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Le dimensioni della sostenibilità in due indagini Bva Doxa
Le dimensioni della sostenibilità in due indagini Bva Doxa
di Claudia Ceccarelli
09/12/2021
Crisi climatica e problemi ambientali sono temi sempre più al centro dell’interesse degli Italiani. Che mostrano di avere idee piuttosto chiare su responsabilità, possibili soluzioni e azioni di contrasto da sviluppare per arginare le criticità. L’Indagine Bva Doxa “Percezione, atteggiamenti e abitudini degli italiani a fronte della diffusione del Covid-19”, condotta a settembre 2021 su un campione di mille persone, di età compresa tra i 18 e gli 85 anni, fotografa anche i temi legati ad ambiente e sostenibilità.
Tra i maggiori responsabili delle questioni ambientali, gli intervistati indicano le aziende (60%), i cittadini (55%) e le istituzioni (26%)
. Per questo, il 98% del campione ritiene importante che le aziende si occupino della salvaguardia dell’ambiente. Ed è interessante notare come insieme ad azioni direttamente volte al contenimento dell’impatto ambientale quali la riduzione delle emissioni climalteranti (importante per il 97% delle persone) e la riduzione dell’utilizzo di materiali inquinanti (per il 96%), gli intervistati indichino altre buone pratiche che annettono di più alla sfera sociale della sostenibilità. Porre
attenzione al benessere lavorativo dei dipendenti
è importante per il 95% (61% molto importante; 34% importante);
migliorare la qualità dei prodotti o servizi a beneficio dei consumatori
lo è per il 98% (per il 58% molto importante);
promuovere la formazione dei dipendenti
per il 95% (per il 53% molto importante);
contribuire alla sviluppo tecnologico del Paese
per il 95% (per il 52% molto importante);
concentrare il proprio intervento a beneficio di iniziative locali
, rivolte al territorio, per il 91% (per il 43% molto importante).
Per quanto le diverse dimensioni della sostenibilità, che è ambientale, sì, ma anche economica e sociale, non siano ancora ben individuate, come rivela un’altra indagine Bva Doxa, è comunque diffusa la
consapevolezza che quando si parla di ambiente, si parla anche di benessere sociale, formazione, lavoro e attenzione alla comunità.
Soprattutto nella fascia d’età under 35.
La ricerca realizzata per Prénatal Retail Group
, su un campione di 1948 intervistati, di cui 1000 genitori equamente distribuiti tra mamme e papà e rappresentativi della popolazione italiana con figli tra 0-14 anni e 948 dipendenti, impiegati negli uffici e nei punti vendita Prénatal, Bimbostore e Toys Center su tutto il territorio nazionale,
ha infatti mostrato che il 54% degli intervistati sa chiaramente definire che cosa si intenda per sostenibilità ambientale, mentre scende al 41% la quota di coloro che dichiarano di intenderla nella triplice accezione: ambientale, sociale ed economica
. Analogamente, l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’ONU è conosciuta soltanto dal 16% degli intervistati, ma nonostante questo
il 74% del campione ritiene centrali i temi dello sviluppo sostenibile
e il 61% pensa che il tema richiede soluzioni non più rimandabili.
Sotto il profilo dell’impegno individuale, alla domanda: “Cosa sei disposto a fare per un’azienda che si impegna concretamente per l’ambiente o per il sociale?”, proposta facendo riferimento al momento pandemico, il 63% del campione dichiara di sceglierla come fornitrice di prodotti o servizi; il 54% è disposto si rende disponibile a consigliarla ad amici e parenti, mentre il 36% anche sui canali social. Il 29% degli intervistati è disposto a pagare di più per un prodotto o per un servizio, e il 13% ad affidare all’azienda i propri risparmi o investire del denaro (dato che sale al 18% tra gli under 35).
Circa la maggiore disponibilità a pagare un prodotto o servizio “sostenibile”, incrociando i dati con l’Indagine condotta per Prénatal Retail Group, si scopre che l’aumento di prezzo tollerabile per i genitori di figli piccoli, arriva fino al 10% in più. Uno sforzo non da poco, alla luce di tutte le incognite, e che sta a dimostrare quanto il tema stia a cuore per il futuro delle giovani generazioni. Non a caso, questo campione la propria domanda di sostenibilità la indirizza soprattutto e molto più nettamente, alle Istituzioni politiche e amministrative, che sono identificate dal 61% come il soggetto principale "che dovrebbe occuparsi di sostenibilità", con particolare riferimento alle Istituzioni internazionali (il 37% indica Unione Europea e Nazioni Unite).
Mentre sul piano dell’azione culturale a vantaggio di bambini e ragazzi, elevate sono le aspettative riguardo alla scuola, ritenuta sempre centrale come comunità formativa ed educante: per il 60% degli intervistati, anche sui temi della sostenibilità, la fonte primaria sono gli insegnanti.
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