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L'arte chiude il cerchio
L'arte chiude il cerchio
di Andrea Begnini
03/06/2020
Il meccanismo della circolarità è attivo e fertile anche in ambiente artistico. Per generare un ossimoro tra la nostra attitudine acritica al consumismo e lo stravolgimento delle possibilità rigenerative della natura in tutto il mondo si moltiplicano esempi di arte ecologica ma, soprattutto, in grado di inserire gli stessi manufatti della nostra esuberante presenza in natura all'interno delle opere stesse.
Si passa dallo street artist Iena Cruz che firma in giro per il mondo murales mangiasmog con una pittura in grado di assorbire le sostanze nocive prodotte dalle auto ai celebri Reverse graffiti di Paul Curtis, ovvero l’arte di creare immagini senza vernice ma attraverso la pulizia di muri e pavimenti urbani: che li si voglia chiamare clean tagging o clean advertising le opere vengono prodotte attraverso l'utilizzo di stampini e idropulitrici a vapore.
Artur Bordalo (Bordalo II) è, invece, uno street artist portoghese da diversi anni noto in tutto il mondo per la sua arte circolare fatta con i rifiuti. I suoi esperimenti più riconoscibili sono i giganteschi pesci, uccelli, insetti che costruisce con l'immondizia e con i materiali di scarto e che applica su muri e nelle strade di tutto il mondo. I trash animals sono fatti con un'equilibrata corrispondenza tra luogo, pittura e la sintesi di vecchi divani, biciclette, pezzi di auto e parti meccaniche.
Il rapporto tra materiali di scarto e critica sociale attraverso l'arte non è certo storia recente. Già negli anni Ottanta e Novanta la Mutoid Waste Company ha operato come collettivo realizzando (anche a Santarcangelo di Romagna) gigantesche sculture saldate, a volte semoventi e riadattamenti degli edifici in disuso, il tutto utilizzando esclusivamente materiale di recupero. Vhils opera, invece, in luoghi pubblici in stato di abbandono con una tecnica, chiamata Scratching the surface, che passa attraverso il trattamento della superficie con scalpelli, martelli e acidi per ottenere volti sorprendenti che sfruttano e simulano l’azione del tempo.
In Italia, Ranya Art miscela materiali di scarto per realizzare volti e sculture che pescano nel punk e nello steampunk, Annarita Serra nelle sue opere più recenti esplora i rifiuti di apparecchiature elettriche e elettroniche come tasti dei computer e schede madri, mentre Labadanzky inserisce nel contesto urbano, attraverso incursioni improvvise, giganti meccanici costruiti con materiali di recupero.
https://www.bordaloii.com
https://www.vhils.com/about/
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