La mobilità elettrica salverà il pianeta, ma solo se sapremo riciclare le batterie

di Giovanni Franchini

08/01/2021

Foto di Marek Studzinski da Pixabay

L’accelerazione delle immatricolazioni delle auto elettriche viaggia a tassi molto alti, +155% nel 2019, pari a circa 30 mila nuove auto, oltre il 3% sul totale parco macchine. La trasformazione green del settore automotive è quindi in piena attività, e da qui nasce la conseguente domanda di batterie al litio e relative necessità di smaltimento e recupero delle stesse. 

E se sul fronte della produzione in Italia, Francia, Germania, Ungheria, Polonia, Slovacchia e Svezia, sono già in costruzione 15 gigafactory, impianti per la produzione di celle per 6 milioni di auto elettriche, altrettanto strategico è trovare modi di riciclare e riutilizzare le materie prime, nichel, cobalto e manganese, infondendo a tutta la catena di produzione un approccio circolare al problema batterie, per le quali si stima una domanda mondiale superiore alle 14 volte rispetto all'anno precedente, e senza il quale non si potrà parlare di transizione effettiva verso sistemi di mobilità sostenibile e realmente pulita. 

Ad avvalorare questo timore le statistiche di Eurostat dalle quali emerge che la mobilità elettrica cresce, ma la circolarità delle batterie è ancora a zero e non c’è praticamente traccia di circolarità nella filiera costruttiva. E invece è proprio sul riciclo delle batterie che si giocherà la partita per i produttori che, da normativa, sono responsabili per l’intero ciclo di vita del prodotto, compreso il post-consumo. 

Di recente la Commissione Europea, nell’ambito del Circular Economy Action Plan, ha presentato la proposta di un nuovo Regolamento che, oltre a mantenere i principi e le responsabilità dei produttori, prevede l’introduzione di standard minimi obbligatori di sostenibilità e sicurezza per tutte le batterie immesse sul mercato europeo. Tra queste, prima di tutto c'è quello di evitare, o minimizzare, l’utilizzo di sostanze inquinanti privilegiando l’impiego di materiali riciclati per la fabbricazione delle nuove celle. 

Da qui al 2030, litio e cobalto serviranno rispettivamente in misura 80 e 50 volte superiore rispetto all’uso attuale, un dato significativo se si considera l’attuale dipendenza dell’Europa da Paesi terzi. Il timore è che già ora dovessimo riciclare tutte le batterie del parco di autovetture elettriche immesse sul mercato fino al 2020, dovremmo attrezzarci per la raccolta e il trattamento di circa 28.000 tonnellate di rifiuti, pari al peso di due Torre di Pisa. 

La buona notizia è che sono materiali riciclabili a patto che si sviluppi una filiera nazionale ed Europea in chiave circolare per il riciclo e il riutilizzo delle batterie.
 

E qui entra in gioco Erion Energy. Erion è il più importante sistema multi-consortile no profit di Responsabilità Estesa dei Produttori per la gestione dei rifiuti associati ai prodotti elettronici e la valorizzazione delle materie prime che li compongono. Il riciclo delle batterie è un nuovo fronte del cambiamento sostenibile ed Erion si sta attrezzando per occupare un ruolo fondamentale, sostenere i propri Soci coinvolti in prima linea in specifici settori di business come quello dell’e-mobility, e al contempo, offrire una mano fondamentale a instillare nelle catene di produzione l’approccio alla sostenibilità e alla circolarità.

“I vantaggi di una corretta gestione delle batterie sono rappresentati dalla conservazione delle risorse, ma anche da un aspetto di prevenzione. Un trattamento idoneo permette di evitare l’emissione nell’ambiente di sostanze pericolose” – afferma Danilo Bonato, Direttore Generale di Erion Energy – “Il litio è molto reattivo all’aria e all’acqua poiché entrando in contatto con l’ossigeno genera prodotti tossici e come altri metalli è altamente infiammabile e a rischio esplosione. Alla luce di questo è fondamentale farci trovare pronti e preparati al cambiamento che coinvolgerà tutti gli attori: dall’industria, agli Stati, dalla ricerca agli addetti ai lavori del settore del riciclo.
 
“La sfida non è banale” – continua Bonato – “Sia perché una corretta gestione del riciclo e riuso delle batterie, intesa come la possibilità di dare una seconda vita alle celle al litio secondo i principi dell’economia circolare, necessita di un livello industriale che al momento l’Italia non ha (attualmente le batterie al litio finiscono per lo più in Germania, che comunque resta ancora molto lontana da Paesi come la Cina che da anni hanno investito in circuiti di recupero volti alla massimizzazione delle materie prime seconde), sia perché l’odierno sistema ha costi elevati, che solo un forte investimento sul fronte tecnologico potrà abbattere”.
 

Tag:  auto elettricaeconomia circolareErionErion Energymobilità elettricaricicloriciclo delle batteriesostenibilità

Sigla.com - Internet Partner
Condividi linkedin share facebook share twitter share