Le 8 fonti energetiche UE per l'obiettivo Net-Zero. Nucleare? Fuori ma dentro

di Andrea Begnini

17/03/2023


Il nuovo piano industriale europeo per dare una spinta alle tecnologie a emissioni zero elenca otto fonti rinnovabili su cui puntare. Il nucleare resta fuori dalla porta, dopo essere comparso nelle bozze iniziali, ma rientra dalla finestra se e quando “tecnologia avanzata per produrre energia da processi con minimi scarti del ciclo del combustibile”, e per “reattori modulari di piccole dimensioni”.

L'Obiettivo del Net-Zero "è quello di avvicinarsi o raggiungere, in aggregato, almeno il 40% del fabbisogno annuale di diffusione di tecnologie a zero emissioni prodotte nell'UE entro il 2030". Sul piano dei fondi l'UE prevede che “una risposta più strutturale alle esigenze di investimento sarà fornita dal Fondo europeo di sovranità”. Così il Vice Presidente Frans Timmermans illustrando il piano UE e la nuova legge sull'industria a zero emissioni. 

“La formulazione scelta per il nucleare è esattamente la stessa della tassonomia. Se si parla di tecnologie pulite dobbiamo concentrarci su quelle più promettenti ma non significa non investire nelle altre”. “Il nucleare fa parte del piano”, ha aggiunto il commissario al Mercato Interno Thierry Breton. Riferendosi al fatto che nel testo il nucleare è rimasto fuori dalle otto tecnologie strategiche ma, il piano prevede sostegni a "tecnologie avanzate per produrre energia da processi nucleari con minimi scarti del ciclo del combustibile, reattori modulari di piccole dimensioni”.

Il nuovo piano industriale mira a rafforzare la resilienza e la competitività nella produzione di tecnologie a zero emissioni nell'UE e a rendere il nostro sistema energetico più sicuro e sostenibile. Creerà condizioni migliori per la realizzazione di progetti a zero emissioni in Europa e per attrarre investimenti, con l'obiettivo di avvicinare o raggiungere almeno il 40% del fabbisogno dell'Unione entro il 2030. Ciò accelererà i progressi verso gli obiettivi climatici ed energetici dell'UE per il 2030 e la transizione verso la neutralità climatica, stimolando al contempo la competitività dell'industria europea, creando posti di lavoro di qualità e sostenendo gli sforzi dell'UE per diventare indipendente dal punto di vista energetico.

Il Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di un contesto normativo che ci permetta di accelerare la transizione verso l'energia pulita. La legge sull'industria a zero emissioni farà proprio questo. Creerà le migliori condizioni per quei settori che sono cruciali per raggiungere lo zero netto entro il 2050: tecnologie come le turbine eoliche, le pompe di calore, i pannelli solari, l'idrogeno rinnovabile e lo stoccaggio della CO2. La domanda sta crescendo in Europa e nel mondo, e stiamo agendo ora per assicurarci di poter soddisfare una parte maggiore di questa domanda con l'offerta europea". 

La legislazione proposta riguarda proprio le tecnologie che daranno un contributo significativo alla decarbonizzazione. Tra queste: il solare fotovoltaico e il solare termico, l'eolico onshore e l'energia rinnovabile offshore, le batterie e lo stoccaggio, le pompe di calore e l'energia geotermica, gli elettrolizzatori e le celle a combustibile, il biogas/biometano, la cattura, l'utilizzo e lo stoccaggio del carbonio e le tecnologie di rete, le tecnologie per i combustibili alternativi sostenibili, le tecnologie avanzate per la produzione di energia da processi nucleari con scorie minime dal ciclo del combustibile, i reattori modulari di piccole dimensioni e i relativi combustibili migliori della categoria. Le tecnologie strategiche Net Zero identificate nell'allegato al regolamento riceveranno un sostegno particolare e sono soggette al parametro del 40% di produzione nazionale.

Insomma, il nucleare c'è anche se non si vede del tutto. Proprio mentre Enel, Eni, Edison e altre realtà imprenditoriali italiane stanno chiudendo accordi commerciali importanti in tutto il mondo per sviluppare questa forma di energia secondo anche tecnologie innovative che intendono definire nuovi paradigmi.  

Enel ha annunciato l'accordo con la società di tecnologie nucleari pulite Newcleo per costruire all’estero, probabilmente in Francia, un reattore e tecnologie di quarta generazione che convertono le scorie radioattive in combustibile per reattori. Eni ha annunciato: “Avremo il primo progetto pilota che deve dare energia positiva nel 2025 e la prima centrale commerciale al 2030“, riferendosi a nuove tipologie di centrali piccole e modulari che non si basano su prodotti radioattivi ma sulla fusione degli atomi. “Siamo molto impegnati e siamo il principale shareholder di una compagnia che è nata da uno spin-off del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, con il quale lavoriamo da molti anni”. 

Ansaldo Nucleare ha firmato con SNC-Lavalin un contratto per la fornitura di servizi di ingegneria per l'estensione della vita dell'Unità 1 della centrale nucleare di Cernavoda, in Romania  che soddisfa il 10% del fabbisogno di energia elettrica romena, per un valore totale di circa 45 milioni. Ansaldo Energia, Ansaldo Nucleare, EDF e la sua controllata Edison hanno annunciato la sottoscrizione di una lettera d’intenti  per sviluppare il nuovo nucleare in Europa e favorirne la diffusione in prospettiva anche in Italia. Nella convinzione che l’energia nucleare possa svolgere un ruolo complementare a quello delle fonti rinnovabili per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione europei e italiani in vista del raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050: “L’energia nucleare è una delle fonti di generazione con le minori emissioni di CO2, che assicura un ridotto consumo di suolo rispetto alla potenza elettrica installata e consente un’ottimale programmabilità della produzione”. Nella considerazione che gli small modular reactor, i reattori nucleari a fissione di piccole dimensioni, possono garantire “caratteristiche di sicurezza molto elevate, richiedono investimenti contenuti e possono essere utilizzati per produrre energia elettrica e termica, rispondendo in modo versatile alle esigenze del sistema elettrico e dei territori”.
 

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