Il futuro delle città “a misura d’albero”.

di Redazione

07/01/2021

E quando se n’ha da tagliare, il custode procuri d’esser presente, acciocché
siano tagliati in que’ luoghi, et quegl’ abeti, che manco diminuiscono la selva,
et manco le tolgano della sua bellezza et vaghezza.

La Regola della vita eremitica
scritta da Paolo Giustiniani nel 1520
comunemente conosciuta come il Codice forestale

a cura di Ettore Prandini, Presidente Coldiretti
Ermete Realacci, Presidente Fondazione Symbola
Federico Vecchioni, Amministratore Delegato Bonifiche Ferraresi

“La sopravvivenza di una città non dipende dalla rettitudine degli uomini che vi risiedono, ma dai boschi e dalle paludi che la circondano”, così scriveva Henry David Thoreau. Evidentemente un’iperbole che anticipava sensibilità e consapevolezze oggi sempre più diffuse sul contributo di boschi e foreste alla qualità della vita delle città e alla stabilità dei territori, alla sicurezza delle comunità, alla bellezza dei paesaggi e alla conservazione della biodiversità. E alla sostenibilità, grazie al ruolo sempre più rilevante che il legno assumerà nella circolarità e decarbonizzazione dei processi produttivi. L’Italia è oggi con 11,4 mln di ettari e il 38% della sua superficie territoriale il secondo tra i grandi paesi europei per copertura forestale.
 
Ogni anno le foreste italiane sottraggono dall’atmosfera circa 46,2 mln di tonnellate di anidride carbonica, che si traducono in 12,6 mln di tonnellate di carbonio accumulato. Il carbonio organico accumulato nelle foreste italiane è pari a 1,24 mld di tonnellate, corrispondenti a 4,5 mld di tonnellate di anidride carbonica. E in città le piante possono ridurre le temperature e rimuovere ozono e polveri sottili, queste ultime in gran parte responsabili delle 60mila morti premature che ogni anno avvengono in Italia a causa dell’inquinamento atmosferico. Un contributo dei boschi e delle foreste italiane alla sostenibilità, alla sicurezza e alla bellezza destinato a crescere con la piantumazione nei prossimi 10 anni di più di 200 mln di alberi come contributo nazionale alla Strategia europea per la biodiversità 2030, che prevede di piantare 3 mld di alberi nei paesi dell’Unione. E con il diffondersi di pratiche di gestione forestale sostenibile sarà possibile assicurare un ulteriore contributo alla salute dei nostri boschi, delle nostre città e dei nostri territori, oltre a ridurre la dipendenza delle nostre imprese dell’arredo-legno e delle costruzioni dalle importazioni dall’estero.
 
Per questo sarà importante che il Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano individui nei boschi e nelle foreste uno degli assi strategici della transizione ecologica, per la quale la Commissione europea ha messo a disposizione la quota maggiore delle risorse disponibili – ben il 37% – del Next Generation EU; imprimendo così una decisiva accelerazione al progetto del Green Deal, ribadendone e rafforzandone la centralità per fare dell’Europa il primo continente a impatto climatico zero. Come ha ricordato Ursula von der Leyen é questo un obiettivo che richiede ben più che una semplice riduzione delle emissioni o rendere più circolare il nostro modo di produrre. Richiede di dar vita ad un’economia a misura d’uomo, che a ben vedere è il cuore della proposta de il Manifesto di Assisi promosso da Symbola e dai francescani del Sacro Convento nel gennaio del 2020.

https://www.italiacircolare.it/it-it/piantare-alberi-per-far-ripartire-il-paese-v1.aspx
 

Tag:  Bonifiche Ferraresiboschi e foresteColdirettiFondazione SymbolaNext Generation EUsostenibilità

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