Il calore del nucleo terrestre per scaldare la casa: energia pulita e circolare 3 metri sotto di noi

di Andrea Begnini

26/02/2021

Impianto geotermico. Foto di WikiImages da Pixabay

Come osserva David Roberts in un interessante articolo sul blog Vox, il nucleo fuso della Terra ha una temperatura di circa cinquemila gradi centigradi, più o meno la stessa del Sole. Per ipotesi, se riuscissimo a tirare fuori dal sottosuolo anche solo lo 0,1% dell’energia in esso contenuta, saremmo in grado di soddisfare il fabbisogno energetico dell’intera umanità per due milioni di anni.
 
Il calore immagazzinato nella crosta terrestre, ovvero l'energia geotermica, è privo di carbonio e praticamente inesauribile: ce n'è abbastanza per gestire tutta la civiltà per generazioni, a patto che possa essere sfruttato in modo economico. “Ben prima che gli esseri umani generassero elettricità con il calore geotermico, lo usavano per fare il bagno, cucinare e riscaldare gli edifici. Il calore diretto geotermico è ancora utilizzato oggi nell'industria, nell'agricoltura e per gli edifici, ma solo una piccola parte del suo potenziale è stato sbloccato”. Il calore a circa 12 gradi, disponibile a soli 3 metri di profondità può già essere utilizzato per qualcosa, “Che si tratti di essiccare il grano, gestire una serra, sciogliere il ghiaccio sulle piste degli aeroporti o riscaldare edifici commerciali”. Il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici non sono business così attraenti come l'elettricità ma rappresentano, comunque, poco più del 12% delle emissioni di gas serra degli Stati Uniti e una percentuale maggiore di emissioni nelle città molte delle quali hanno obiettivi di decarbonizzazione aggressivi: “Per raggiungere questi obiettivi, hanno bisogno di produrre riscaldamento senza emissioni di carbonio e la geotermia è una delle migliori opzioni”.

Le prime tre sfide che una città decarbonizzata deve affrontare “sono la fornitura di elettricità, i trasporti, il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici. I percorsi per la decarbonizzazione dell'elettricità e dei trasporti, sebbene estremamente impegnativi, sono almeno abbastanza ben inquadrati: energie rinnovabili, veicoli elettrici e un buon design urbano che riduca al minimo la necessità di automobili”. Per quanto riguarda il riscaldamento, “è probabile che i combustibili liquidi a basse emissioni di carbonio vengano e verranno utilizzati per applicazioni di alto valore nell'industria e nei trasporti, non per riscaldare il soggiorno”. Quindi, è opportuno puntare sul geotermico che funziona un po' come le pompe di calore che scambiano calore con l'aria esterna, mentre la geotermia scambia calore con la terra: “Le pompe di calore geotermiche sono la fonte più efficiente di calore per l'edificio, anche se, propriamente, utilizzano l'energia solare immagazzinata dalla superficie terrestre”. Solo a profondità superiori o in aree vulcaniche attive viene impiegato il calore dal nucleo del pianeta. “Ovunque, da 3 a 300 metri sotto la superficie, la temperatura è costante a 12 gradi tutto l'anno. Le pompe geotermiche funzionano così: quando l'aria è più fredda di 12 gradi, traggono calore dalla terra; quando fa più caldo scaricano il calore nella terra”. Sfortunatamente, per ora è ancora molto costoso installarne una e l'installazione “comporta in genere perforazioni e scavi estesi che possono durare per settimane. Per le nuove costruzioni, tuttavia, la geotermia è molto più pratica e agevole. Il costo iniziale si ripaga in tempi relativamente brevi e, una volta pagato, produce denaro in continuazione in termini di risparmi”. Le pompe geotermiche affrontano, in sostanza, una fase che tutti i tipi di tecnologie per l'energia pulita hanno dovuto superare, ovvero sviluppare nel tempo strategie per la riduzione dei costi, proprio come negli ultimi anni è avvenuto per esempio con i pannelli solari.
 

Tag:  economia circolareenergia geotermica

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