L'economia circolare delle carpe giapponesi

di Andrea Begnini

26/01/2021

Foro: Meandering Streams.blog

In Giappone, ad Harie nella prefettura di Shiga, c'è un piccolo villaggio, chiamato dell’Acqua Viva, che racconta di un delicato equilibrio tra uomo e natura in grado di alimentare un sistema circolare di economia domestica davvero unico. Dalle vicine montagne, raggiunge e attraversa il villaggio un torrente di acqua limpida che, più a valle, alimenta un lago e le risaie, principale coltura della zona. Lungo il percorso del torrente, quando l'acqua passa in prossimità delle case viene convogliata, attraverso tubature e scivoli di bambù, all'interno di vasche chiamate kabata che rappresentano una sorta di spazio privato in cui, tra l'altro, vengono lavati i piatti dopo i pasti. All'interno delle vasche sono ospitati uno o più pesci, frequentemente delle carpe, che si nutrono degli avanzi di cibo mantenendo l'acqua limpida e pura. Il processo di pulizia viene completato dall'ecosistema che, grazie alla corrente, alle erbe e ai minerali presenti nella ghiaia del fondo, mantengono l'acqua pulita anche dai processi digestivi dei pesci e ideale per la conservazione della frutta, della verdura e del tofu che vi vengono immersi. 

Quello del villaggio giapponese è un delicato meccanismo di smaltimento dei rifiuti che ha reso il posto una vera e propria attrazione turistica della zona, il che, a sua volta, contribuisce all'economia locale. Si tratta di un consolidato e tradizionale approccio che si avvicina alle più moderne tecniche dell'acquacoltura, o dell'acquaponica: un mix che integra i sistemi idroponici, ovvero la coltivazione delle piante fuori dal suolo tramite l’impiego di soluzioni nutritive, con la costruzione di veri e propri ecosistemi naturali all'interno dei quali collaborano i pesci e i batteri per la produzione del fertilizzante necessario alle piante. Anche in questo caso, il meccanismo produce una circolarità completa che porta al pieno recupero e al riutilizzo dei rifiuti trasformandoli in sostanze nutritive per le piante e creando un vero e proprio ecosistema naturale: per alimentarlo e metterlo in moto basta nutrire i pesci e raccogliere le piante coltivate. 

Il funzionamento è semplice e assomiglia a quello presente nel villaggio giapponese: l’acqua, con l'impiego di pompe, viene prelevata dalla vasca nella quale sono allevati i pesci e filtrata fino alla produzione dei nitriti e dei nitrati che servono all'assimilazione delle piante e dei vegetali coltivati, le cui radici sono a diretto contatto con l’acqua. Il processo si completa con la reintroduzione dell'acqua nella vasca di allevamento dei pesci. Si possono coltivare in questo modo verdure a foglia ma anche piante come pomodori, zucchine e melanzane, mentre, allo stesso tempo, si possono allevare quasi tutte le specie ittiche di acqua dolce, dalle trote alle carpe. Un altro vantaggio del sistema acquaponico è quello connesso al minor impegno di acqua: ne basta un decimo della quantità generalmente utilizzata per l’irrigazione delle colture tradizionali in suolo. Inoltre, funzionando come un ecosistema naturale, non utilizza pesticidi o erbicidi, non è necessario eliminare le erbacce e non c’è il pericolo di infestazioni o di parassiti.
 

Tag:  acquaponicaeconomia circolareGiapponeHarie

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