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La sostenibilità al centro: “Perché l’Italia di domani sia migliore, non solo di oggi, ma anche di ieri”.
La sostenibilità al centro: “Perché l’Italia di domani sia migliore, non solo di oggi, ma anche di ieri”.
di Redazione
17/05/2020
La sostenibilità torna a farsi sentire nel decreto del Rilancio. Ma soprattutto torna a farsi sentire nell’idea politica che dell’Italia ha questo governo. C'era un Paese pre-Covid, ce ne sarà uno post. Se lo vogliamo migliore di prima a fare la differenza sarà proprio la sostenibilità.
Occorre quindi leggere con attenzione l’appello di Fulvio Rossi, presidente di CSR Manager Network, l’associazione di categoria che più di ogni altra contribuisce alla diffusione della cultura della sostenibilità partecipando attivamente alla vita delle imprese e ai dibattiti nazionali e internazionali. Appello che Italia Circolare ha sottoscritto:
“Illustre Presidente.
In questo momento in cui tutti attendono l’avvio della ripresa delle attività economiche e sociali, come comunità di manager e professionisti abituati per ruolo e competenze a pensare alle conseguenze a lungo termine dei comportamenti, vogliamo sottolineare l’importanza di dare a questa ripresa un orientamento lungimirante in nome dello sviluppo sostenibile.
Oggi, i difetti della situazione socioeconomica precedente all’emergenza sanitaria possono sembrare un confortevole approdo, rispetto ai lutti che abbiamo subito e alle privazioni cui ci siamo sottoposti. Ma chi ha la responsabilità di condurre il Paese fuori da questa situazione ha anche il dovere di attenersi a una lettura razionale della realtà, di mantenere lo sguardo rivolto oltre le necessità contingenti. Le scelte di oggi segneranno il futuro sociale ed economico dell’Italia, di cui la sostenibilità deve essere un asse portante.
La ripresa dall’emergenza è una grande sfida, che contiene una grande opportunità: costruire un futuro migliore del mero ritorno a un passato comunque denso di problemi, che si riproporrebbero ben presto come limiti alla costruzione di una sana e duratura prosperità. L’emergenza che stiamo attraversando ha fatto emergere con forza alcuni di questi problemi: l’evasione fiscale, che mai come in questi giorni ci è apparsa come un insulto alle necessità della sanità pubblica; la fragilità del lavoro nero; la disuguaglianza che estende il perimetro della povertà; l’insufficiente investimento in infrastrutture, soprattutto quelle digitali che limitano l’accesso a servizi e formazione; la poca attenzione ai rischi emergenti e alla necessità di prepararsi per tempo ad affrontarli.
Dall’esigenza di restare a casa abbiamo anche tratto alcuni segnali utili a ridisegnare il futuro, anche nell’organizzazione delle imprese: la possibilità di ricorrere allo smart working in modo più esteso che in precedenza, che rappresenta non solo un aiuto per il distanziamento sociale nella fase di ripresa, ma anche una chance di migliore equilibrio tra lavoro e vita privata; la necessità di una relazione più integrata e rigorosa con la catena di fornitura; l’imperativo di salvaguardare la salute e la sicurezza sul posto di lavoro.
Ci sono poi temi che in questa fase sembrano avere perso di centralità nel dibattito e nell’informazione quotidiana, ma che continuano a essere decisivi per il nostro futuro: quelli relativi all’ambiente, primo tra tutti il contrasto alla crisi climatica e all’uso insostenibile delle risorse, e alla gestione dei flussi migratori dalla costa Sud del Mediterraneo.
Affrontare questi nodi non è un lusso, qualcosa da rimandare a un secondo momento, dopo che ci saremo rialzati: è invece il modo migliore per tornare a svilupparsi senza tornare indietro, per costruire un Paese più dinamico ed equo. Significa ritrovare la tensione a migliorare il nostro benessere, ma senza abbassare la guardia, altrimenti la ripartenza sarà effimera e i vecchi problemi presenteranno presto il conto.
Per questo ci appelliamo a Lei, che ha sempre mostrato sensibilità al riguardo,
perché l’azione di Governo si orienti con la bussola della sostenibilità anche nella fase di ricostruzione dell’economia;
perché il nostro Paese imbocchi con decisione la strada della decarbonizzazione e dell’economia verde, dove già vanta eccellenze, facendone il catalizzatore della crescita dell’occupazione e dell’inclusione sociale;
perché il sistema finanziario e le politiche pubbliche premino le attività che più rispondono ai bisogni sociali e del contrasto al cambiamento climatico;
perché le imprese che adottano strategie coerenti con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile siano guardate e seguite come un esempio virtuoso.
Perché l’Italia di domani sia migliore, non solo di oggi, ma anche di ieri”.
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