La scarsità di risorse, a fronte di una popolazione che nell’arco di pochi decenni supererà i dieci miliardi di abitanti, impone una trasformazione radicale del modo di produrre e consumare: dobbiamo fare meglio con meno e ridurre drasticamente gli sprechi.
Il nuovo modello, parte essenziale di uno sviluppo più sostenibile capace di superare la triplice crisi economica, sociale e ambientale che stiamo vivendo, è quello dell’economia circolare.
Si tratta di un paradigma basato sulla rigenerazione del capitale naturale attraverso la revisione dei modelli di business e di consumo lungo tutta la catena del valore, supportato da un contesto normativo favorevole e orientato ad una maggiore equità sociale. Sappiamo dall’epistemologia (Kuhn) e dalla teoria dell’innovazione (Dosi) che un cambiamento di paradigma comporta una trasformazione radicale del modo di concepire i sistemi socio-tecnici.
Così nell’economia circolare cambia il modo di gestione delle risorse (materia, ma anche acqua, energia, suolo), prolungandone più che si può la vita utile all’interno dei cicli di produzione e consumo. Passare dalla prospettiva lineare (take-make-dispose) a quella circolare, richiede un’attenzione che parte dall’inizio del ciclo di vita, ovvero dalla progettazione: i prodotti devono essere pensati per utilizzare materie prime-seconde, per durare di più, per essere disassemblabili, riutilizzabili, riciclabili; i servizi per essere collettivi, condivisi, a basso consumo di risorse.
Le nuove tecnologie possono aiutare molto, al punto tale che quarta rivoluzione industriale ed economia circolare possono essere considerate due visioni di futuro fortemente integrabili in un’unica trasformazione.
Resta però il fatto che l’attenzione ad utilizzare le risorse al meglio è una tradizione fortemente radicata nelle società meno opulente. Come si dice ancora nelle nostre campagne: del maiale non si butta via niente. In altri termini la capacità di ritrovare un equilibrio nel rapporto con la natura passa attraverso una riconciliazione tra le nostre radici e la capacità di innovazione di cui l’uomo è portatore.
Tag: economia circolarequarta rivoluzione industriale