In Emilia Romagna i rifiuti elettrici ed elettronici tornano in circolo

di Andrea Begnini

02/03/2021


Nel 2020 sono state raccolte 365.124 tonnellate di RAEE (rifiuti elettrici ed elettronici) domestici, un risultato in crescita del 6,4% rispetto alla raccolta 2019 che conferma un andamento positivo. Anche se, poi, resta da affrontare la gestione di tutto questo materiale per integrarlo in una filiera produttiva di valorizzazione delle tante componenti ancora riutilizzabili presenti in questi rifiuti. In questo senso, in Emilia Romagna è appena stato avviato un progetto sperimentale per raccogliere rifiuti elettrici ed elettronici, predisporli al riutilizzo e organizzarne la vendita in grandi catene commerciali. Attori del progetto sono Dismeco di Lama di Reno (Bologna), Hera, Aires-Confcommercio, CNA Bologna, Università di Bologna e Zero Waste Italy. Come spiega all'Ansa la Regione: “Si tratta di un progetto unico in Europa, per sperimentare nuove modalità di raccolta ecocompatibili dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), per avviare linee di preparazione per il loro riutilizzo e sviluppare sistemi di vendita di questi prodotti, rigenerati industrialmente e con funzionamento certificato, presso corner verdi in piccoli negozi e grandi punti vendita di elettronica. In cinque anni si potrebbero creare decine di posti di lavoro”. 

Tanti sono i riconoscimenti per questo progetto che, nel 2020, è stato selezionato come caso di studio internazionale di economia circolare da parte dell'International waste working group. L'assessore regionale allo Sviluppo economico e Green Economy, Vincenzo Colla, ha definito questo come: “Un fatto molto importante per il territorio del nostro Appennino e coerente con il Patto per il Lavoro e per il Clima, dove l’economia circolare è uno degli elementi fondanti del posizionamento di questa Regione. Guardiamo con grande attenzione al tema del riciclo e del riuso e trovo molto interessante il progetto dei corner all'interno dei grandi gruppi commerciali. Si tratta di un programma industriale unico a livello europeo, importante non solo per dare una risposta di mercato sociale e al reinserimento dei prodotti di scarto nella catena del valore, ma anche per intercettare e contrastare efficacemente il rischio di inquinamento per abbandono di rifiuti nell’ambiente”. Siamo un Paese che non ha materie prime, quindi “il riciclo e il riuso possono diventare davvero un driver di sviluppo. Nel post-Covid la cultura ambientale sarà sempre più diffusa e anche per questo motivo lavoriamo per dare una certificazione a livello regionale e nazionale a queste filiere”.

A occuparsi della filiera sarà la Dismeco di Bologna, la prima azienda nata in Italia per la gestione e il trattamento dei RAEE. A proposito, il presidente di Dismeco Claudio Tedeschi ha spiegato: “ Con l'implementazione di questo progetto, il territorio dell'Emilia-Romagna si pone al vertice delle politiche legate alla Green Economy, declinandole in maniera operativa e concreta, coniugandole con l'attenzione dovuta alle problematiche sociali e a quelle del lavoro”.
 

Tag:  Dismecoeconomia circolareRAEERegione Emilia Romagna

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