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La rivoluzione verde dell’industria si chiama Remanufacturing
La rivoluzione verde dell’industria si chiama Remanufacturing
di Giovanni Franchini
27/04/2020
Già oggi quando andiamo a comprare una cartuccia per stampanti è facile che ci rivolgano la domanda: “la vuole nuova o rigenerata?”. La rigenerazione è un processo che oltre a farci risparmiare fino al 60%, fa bene all’ambiente in quanto permette all’involucro di plastica delle cartucce e alle altre sue componenti di non essere buttate ma di servire un nuovo ciclo di produzione, a cui ne segue ancora un altro, fino al completo degrado dei materiali.
È un processo ad esempio seguito dal gruppo Sapi, di San Vittore Olona, che della rigenerazione, riproduzione e distribuzione di cartucce rigenerate per la stampa con il proprio marchio ha creato un business da 11 milioni di euro di cui gran parte viene investita nell’attività di ricerca e sviluppo per raggiungere standard qualitativi di riciclo e ri-manifattura sempre più elevati.
Riciclare rigenerando è un principio largamente utilizzato nella produzione di componentistica informatica, ma non solo. Il Remanufacturing, ovvero Rigenerazione o Ri-manifattura, può essere applicato anche all’industria “pesante”, come quella aeronautica, automobilista, aerospaziale e della meccanica e meccatronica in generale, con risvolti che non è esagerato definire rivoluzionari e non solo in termini di linee di produzione o di prodotti, ma, come vedremo tra poco, anche in termini di nuovi modelli di business, nuove filiere di produzione, nuove professionalità e nuove competenze da immettere sul mercato.
L’assenza di un sistema consolidato di remanufacturing nell’industria si è visto soprattutto durante lo stop forzato delle catene globali di fornitura a causa dell'emergenza Covid-19, arresto che ha mandato in crisi tutte le linee di produzione, per impossibilità di nuove forniture, mostrando tutta la debolezza di un sistema industriale basato sulla continua produzione del "nuovo" per sostituire il "vecchio" o "l'obsoleto".
Per parlare di remanufacturing, o come si definisce negli Stati Uniti, Reman, si intende un processo manifatturiero mediante il quale un macchinario viene smontato nei suoi singoli componenti, che vengono rimessi a nuovo e rimontati con una nuova prospettiva di vita davanti, pari al 100% e a volte anche di più, rispetto a quando erano nuovi.
Per poter parlare correttamente di Reman, è necessario che il singolo componente ritorni nel prodotto originario come se fosse nuovo, diversamente dal processo per il quale il singolo componente viene smontato per riciclarlo e farlo diventare, ad esempio, muova materia seconda per altri prodotti (processo che prende il nome di Demanufacturing).
Ma andiamo agli esempi: tra i produttori automobilistici, Renault progetta automobili prevedendo il riciclaggio e il riutilizzo dei componenti a fine vita. Nello stabilimento di Choisy-le-Roi, fuori Parigi, la casa francese ricostruisce i suoi motori, le pompe di iniezione e altri componenti per la rivendita che vengono poi veicolati sul mercato attraverso una propria rete vendita allo scopo di essere rimontati in motori rigenerati. Stesso principio per Bmw che tramite la sua specializzata Encory fa consulenza di processi Reman per conto di tutti i suoi clienti che acquistano motori e componentistica, ai quali insegna come smontare, rigenerare e rimontare i suoi motori e riportarli ad inizio vita.
Anche i produttori di singoli componenti utilizzano il Reman: la tedesca Bosch con il programma Exchange mette in commercio una vasta gamma di prodotti rigenerati e garantiti come il nuovo, mentre in anbito aerospaziale Airbus rigenera il 90% dei suoi motori e componenti e Air France-Klm attraverso la sua filiale Rigenera, smonta rigenera e rimonta motori e componenti della sua flotta aerea. Anche in Italia si rigenera: il gruppo Avio Aero (General Eletric) manda i suoi motori a rigenerarsi negli stabilimenti Apulia Additive Repair Center di Bari per poi rimetterli in uso come nuovi.
Attualmente il giro d’affari del Reman genera in Europa un valore di 12,5 miliardi di euro con un potenziale a breve termine stimato in oltre 30 miliardi. Con delle ricadute significative nell’incremento di fatturato (+11,5%) nel settore aerospaziale e del 7,7% in quello dell’automotive.
Ma non si tratta solo di una questione di fatturato. Il Reman ha a che fare anche con l’occupazione (+71k unità finora coinvolte) e soprattutto con la creazione di nuove competenze in un settore che non può essere svolto da lavoratori robot. Smontare, individuare i componenti, effettuare i testing necessari, capire cosa e come va cambiato, è un lavoro non ripetitivo e sempre diverso, cosa che esclude l’implementazione di processi produttivi gestiti da macchine, a tutto vantaggio dell’ingegno e delle intelligenze prettamente umane.
L’orizzonte del Reman è promettente: tra qualche anno tutti i prodotti verranno realizzati prevedendo la possibilità che vadano smontati per essere rigenerati, circostanza che cambierà nel profondo le catene di fornitura e anche le strategie aziendali e non solo. Ad uscirne profondamente modificati saranno anche i modelli di business che vedranno la fornitura e il commercio di prodotti diversi da quelli finora pensati come tipici dell’industria. Il metodo infatti permette di programmare gli investimenti in prodotto in tempi molto più lunghi rispetto al metodo “vecchio da sostituire col nuovo”.
E così potrebbe succedere che il produttore non abbia più interesse a vendere il macchinario in sé, ma i prodotti o i servizi che crea. Ad esempio un produttore di motori per aerei potrebbe vendere invece dei motori, singole ore di volo, tenendo la proprietà del motore per sé e solo affittandolo alla compagnia aerea. Se il produttore infatti tiene per sé la proprietà del bene, viene meno la necessità di produrne ex novo degli altri, ma solo quella di far restare in vita quanto più possibile quello già in uso, massimizzando la remunerazione del capitale investito.
Il Reman è ancora agli albori, e delle sue potenzialità se ne sarebbe dovuto parlare proprio a Milano il 2 marzo scorso per la prima fiera di settore in Europa, appuntamento poi annullato per l’emergenza virus. Ma l’appuntamento è solo rimandato. La rivoluzione del Reman è appena cominciata.
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