L'acqua, la risorsa più preziosa da difendere nella Fase 3

05/06/2020

Nella Giornata Mondiale dell’Ambiente ricordiamoci che l’Italia ha ben 19 procedure aperte per infrazione della legislazione europea in materia ambientale. E uno dei temi caldi è quello degli sversamenti e della mancata depurazione delle acque reflue. Per questo Legambiente ha lanciato un’iniziativa nazionale contro l’inquinamento industriale dei fiumi: H₂O – la chimica che inquina l’acqua, il nuovo dossier sui contaminanti chimici nei corpi idrici: 46 storie di ordinaria follia sull’inquinamento delle acque in Italia.    

“Che cosa finisce nelle nostre acque? E con quali impatti su salute e ambiente? Per anni utilizzati come discariche dove smaltire i reflui delle lavorazioni industriali, i nostri fiumi, laghi, acque marino-costiere e falde sotterranee sono stati contaminati da scarichi inquinanti – viene spiegato nella presentazione dello studio –: ma oggi, alle minacce di ieri se ne aggiungono di diverse e non meno insidiose. Dai pesticidi agli antibiotici, dalle microplastiche fino alle creme solari, molte sostanze e composti chimici di quotidiano utilizzo inquinano i corpi idrici. 
La Fase 3 per Legambiente deve dunque imporre una ripartenza diversa. A cominciare delle industrie che continuano a perseguire metodi e attività incompatibili con la tutela dell’ambiente e delle risorse idriche in particolare, come dimostrano casi ancora aperti quali gli sversamenti illeciti nel fiume Sarno, in Campania, “il più inquinato d’Europa”, o quello del bacino padano, area di maggiore utilizzo europeo di antibiotici negli allevamenti, i cui residui si ritrovano nelle acque.

“La riapertura delle attività produttive – commenta Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – ci ha restituito in diverse situazioni anche la riattivazione di scarichi inquinanti nelle acque. Un fenomeno che ha un impatto notevole su corpi idrici in molti casi già compromessi da decenni di inquinamento e oggi minacciati anche dalla presenza dei nuovi contaminanti ‘emergenti’, un rischio per la salute, oltre che per l’ambiente. Di certo non può essere il lockdown la misura per restituirci acque limpide, ma ora che abbiamo tutti visto come sia possibile ritornare ad avere fiumi e laghi puliti, occorre puntare sulle giuste politiche e misure a livello nazionale fin da questa fase di ripartenza. Servono un sistema di controllo e monitoraggio sempre più accurato e uniforme su tutto il territorio nazionale e un’azione di denuncia degli scarichi illegali. Per questo abbiamo deciso di iniziare a raccogliere le segnalazioni sugli scarichi inquinanti da parte delle persone che continueranno ad essere sentinelle sul territorio. Al contempo, occorre intervenire sull’adeguamento e l’ampliamento dei sistemi di depurazione a servizio delle attività industriali e promuovere investimenti e interventi di innovazione tecnologica e ammodernamento degli stabilimenti. Le storie che abbiamo raccolto in questo dossier ben ci raccontano le pratiche legali e illegali che tutt’oggi continuano ad avvelenare acque, persone e territori. Condotte che non sono più tollerabili, specie in settori che dovrebbero essere protagonisti di una nuova fase di transizione ecologica”.

Al 31 dicembre 2019 l’Italia ha pagato multe per quasi 600 milioni di euro di cui ben 210 milioni di euro sono relative alla gestione delle discariche mentre le altre sanzioni riguardano la mancata depurazione delle acque reflue e dell’inquinamento dell’aria. Tutte risorse che avrebbero potuto essere utilizzate per la realizzazione di infrastrutture adeguate e buone pratiche.
 

Tag:  Giornata Mondiale dell'Ambiente

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