La sostenibilità del vino italiano diventa una questione di etichetta  

di Claudia Ceccarelli

16/08/2021

Dopo una vendemmia 2020 del 9% superiore alla media storica, il 2021 si annuncia un’annata di buona qualità, ma forse con una produzione non ai livelli della precedente. A pesare sono le conseguenze degli eventi meteo estremi e degli incendi che hanno devastato il centro e sud Italia, mentre sono sempre più diffuse le preoccupazioni per la difesa sanitaria dei vigneti, strette tra l’aumento delle minacce patogene e un'attenzione crescente per una viticoltura che riduca il proprio impatto ambientale.
Ma la produzione italiana di vino è e resta un’eccellenza nel nostro Paese, forte di una solida tradizione e con un mercato internazionale in crescente ripresa. Le esportazioni italiane di vino, infatti, con il balzo dell’aprile scorso dovrebbero riportare a un +4% il saldo a fine anno, colmando così in parte il danno arrecato dal periodo pandemico. 

Anche sul fronte dei consumi interni, il primo Report congiunto di Area Studi Mediobanca, Ufficio Studi di Sace e Ipsos sul settore vino & spirits italiano, dedicato all’analisi dei mercati domestici e internazionali e allo studio delle dinamiche socio-culturali di consumo, prevede un 2021 che porterà a un riassorbimento quasi completo della perdita del 4,1% del fatturato 2020, segnando una crescita complessiva del 3,5%. Con un significativo cambiamento nei trend di consumo: se l’approvvigionamento nei negozi fisici e nella grande distribuzione organizzata resta maggioritario, costituendo la scelta del 52% degli intervistati, notevole è la crescita del canale di acquisto on line, con il +435% per le piattaforme online specializzate, e il +747% di incremento nei marketplace generalisti. Ma è da registrare anche il +74,9% delle vendite sui portali web di proprietà delle cantine e delle società del mondo enologico, in parte legate alla prosecuzione “virtuale” di quell’offerta enoturistica che ha costituito un segmento interessante del turismo esperienziale e di prossimità, una delle tendenze più innovative di questo periodo pandemico, che ha consentito a realtà produttive dalla forte identità territoriale di mostrare e mettere in valore le proprie produzioni di qualità. 

Si tratta soltanto di una delle mille sfaccettature che può assumere la sostenibilità ambientale, economica e sociale nel settore vitivinicolo, un settore produttivo così centrale e così profondamente radicato nella storia, nella cultura e nello stile di vita del nostro paese da renderlo riconoscibile e unico a livello internazionale nel segno della tradizione, sì, ma anche della adesione alle urgenze del tempo contemporaneo.
A partire proprio dalla crescente domanda di sostenibilità che sta investendo il mondo vitivinicolo. Una recente indagine di Wine Intelligence, dopo aver individuato 13 tipologie produttive che offrono maggiori opportunità di crescita, ha potuto rilevare infatti che i vini prodotti in modo sostenibile sono al secondo posto tra quelli preferiti dai consumatori, dietro soltanto a quelli biologici, che secondo le previsioni del centro di ricerche inglese Iwsr (International Wines and Spirits Record) nel 2022 potrebbero arrivare ad assorbire il 3,6% della produzione vinicola globale.  

In termini generali, una produzione di uva può essere definita sostenibile quando viene condotta in equilibrio con l’ambiente, risparmiando energia e materia e senza causare alterazioni dannose degli ecosistemi naturali, per ottenere un vino di qualità e sicuro nel rispetto della salute dei produttori e dei consumatori, garantendo la giusta redditività al lavoro agricolo e in tutti i passaggi della filiera. 
Questo vuol dire che un vino per poter essere sostenibile sotto il profilo ambientale, economico e sociale richiede notevoli investimenti in ricerca, innovazione, formazione degli addetti, capacità di fare sistema, regolarità e adeguata retribuzione del lavoro agricolo, elaborazione di protocolli agronomici condivisi  per la difesa dei vitigni, riduzione nell’uso di fitofarmaci e antiparassitari nella vigna e di solfiti in cantina, valorizzazione delle cultivar autoctone, che si stanno rivelando le più resistenti agli eventi climatici estremi e agli agenti patogeni. E su tutto un’autentica passione per le tradizioni produttive del nostro Paese, con le sue peculiarità locali e regionali.
Perché il vino può essere naturale solo se prodotto alla luce della sapienza e della cultura del vinificatore. Basti pensare che è stato attraverso la domesticazione e la progressiva selezione della vitis vinifera sylvestris, di mediocre qualità per la vinificazione, che l’uomo ha ottenuto la vitis vinifera sativa, la pianta da cui possiamo ricavare il vino come lo conosciamo oggi. 

Il nostro Paese ha raccolto per primo la sfida della sostenibilità del vino con la costituzione nello scorso giugno del Comitato della Sostenibilità Vitivinicola (CoSVi) che si occuperà sia della approvazione del Disciplinare con gli standard di produzione sostenibile, i requisiti e le buone prassi da rispettare in campagna e in cantina, sia della individuazione degli indicatori di monitoraggio per valutare, con una cadenza almeno annuale, i risultati raggiunti.
È una novità assoluta a livello europeo, che consentirà ai vini italiani ottenuti in base al Disciplinare di essere immessi in commercio utilizzando in etichetta uno specifico logo che certificherà l’adesione a standard di qualità, di sicurezza alimentare e di tutela dei lavoratori e dei cittadini. 
“L’approvazione da parte del MiPAAF del Decreto rappresenta per il vino italiano un passaggio fondamentale in chiave socio-economica – ha dichiarato Ernesto Abbona, Presidente di Unione Italiana Vini (UIV) –. Saremo i primi in Europa a dotarci di uno standard pubblico sostenibile per il settore vitivinicolo, un motivo di orgoglio che condividiamo con il MiPAAF e tutto il settore. Ora serve accelerare con il disciplinare di produzione, per chiudere un quadro giuridico che consentirà alle imprese di applicare il nuovo modello già a partire dalla prossima vendemmia”.
 

Tag:  Comitato della Sostenibilità Vitivinicola (CoSVi)sostenibilitàSostenibilità ambientalesostenibilità ambientale economica e socialevino italianovino sostenibile

Sigla.com - Internet Partner
Condividi linkedin share facebook share twitter share