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La via francese all'Economia circolare
La via francese all'Economia circolare
di Redazione
02/10/2019
Dopo le 50 misure contenute nella
Route économie circulaire
del maggio 2018, alcuni giorni fa il Senato francese ha adottato in prima lettura il disegno di legge sull’economia circolare voluto da Emmanuel Macron. Un'accelerazione ecologica per eliminare gli sprechi e creare nuovi posti di lavoro.
Il testo approvato porta a sistemazione organica un nutrito gruppo di misure a cui Parigi sta lavorando da tempo, con l'obiettivo di coniugare la sostenibilità ambientale con la sostenibilità sociale. Gli scopi sono ambiziosi, dimezzare la produzione di rifiuti entro il 2025, ridurre drasticamente il consumo di risorse entro il 2030 e promuovere nuova occupazione (previsti circa 300.000 posti di lavoro).
Il provvedimento, molto articolato e dettagliato, interviene in diversi ambiti, affidando alle imprese un ruolo di promozione attiva del cambiamento. Vanno in questo senso l’introduzione del principio della responsabilità del produttore in determinate filiere produttive; ma anche la richiesta di allungamento del tempo di vita delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, con l'obbligo di riportare in etichetta la loro riparabilità (un vero e proprio indice); ed infine il divieto di distruggere i prodotti rimasti invenduti, che dovranno essere regalati oppure rilavorati dalle aziende. Il tutto accompagnato da una lotta senza quartiere all’uso delle materie plastiche.
Il principio della Responsabilità Estesa del Produttore è uno strumento di policy in base al quale il produttore non può disinteressarsi del fine vita del prodotto. Al contrario è chiamato a farsene carico fin dalla sua progettazione, optando per prodotti più virtuosi che generino minori costi perché riutilizzabili o riciclabili in tutto o in parte. Questo principio è stata inserito dal Parlamento europeo tra gli “strumenti economici” per promuovere il passaggio verso un’economia circolare. Con questo testo di legge Parigi lo introduce in sei nuove filiere produttive, tra cui quelle del tabacco, delle salviette igieniche e degli articoli fai-da-te e da giardinaggio.
Il problema dell’obsolescenza programmata delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, che produce ingenti quantitativi di rifiuti, con costi economici e ambientali rilevanti, è già stato affrontato in Francia con una certa severità. Nel 2016, difatti, l'obsolescenza programmata è stato definita come reato, sanzionato con pene fino a due anni di reclusione per l’amministratore delegato dell’azienda condannata e multa di 300mila euro, estendibile al 5% del fatturato generato nel Paese. Ora viene indicato l’obbligo, a partire dal 2020, di riportare in etichetta l’indice di riparabilità del prodotto, per incentivare l’uso di pezzi di ricambio, anche di seconda mano.
Allo stesso modo, la Francia vuole porre un brusco freno alla distruzione dell'invenduto, che si stima valga complessivamente circa 650 milioni di euro. Da qui a quattro anni le aziende dovranno attrezzarsi per riutilizzare, regalare o riciclare tutti i prodotti invenduti, pena una sanzione amministrativa.
Il testo di legge approvato si propone anche di superare progressivamente gli imballaggi in plastica monouso, riducendone la commercializzazione del 50% entro il 2030. Vietata la distribuzione gratuita di bottiglie di plastica in luoghi pubblici, non è stato ammesso neppure il vuoto a rendere in materiale plastico, come era stato chiesto dai principali produttori di bevande. Attualmente in Francia c'è una raccolta di bottiglie di plastica pari al 57% del totale. Questo provvedimento intende portarla al 90% entro il 2029. Sono state bandite anche le microplastiche presenti in una vasta platea di prodotti d’uso quotidiano, di cui circa 35.000 tonnellate all’anno finiscono nelle acque reflue. Ed è stata imposta l’installazione di filtri di recupero delle particelle di plastica nei siti in cui questa viene prodotta o utilizzata.
Non mancano infine misure che si possono definire "di comunità", per diffondere una cultura condivisa delle buone pratiche circolari: dai depositi di solidarietà, che destinano il ricavato dal riciclo dei materiali conferitivi a progetti di interesse generale, alla lotta contro le discariche abusive; dall’obbligatorietà su tutti gli imballaggi del logo Triman, che indica al consumatore finale quali sono i beni riciclabili, all’armonizzazione dei colori della raccolta differenziata su tutto il territorio nazionale, per rendere più immediato il gesto di smistamento.
La via francese all’Economia circolare è tracciata. Un pacchetto di misure innovative per un grande investimento sul futuro.
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