Italia: temperature medie su di 2,15 gradi negli ultimi 50 anni

di Andrea Begnini

14/07/2020

Uno studio realizzato dall’European Data Journalism Network ha registrato l’evoluzione delle temperature in tutti i comuni europei e italiani mettendo in relazione il decennio compreso tra 1960 e 1969 e quello compreso tra 2009 e 2018. Il risultato non sorprende: il nostro continente si sta riscaldando un po’ a tutte le latitudini. Ma l'ampiezza di questa accelerazione sul territorio è impressionante: in un terzo dei comuni europei la temperatura media è aumentata di oltre due gradi nei due periodi presi come riferimento, con punte che superano addirittura i 5 gradi di differenza. Solo 73 dei 102.445 comuni considerati registrano, invece, una diminuzione della temperatura media di pochi decimi di grado.

“I fattori che determinano il riscaldamento climatico sono molti, avvengono su livelli diversi e interagiscono in maniere complesse. Non esistono spiegazioni che si possano applicare in modo identico a tutti i centomila comuni analizzati. È però possibile osservare alcuni elementi ricorrenti: all’interno di ciascun paese, tra i comuni dove la temperatura è aumentata di più, troviamo spesso le capitali o i loro sobborghi, soprattutto nell’Europa centro-orientale. È questo ad esempio il caso di Tallinn e Belgrado, ma anche di Riga e Budapest, le capitali europee che si sono riscaldate di più”. Il tutto, ricordando che l'obiettivo numero uno del Green Deal europeo è proprio quello di limitare il riscaldamento globale che, secondo le stime del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell’ONU, dovrebbe non superare gli 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali. Per conseguire tale obiettivo, gli stati si propongono di stabilizzare quanto prima le emissioni di gas a effetto serra a livello mondiale e di conseguire l'obiettivo di zero emissioni nette nella seconda metà del secolo.

Per quanto riguarda l'Italia, tornando allo studio realizzato dall’European Data Journalism Network, le temperature in tutti i comuni, nel confronto tra il decennio 1960/1969 e quello 2009/2018, sono aumentate in media di + 2.15 gradi, con picchi fino a 4 gradi. Soffrono soprattutto le aree urbane, in particolare Roma dove la temperatura è aumentata di +3.65 gradi dal 1960, seguita da Milano (+3.34 gradi) e Bari (+3.05 gradi). La ragione si riscontra principalmente in quella che viene chiamata “isola di calore” e che deriva da tre fattori: l’impermeabilizzazione dei suoli con la cementificazione di strade e palazzi che non consente la traspirazione del suolo, l'assorbimento del calore da parte dello stesso cemento e i meccanismi produttivi connessi al funzionamento delle automobili e dei condizionatori che d’estate producono aria calda. Inoltre, là dove il fattore climatico registra incrementi maggiori, soprattutto in estate si riscontrano i tassi più alti di mortalità, specialmente tra la popolazione anziana: uno studio del Dipartimento di Epidemiologia del Sistema sanitario della Regione Lazio del 2018 riporta, per esempio, come le vittime per il caldo tra il 2005 e il 2016 in 23 città italiane siano state 23.800.
 
Ma il problema del riscaldamento non riguarda solo le città: tra i dieci comuni in cui la temperatura è aumentata maggiormente in Italia sei sono in provincia di Sondrio, più precisamente in Valtellina e uno è in Valle D’Aosta. L’incremento record si registra a Martello, comune della provincia di Bolzano, dove la colonnina di mercurio ha fatto registrare un incremento di +4.5° dal 1960 a oggi. Per quanto riguarda le province, quella di Roma fa registrare l'incremento di temperatura più alto con un aumento di +3.13 gradi, seguita da quella di Brindisi (+3.09 gradi), Sondrio (+3.03 gradi) e Latina (+3.01 gradi).
 

Tag:  cambiamenti climaticiEuropean Data Journalism Networkriscaldamento globaletemperature

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