L'economia circolare dell'ulivo promuove il benessere  

di Claudia Ceccarelli

30/05/2023


Dell’olio extravergine di oliva ormai conosciamo i numerosi effetti benefici per la salute, tanto che nell'ambito della nostra Dieta Mediterranea, radicata nella tradizione gastronomica del paese e nel suo paesaggio secolare, più che un condimento, l’olio evo è considerato un vero e proprio alimento funzionale per la ricchezza di principi nutritivi che contiene. 

Oggi, una ricerca condotta dall’Università di Pisa, e pubblicata su “Nutrients”, ha messo in luce le proprietà che possiedono non solo i frutti, ma anche le foglie dell’ulivo, che possono rappresentare un valido alleato nella prevenzione di alcune malattie croniche. 
Non più dunque un prodotto di scarto da smaltire, con i conseguenti costi economici e ambientali, ma una risorsa preziosa per la Nutraceutica, quel particolare approccio scientifico che, coniugando Nutrizione e Farmaceutica, studia tutti i principi attivi salutari presenti negli alimenti. “Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”, disse Ippocrate, il primo medico della storia, sottolineando il legame che esiste tra cibo e benessere. E questo è ciò che studia e indaga la Nutraceutica, a cui la ricerca applicata, anche nell'ambito dell'economia circolare, sta ora dando una marcia in più. 

“Le foglie di olivo sono ricche di specifici polifenoli come l’oleuropeina, dotata di importanti proprietà bioattive, quasi assenti nell’olio extravergine di oliva – spiega Maria Digiacomo docente del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa e coordinatrice della ricerca condotta insieme ai colleghi Doretta Cuffaro, Simone Bertini e Marco Macchia –. Il nostro studio ha dimostrato che, arricchendo gli estratti di olio extravergine di oliva con estratti di foglie di olivo, è possibile ottenere un estratto ricco di polifenoli bioattivi con interessanti proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Tale derivato potrebbe trovare applicazione in ambito farmaceutico e cosmetico o come integratore alimentare”.

I polifenoli sono infatti una grande famiglia di sostanze organiche naturali, come i flavonoidi e i tannini, per dirne alcuni, dalle spiccate proprietà antiossidanti e antinfiammatorie che aiutano a proteggere le cellule dallo stress ossidativo, a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo e a rafforzare il sistema immunitario.  

La ricerca, basata sull’arricchimento di un estratto di olio extravergine di oliva con un estratto di foglie di olivo titolato all’8%, ha permesso di verificare un potenziamento degli effetti benefici del composto: “Le proprietà salutistiche dell’olio extravergine di oliva sono ben riconosciute e attribuite principalmente ai diversi polifenoli, come l’oleocantale e l’oleaceina - chiarisce Digiacomo -. Dal nostro studio è risultato che i profili antiossidanti e antinfiammatori del nuovo estratto sono significativamente migliorati rispetto a quelli del semplice estratto di olio extravergine di oliva grazie all’effetto sinergico dei vari polifenoli presenti. Infatti, combinando insieme i polifenoli dell’olio extravergine di oliva con quelli delle foglie di olivo, non si ha un semplice effetto additivo delle loro attività, ma un effetto sinergico che appunto accresce notevolmente le proprietà bioattive.”

I risultati dell’equipe dell’Università di Pisa vanno nella stessa direzione di un altro studio realizzato dal Crea e presentato in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione del 2022. La ricerca ha messo in luce i benefici dei polifenoli di ulivo e vite a vantaggio di chi soffre di malattia renale cronica (CKD), una questione ormai di salute pubblica, se si pensa che l’insufficienza renale cronica nel 2040 è destinata a diventare la quinta causa di morte nel mondo (era la diciannovesima nel 2013, con un +41,5% dal 1990 al 2017). 

Il nuovo approccio legato all’economia circolare degli scarti dell’ulivo, grazie alla ricerca applicata, rappresenta, insomma, sia una strategia di valorizzazione economica di tutta la filiera per l’impiego dei sotto-prodotti come materie prime seconde, sia uno straordinario vantaggio per la salute nostra e dell’ambiente.
Senza dimenticare che l'olivicoltura, se praticata limitando l'uso di pesticidi e diserbanti chimici, come nel caso dell'agricoltura integrata, o addirittura eliminandoli, nella produzione biologica, è una attività che promuove la riduzione di emissioni di CO2, in quanto l’olivo è uno degli alberi capaci di sequestrare grandi quantità di Co2 nell’aria e di fissarla al suolo, con un potente effetto di mitigazione ambientale che questa pianta esercita per sua natura. 
 

Tag:  Dieta MediterraneaDieta mediterranea patrimonio Unescoeconomia circolare dell'ulivoolivicoltura sostenibileUniversità di Pisa

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