’anno internazionale del miglio diventa così un'occasione per diffonderne la produzione in quanto sostenibile, sotto diversi profili, ambientale, economico, nutrizionale e sociale. 
Tutto il gruppo di varietà di questo cereale si distingue per la robustezza e le poche pretese, perché può sopportare condizioni climatiche estreme, richiede mediamente 2,5 volte meno acqua, non soffre la siccità, può essere coltivato con un ridotto apporto di fertilizzanti e resiste bene ai parassiti. 

Suscitare interesse per il miglio da parte di agricoltori, giovani e società civile, significa anche spingere governi e politici a privilegiare la sua produzione e il suo consumo, incoraggiando la sostituzione di riso, grano e mais, coltivazioni a maggior impatto ambientale, proprio con il miglio, che, fra l’altro, ha le caratteristiche per garantire il sostentamento anche dei piccoli agricoltori. 

Ma perché si parla di Millets, al plurale? Perché si tratta di un vasto gruppo di cereali, come il perlato, il proso, il miglio da cortile, il piccolo, il kodo e il miglio bruno, per citarne alcuni. Anche in Italia, il miglio, molto utilizzato all’epoca dei Romani e fino al Medioevo, ha lasciato traccia di sé in alcune ricette regionali, in particolare in Veneto, Trentino e Lombardia dove la “polenta di miglio” è stato un piatto tipico popolare per molti secoli. Oggi tuttavia è una produzione molto marginale. 

Attualmente il miglio rappresenta meno del 3% del commercio globale di cereali, ma il suo consumo si sta nuovamente diffondendo anche nei paesi occidentali. Viene infatti inserito nelle diete vegane per le sue proprietà remineralizzanti, digestive e ricostituenti e nei menu per celiaci, essendo naturalmente privo di glutine. Senza dimenticare che il miglio è circa cinque volte più nutriente del riso e del grano in termini di proteine e ha un basso indice glicemico, rivelandosi così adatto anche per i diabetici. 

La diffusione della produzione del miglio secondo l’ONU può dare un contributo concreto al raggiungimento di alcuni Obiettivi di Sviluppo sostenibile (SDGs). Che sono, nello specifico, l’SDG 2 (Fame zero), l’SDG 3 (Salute e Benessere), SDG 8 (Lavoro dignitoso e crescita economica), l’SDG 12 (Consumo e produzione responsabile), l’SDG 13 (Azione per il Clima) e l’SDG 15 (Vita sulla Terra). L’ONU ha pertanto predisposto un manuale e un kit di strumenti per la comunicazione dell'IYM 2023, in cui vengono forniti il background sugli obiettivi, lo slogan, il tema, i fatti, i messaggi chiave e gli inviti all'azione per garantire l’accesso a un cibo nutriente, salutare e sostenibile da parte di un sempre maggior numero di persone.  
 

Tag:  2023 Anno internazionale del miglioagricoltura sostenibileFAO (Food and Agriculture Organization)IYM 2023miglioONUsostenibilità alimentaresviluppo sostenibile

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