Italia, una superpotenza europea dell'economia circolare

di Andrea Begnini

06/11/2023


L’italia è leader nell’economia circolare e ha la più alta percentuale di avvio a riciclo sulla totalità dei rifiuti: l’83,4%, 30 punti percentuali in più rispetto alla media europea, con una crescita storica nell’impiego di materia seconda nei settori industriali nel biennio 2020-2021. Spiega Ermete Realacci, Presidente di Fondazione Symbola: “Sono 510 mila le imprese italiane che negli ultimi cinque anni hanno investito sulla green economy e sono 3,2 milioni i greenjobs. Accelerare gli investimenti nella transizione verde e nelle energie rinnovabili aumenta la stabilità finanziaria come dimostrano gli studi della BCE e della Banca d’Italia, dà forza al made in italy, riduce i costi a medio termine per famiglie e imprese, rafforza la nostra indipendenza energetica. Siamo una superpotenza europea dell’economia circolare e questo ci rende più competitivi e capaci di futuro”. 

Il Rapporto GreenItaly, arrivato alla quattordicesima edizione, è realizzato dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere, con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne e con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Al rapporto hanno collaborato Conai, Novamont, Ecopneus, European Climate Foundation, molte organizzazioni e oltre 40 esperti. È stato presentato oggi da Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola; Andrea Prete, presidente Unioncamere; Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; Alessandro Rinaldi, direttore studi e ricerche del Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne. Sono intervenuti Catia Bastioli, amministratore delegato Novamont; Simona Fontana, responsabile del Centro studi per Economia Circolare del CONAI;  Agostino Re Rebaudengo, presidente Elettricità Futura.

Sotto il profilo dell’occupazione, alla fine dello scorso anno le figure professionali legate alla green economy rappresentavano il 13,9% degli occupati totali, 3.222 mila unità. Nel 2022 i contratti attivati di queste figure sono stati pari a 1.816.120, il 35,1% dei contratti totali previsti nell’anno (circa 5,2 mln), con un incremento di 215.660 unità rispetto alla precedente rilevazione. Tra le aree aziendali più interessate sul totale delle attivazioni troviamo le aree progettazione e sviluppo (incidenza 87%), logistica (81,7%) e marketing e comunicazione (79,2%). Guardando in maniera allargata alla richiesta di competenze e cultura green, nel 2022 – su un totale di quasi 5,2 milioni di contratti previste nel mercato del lavoro – questa conoscenza è stata ritenuta necessaria nell’81,1% dei casi, per circa 4,2 milioni di contratti.

A livello regionale la Lombardia continua a contraddistinguersi come la regione più dinamica, con 421.170 nuovi contratti green jobs attesi nel 2022 (in crescita del 14,7% rispetto al 2021), primato che possiede non soltanto in termini assoluti ma anche relativi (l’incidenza dei green jobs sul totale delle attivazioni previste nella regione è del 40,8%). Nelle prime quattro regioni per numero di attivazioni green jobs (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Lazio) è concentrato il 51,9% dei nuovi contratti. A livello provinciale, Milano segna anche nel 2022 il maggior numero di attivazioni green (186.360 contratti attesi, pari al 10,3% del totale dei contratti green jobs su scala nazionale ed al 41% del totale delle attivazioni previste nella provincia). 

Siamo leader nell’economia circolare con un avvio a riciclo sulla totalità dei rifiuti - urbani e speciali - del 83,4% (2022): di gran lunga superiore a quello di tutte le grandi economie europee.  Un tasso di riciclo superiore di oltre 30 punti alla media UE (52,6%) e ben superiore a tutti gli altri grandi Paesi europei, come Francia (64,4%), Germania (70%), Spagna (59,8%). Non solo. L’Italia è anche uno dei pochi Paesi europei che dal 2010 al 2020 – nonostante un tasso di riciclo già elevato – ha comunque migliorato le sue prestazioni (+10 punti percentuali, contro una media UE di 6 punti percentuali). Nel biennio 2020-2021 si è inoltre verificato un inatteso consolidamento della capacità di riciclo industriale dell’Italia – specialmente nel comparto cartario – che ha visto in tutti i settori incrementare, anche in maniera importante, la quota di materie seconde impiegate. Un eccellente risultato per la transizione ecologica e lo sviluppo di un’economia sempre più circolare.

In tema di economia circolare, va segnalato che l'Italia nel 2022 ha approvato la Strategia Nazionale per l'Economia Circolare, che definisce i seguenti obiettivi: 1) favorire il mercato delle materie prime secondarie; 2) estendere la responsabilità dei produttori e dei consumatori; 3) diffondere pratiche di condivisione e il principio del "prodotto come servizio"; 4) definire una roadmap di azioni e obiettivi fino al 2040. La strategia comprende interventi pensati per l'intera filiera, considerando sia il lato della produzione che quello del consumo dei beni, nonché l’implementazione di piani di monitoraggio per misurare le performance di imprese (soprattutto PMI), aree industriali e filiere produttive, città e territori, cittadini-consumatori, eco-design, blue economy, bioeconomia e materie prime critiche. La strategia fa parte del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), con uno stanziamento specifico di 2,1 miliardi di euro per migliorare la gestione dei rifiuti e l'economia circolare attraverso un pacchetto di investimenti e riforme, tra cui, appunto, l'adozione della Strategia nazionale per l'economia circolare e del Piano nazionale di gestione dei rifiuti.
 

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