Il diritto all'ambiente nella nostra Costituzione

18/09/2019

"Ci adopereremo affinché la protezione dell'ambiente e delle biodiversità, e auspico anche dello sviluppo sostenibile, siano inseriti tra i principi fondamentali del nostro sistema costituzionale. Tutto il sistema produttivo dovrà orientarsi verso la promozione di prassi socialmente responsabili", lo ha dichiarato il Premier Giuseppe Conte, presentando gli obiettivi del neonato governo.

La Costituzione Italiana, infatti, non definisce espressamente il concetto di ambiente come bene da tutelare. L’unico riferimento si trova nell’articolo 9: “La Repubblica (…) tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. 
Ma il principio, così enunciato, non può essere sufficiente ad affrontare sfide ed emergenze di oggi, che non potevano essere prevedibili da parte dei Padri Costituenti. Per questo è diventato più che mai necessario inserire nella nostra Carta una chiara definizione del diritto all’ambiente, affinché tutta la produzione normativa successiva debba tenerne conto. A questo proposito, si ricorda che nello scorso autunno in Commissione Affari Costituzionali della Camera è stato avviato l’iter collegato alla proposta di legge costituzionale per introdurre nella Costituzione i principi della tutela dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile. Nello specifico, gli articoli interessati da integrazioni sarebbero l’articolo 2, il già citato articolo 9 e l’articolo 41. 
  
Le affermazioni programmatiche del Presidente del Consiglio Conte sono state rilanciate dalle dichiarazioni del  Ministro dell'Ambiente Sergio Costa, in occasione della conferenza Onu sulla desertificazione tenutasi a Nuova Dehli. Costa ha confermato con convinzione questa linea di indirizzo, parlando di un "green new deal" che promuova la riconversione energetica alle fonti rinnovabili e la rigenerazione urbana orientata alla sostenibilità ambientale. 

Le associazioni ambientaliste, Legambiente, Greepeace, Lav e Wwf, seppur con differenti sfumature, hanno commentato positivamente queste dichiarazioni, sottolineando comunque la necessità di renderle concrete con un’azione che si articoli su più piani per essere operativa in tempi brevi. 
Greepeace Italia, con il suo direttore esecutivo Giuseppe Onufrio, ha dunque sollecitato una rapida modifica delle competenze ministeriali per rendere trasversali e immediatamente realizzabili le misure a favore della sostenibilità ambientale.
Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, ha invece indicato la definizione della legge di Bilancio come prima occasione per un primo segnale concreto, invitando a prevedere la cancellazione di tutti i sussidi alle fonti fossili. 
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