La second hand in Italia vale 21 miliardi e coinvolge 23 milioni di persone

di Andrea Begnini

26/04/2022


Ottava edizione dell'Osservatorio Second Hand Economy: nel 2021 la second hand conferma di essere entrata a tutti gli effetti tra i comportamenti di consumo abituali degli Italiani, grazie al digitale che contribuisce a rendere questa forma di compravendita più assimilabile all'esperienza del percorso d'acquisto dell'e-commerce.

Sono quasi 23 milioni gli italiani che hanno scelto questa forma di economia circolare e il 66% di chi ha comprato ha guardato alla second hand come primo canale di riferimento, dimostrando, specialmente per le vendite, in crescita rispetto all'anno precedente, di considerare questa modalità come un modo smart di fare spazio, dare valore agli oggetti e guadagnare. Il tutto all'insegna della sostenibilità, che rimane il primo valore di riferimento dell'economia dell'usato (54%). 

L'ottava edizione dell'Osservatorio Second Hand Economy condotto da Bva Doxa per Subito ha analizzato comportamenti e motivazioni degli italiani rispetto alla compravendita dell'usato. La second hand in Italia nel 2021 ha generato un valore economico di 24 miliardi di euro, pari all'1,4% del Pil nazionale. La spinta più significativa deriva dal volume degli affari online che costituisce quasi il 50% del totale (49%) ed è passato da 5,4 miliardi di euro nel 2014 a 11,8 nel 2021, con una crescita netta di 1 miliardo di euro anno su anno. È quindi proprio grazie all'online che il valore totale della second hand nel 2021 è tornato a livelli pre-pandemia (24 miliardi nel 2019, 23 nel 2020)

La second hand mantiene il terzo posto tra i comportamenti sostenibili più messi in atto dagli italiani (52%), con picchi ancora più alti di adozione nel 2021 per Laureati (68%), Gen Z (66%), 35-44 anni (70%) e Famiglie con bambini (68%). Si mantiene salda l'associazione della second hand alla sostenibilità e alla volontà di ridurre gli sprechi. Dopo due anni di incertezze dovute alla pandemia e con una guerra in Europa, le persone ricercano nei consumi e, in particolare nella compravendita di usato, risposte a bisogni pratici forse a discapito dell'aspetto più ludico e gratificante della ricerca del pezzo unico o dello sfizio; inoltre, sembrano associare sempre più a questo comportamento valori forti legati al rispetto per l'ambiente e alla consapevolezza del proprio impatto ridotto grazie all'economia circolare.

Dall'Osservatorio emerge che Il 72% di chi ha acquistato e il 69% di chi ha venduto lo fa almeno una volta ogni 6 mesi. Inoltre, il 72% di acquirenti e il 76% di venditori dichiara di avere comprato almeno lo stesso numero di oggetti dell'anno precedente, In pratica una volta scoperto questo mercato e sperimentata l'immediatezza e la facilità di utilizzo, fare second hand diventa una sana abitudine che attrae ogni anno nuove persone (15% nel 2021). Nel 2021 cresce il numero di chi si rivolge alla second hand per vendere. Dal 2020 infatti, in moltissimi hanno scelto di affidarsi, per necessità o per la maggiore disponibilità di tempo o ancora per le mutate esigenze di vita e del modo di vivere la casa, alla second hand scoprendo così un nuovo modo di liberarsi del superfluo, ma anche una fonte di guadagno extra. Vendere usato sembra essere quindi un comportamento smart, che permette di dare una seconda vita alle cose e di guadagnare, slegato dal pregiudizio del bisogno.
 

Tag:  riusoSecondhand MobilesostenibilitàSostenibilità ambientalesostenibilità del sistema agroalimentaresostenibilità delle imprese

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