Il legno e i suoi fratelli. Come saranno fatti gli edifici del futuro (prossimo)

di Giovanni Franchini

07/08/2020

Photo credit: Øyvind Holmstad per Wikipedia

Quando è stato completato, nel marzo 2019, Mjøstårnet è diventato un edificio simbolo. Non solo per il colpo d'occhio con cui si distingue sulla riva del lago Mjøsa, il lago più grande della Norvegia, ma anche come simbolo immediatamente riconoscibile, del "passaggio all'edilizia verde da parte della Norvegia".

Progettato dallo studio di architettura Voll Arkitekter e realizzato nella cittadina norvegese di Brumunddal, l'edificio ha una struttura portante di travi e pilastri in legno lamellare, balconi, vani scale e ascensori in legno strutturale e per massimizzare la sostenibilità ambientale il legno utilizzato è stato ricavato da foreste locali dove sono stati piantati due nuovi alberi per ogni pianta abbattuta.

Mjøstårnet è stato ratificato come l'edificio in legno più alto del mondo dal Council on Tall Buildings and Urban Habitat, dal Guinness World Records, ha anche ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, come i New York Design Awards, i Norwegian Tech Awards e il CTBUH's Award of Excellence. Il MMjøstårnet è anche spesso citato negli studi e nelle ricerche come esempio dell'edilizia del futuro, quella a cui necessariamente dovremo tendere. 

Il punto sull’edilizia del futuro lo ha fatto di recente il World Green Building Council, ente no profit che riunisce oltre 70 think-tank dedicati all'edilizia verde, cioè una nuova filosofia del costruire che sia parte di un ambiente senza emissioni di carbonio e dunque sano, equo e resiliente. Lo studio parte da una fotografia dell'attuale sistema edilizio. Oggi gli edifici sono ritenuti responsabili di gran parte del consumo globale di energia e delle emissioni di gas serra. Ciascuna delle fasi del ciclo di vita di un edificio, dalla progettazione alla produzione, dall'utilizzo e fino alla demolizione e gestione dei rifiuti contribuisce per due terzi agli attuali flussi di emissioni di gas serra. Per questo motivo, la riduzione dell'uso di calcestruzzo, cemento e acciaio nel settore edile possono ridurre le emissioni di gas a effetto serra legate ai materiali del 61% nel corso della vita di un edificio.

Grazie anche all'emergenza post-Covid, oggi un numero crescente di normative governative incoraggiano l'edilizia verso un futuro a carbonio zero per limitare l'aumento della temperatura globale e l'industria delle costruzioni sta rispondendo con un aumento vertiginoso di progetti di edifici in grado di migliorarne la sostenibilità ambientale

Tra i materiali che sono al centro della rivoluzione edile, il legno è una delle risorse rinnovabili più ricercate. Sebbene la deforestazione renda difficile pensare al legno come un materiale sostenibile, la pratica di piantare due alberi per ogni albero abbattuto rende la deforestazione una pratica sostenibile a impronta di carbonio zero.  

Secondo l’ultimo studio di Federlegno Arredo, il settore dell’edilizia in legno, che nel nostro Paese vanta un florido fatturato (ben 724 milioni di euro), è in crescita del 5% rispetto all’anno precedente. Considerando il numero di abitazioni in legno sul totale delle nuove abitazioni costruite, 1 su 14 è realizzata in legno, corrispondente ad una quota del 7,1% sul totale. Il legno viene utilizzato non sono per le costruzioni di prefabbricati ed edifici, ma anche per pannelli, semilavorati e coibentazioni come nel caso della marchigiana Sace che utilizza il sughero come materiale principale e non solo nell’edilizia. 

Un altro materiale che sarà sempre più utilizzato è il cosiddetto “calcestruzzo verde”, prodotto utilizzando materiali di scarto con materie prime riciclate come rifiuti di miniera, rifiuti di vetro e argilla bruciata per sviluppare un materiale rinnovabile a bassa manutenzione e di lunga durata. La tecnologia è stata sviluppata in Australia dalla compagnia australiana Mineral Carbonation International (MCI) nell’Università di Newcastle a nord di Sydney, dove è stato avviato uno speciale programma di ricerca. 

I mattoni di plastica sono un altro prodotto che viene utilizzato come materiale rinnovabile nelle attività di costruzione. Si tratta di un concetto innovativo in cui la plastica viene riutilizzata e mescolata con aggregati cementizi per creare forme di mattoni. Inoltre, hanno eccellenti proprietà di isolamento dal rumore e dal calore, che sono molto più dei normali mattoni.

E ancora: un altro materiale per costruzioni rinnovabili è il bambù, la cui richiesta è aumentata di recente a causa della scarsità del legno. Le proprietà rigenerative rapide e il basso costo lo rendono uno dei preferiti dal mercato. Le lastre per coperture in bambù mostrano un'elevata tolleranza alle condizioni atmosferiche estreme, rendendole un materiale da costruzione adatto per la regione geografica con climi estremi. 

In Africa invece stanno mischiando l’argilla con altri prodotti naturali come la buccia di cenere di riso e la segatura per trarne dei mattoni chiamati Porotherm, un materiale rinnovabile altamente durevole che può essere utilizzato nella costruzione, particolarmente apprezzato per la leggerezza, il basso assorbimento d'acqua, mentre le proprietà ignifughe e di isolamento termico ne aumentano l'applicabilità nel settore edile, specialmente in condizioni climatiche estreme. E infine: i mattoni Fly Ash, realizzati con prodotti di scarto che si astengono dal rilascio di tossine nocive nell'ambiente, danno nuova vita ai materiali da costruzione rinnovabili. 

Insomma, vivremo in edifici costruiti con materiali oggi impensabili. Ma vivremo senz’altro meglio. 
 

Tag:  edilizia in legnoedilizia sostenibileedilizia verdeFederlegno ArredolegnoSACESostenibilità ambientaleWorld Green Building Council

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